Presentato il report “Soluzioni e Tecnologie per i Piccoli Comuni e le aree montane”: 44 buone pratiche relative ad 11 ambiti: agricoltura, agroalimentare, cultura e turismo, energia, gestione delle acque, gestione delle foreste, interconnessione e networking, mobilità, prevenzione e sicurezza, scuola e formazione e mobilità, servizi alla comunità.
“Soluzioni e Tecnologie per i Piccoli Comuni e le aree montane” è un rapporto che si inserisce nell’ambito dell’attività dell’Osservatorio di Officina Italia, promosso da Fondazione Symbola, Fondazione Hubruzzo e Carsa, con il patrocinio di ANCI, Uncem, Touring Club Italiano, Fondazione Garrone, Fondazione Cariplo, Federparchi, Coldiretti, Legambiente, Ance, CNA PCC, CNI, CNGG, Mobility in Chain, Linfa, Andropolis, Comunità Montana Valle Trompia, CGIL, CISL, UIL, ed è stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Enzo Bianco, presidente del consiglio nazionale ANCI; Sergio Galbiati, presidente della Fondazione Hubruzzo; Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale; Vanessa Pallucchi, portavoce Forum Terzo Settore; Lino Gentile, responsabile ANCI Aree Interne.
Il rapporto riprende e sviluppa l’esperienza decennale maturata nelle ricostruzioni dell’Appennino centrale prima con Officina L’Aquila per il sisma del 2009 e poi con Ricostruire il Piceno, Abitare l’Appennino per il sisma 2016/17 – affronta il tema delle aree del Paese interessate da processi di indebolimento economico, sociale e demografico.
È un rapporto coerente con la filosofia della legge Realacci (158/2017) sulla valorizzazione dei piccoli comuni, che rimane ancora largamente inapplicata ma che indica proprio nei territori cosiddetti “marginali” un punto di forza per il futuro dell’Italia. La messa in sicurezza del territorio rappresenta infatti una condizione fondamentale ma non sufficiente per assicurare condizioni di abitabilità in contesti interessati da antiche e nuove vulnerabilità; da quelle sismiche e idrogeologiche a quelle ambientali conseguenti agli effetti della crisi climatica. Un territorio rappresentativo di realtà prevalentemente montane ed alto collinari – che interessa ben il 66,8% della superficie nazionale non riconducibile a periferia delle grandi conurbazioni urbane – chiamate a svolgere un ruolo decisivo nella risposta alle sfide poste dalle crisi climatica e pandemica; dalle politiche di mitigazione legate alle opportunità offerte dall’economia circolare a quelle di adattamento necessarie per continuare ad assicurare l’erogazione di servizi ecosistemici, fino alla costruzione di nuovi equilibri territoriali e sociali capaci di innalzare il livello di anti-fragilità delle nostre società.
“Nel grande mosaico di un’economia a misura d’uomo, come recita il Manifesto di Assisi, necessaria per contrastare le sfide che abbiamo davanti come la pandemia, la crisi climatica e la drammatica crisi prodotta dall’invasione dell’Ucraina – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – le 44 tessere presentate in questo rapporto confermano il contributo decisivo che può venire dai territori e dalle comunità. C’è un’Italia che sfida le crisi, compete e si afferma senza perdere la propria anima. I piccoli comuni sono parte importante della nostra identità. Mi sono battuto per avere una legge sui piccoli comuni e ora c’è. Un comune è il suo campanile, la sua comunità, i suoi servizi. Servono scuole, un nuovo modello di sanità, uffici postali, piccoli esercizi commerciali, banda larga anche per attrarre i giovani e creare nuove imprese: un’economia più forte proprio perché più a misura d’uomo. Un’Italia che fa l’Italia e si muove entro le chiavi proposte dal Next Generation EU per affrontare la crisi e rilanciare l’economia: coesione, transizione verde e digitale”.