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‘IL MADE IN ITALY ABITA IL FUTURO – IL LEGNO ARREDO VERSO L’ECONOMIA CIRCOLARE’: IL RAPPORTO DI FONDAZIONE SYMBOLA E FEDERLEGNOARREDO

Il Legno Arredo italiano il più efficiente e sostenibile in Europa: consumiamo meno energia ed emettiamo meno Co2. Il mobile made in Italy secondo al mondo dietro la Cina per surplus commerciale e primo in Europa per investimenti in Ricerca & Sviluppo (56,4 milioni di euro)

La lunga crisi e l’attenzione crescente ai mutamenti climatici diffondono stili di vita e di consumo più sobri e sostenibili, che hanno nella green economy e nell’economia circolare la loro frontiera e ci aiutano ad andare nella direzione indicata anche dalla Cop21 di Parigi sul clima. Una prospettiva, quella della circular economy, che rappresenta una formidabile occasione per l’economia italiana e che il Legno Arredo ha già iniziato a cogliere.
Con il dossier ‘Il made in Italy abita il futuro - Il Legno Arredo verso l’economia circolare’ presentato oggi a Roma, Fondazione Symbola e FederlegnoArredo fanno un primo punto sulla transizione avviata in questo settore dai vecchi modelli produttivi legati al cosiddetto ‘business as usual’ e all’economia lineare - ‘produci, consuma, butta’ – a quelli di un’economia più sostenibile, efficiente e circolare – ‘produci, consuma, recupera’.
L’industria italiana del mobile vanta, infatti, performance ambientali da primato in Europa. Sul fronte dei consumi di energia elettrica: usiamo 30 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) ogni milione di euro prodotto, contro le 68 della media dei Paesi Ue, le 39 del Regno Unito, le 56 della Francia, le 63 della Germania, le 101 della Spagna. Idem dicasi per le emissioni climalteranti: con 39 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro prodotto, le nostre imprese del legno arredo fanno meglio di quelle tedesche (50), francesi (52), britanniche (93) e spagnole (124). Anche nella riduzione dei rifiuti il mobile made in Italy fa segnare performance importanti: sono 15,5 le tonnellate di rifiuti generate per milione di euro prodotto, meglio delle imprese tedesche (15,8), meno bene di quelle spagnole (7), francesi (10), britanniche (13).

Per queste prestazioni ambientali, che insieme a design, bellezza e qualità contribuiscono a fare del legno arredo uno dei pilastri fondamentali del made in Italy, si devono ringraziare i tanti imprenditori del settore che hanno investito sulla green economy. Il 31% le imprese del settore, infatti, tra il 2008 e il 2015 hanno investito in prodotti e tecnologie in grado di assicurare risparmio energetico e minor impatto ambientale, un dato superiore a quello complessivo della nostra economia (hanno investito green il 24,5% delle imprese). Non solo, ma le imprese italiane dell’industria del mobile sono leader in Europa negli investimenti in R&S, che spesso sono anche investimenti green, con 56,4 milioni di euro precedono quelle inglesi (44,6), tedesche (39,9) e francesi (17,5).

“Il valore delle imprese italiane del Legno Arredo è riconosciuto globalmente grazie a un insieme di fattori assolutamente inimitabili – spiega Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo. Un mix vincente di tradizione, ricerca e innovazione che da decenni rendono unici i nostri prodotti, come dimostra il crescente successo sui mercati di tutto il mondo e gli oltre 13 miliardi di euro di export. La ricerca evidenzia un valore intrinseco che ci sprona a essere ancora più decisi nel perseguire quella ricerca della qualità che a oggi ha contribuito a imporci sui mercati di tutto il mondo anche in momento difficili. Qualità che passa attraverso la grande cura del dettaglio e, soprattutto, l’attenzione a processi produttivi sostenibili e virtuosi. Per le nostre imprese l’economia circolare è già una realtà, ma dobbiamo fare di più puntando a diventare il settore di riferimento per l’Italia e il resto del mondo”.

“Grazie alla sua tradizione e alla capacità di innovare senza perdere la propria anima - commenta il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci - l’industria italiana del Legno Arredo ha iniziato a cogliere, e mi auguro sia in grado di farlo sempre più, le opportunità della green economy e dell’economia circolare. Già oggi l’Italia è prima in Europa nel recupero dei materiali e risparmiamo circa 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno, evitando 55 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
È questo il campo della nuova sfida che attende il made in Italy, la chiave che potrebbe garantire un rinnovamento all’altezza dei tempi. Bisogna portare in questo cammino, che è nei nostri cromosomi antichi di Paese povero di materie prime, cultura e legame con il territorio, capacità di sintesi tra valori d’uso, bellezza e sostenibilità. L’Italia deve fare l’Italia anche quando percorre la via dell’economia circolare”.

LEGNOARREDO, LA FORZA DI UN’ECONOMIA SANA E VIRTUOSA
Investire green è una scelta che paga: il 23,4% delle imprese del Legno Arredo che hanno fatto investimenti verdi (anni 2012- 2014) ha registrato un aumento del fatturato, contro il 17,6% del imprese non eco-investitrici. Con uno spread di +5,8 punti percentuali a favore delle prime. Il 37,2% delle imprese del Legno Arredo che ha fatto investimenti in sostenibilità ha esportato i suoi prodotti, a fronte del 22,4% delle altre (14,8 punti percentuali di spread). Il 23,1% delle imprese del settore eco investitrici ha fatto assunzioni, contro il 10,1% delle altre.
Gli investimenti green spingono anche l’innovazione: hanno sviluppato nuovi prodotti o servizi, infatti, il 30,4% delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti, solo il 18,0% delle altre (+12,4 punti percentuali). Completa il quadro anche l’incidenza delle professioni green nel settore, che passano dal 12,7% della forza lavoro complessivamente impiegata nel 2011 al 18,9% del 2014 (+6,2 punti percentuali in 3 anni). Un dato superiore rispetto all’intero sistema economico, dove nel 2014 l’incidenza delle professioni green sul totale degli occupati è del 13,2%.
C’è anche tutto questo dietro al fatto che l’industria italiana del Legno Arredo è seconda al mondo solo alla Cina per surplus commerciale, e, nonostante il deficit strutturale di materie prime, genera un valore aggiunto (4,9 miliardi di €) di gran lunga superiore a quello di molti Paesi naturalmente ricchi di materie prime legnose (come Francia 2,3 miliardi di €, Spagna 1,8 miliardi di €, Svezia 900 milioni di €).

ECONOMIA CIRCOLARE: I PROSSIMO PASSI
Tra i vari comparti del made in Italy, il Legno Arredo ha le carte in regola per essere un autorevole apripista. Molto resta ancora da fare per portare non solo questo settore, ma tutta la nostra economia, a sfruttare in pieno le opportunità dell’economia circolare. A partire dal miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse e da un maggior ricorso a materie prime sostenibili - nel caso del legno derivante da gestione sostenibile e responsabile delle foreste. Importante anche ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime grazie a più alte performance di riuso e riciclo, a una più oculata e lungimirante gestione e valorizzazione degli scarti di produzione e per il legno grazie anche a maggiori produzione e sfruttamento del patrimonio nazionale. Irrinunciabile, infine, anche un potenziamento della ricerca e
dell’innovazione. Ma la strada è tracciata: il futuro dell’economia italiana è più forte se punta sulla green economy, sull’economia circolare, su innovazione, qualità, responsabilità e sostenibilità.

Scarica il comunicato stampa in PDF
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Scarica i 10 green driver dell'economia circolare italiana
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Scarica la presentazione di Domenico Sturabotti
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