Il 15° Rapporto GreenItaly, a cura della Fondazione Symbola, Unioncamere e il Centro Studi Tagliacarne, mette in luce il crescente impegno dell’Italia per la transizione verde, evidenziando i passi avanti del Paese nel campo dell’economia circolare, del riciclo e dell’innovazione sostenibile. Presentato alla presenza di rappresentanti istituzionali e delle principali aziende di settore, il rapporto fa eco all’appello del Presidente Mattarella e alle dichiarazioni di Mario Draghi per promuovere la sostenibilità come pilastro della competitività italiana. «C’è un’Italia che può essere protagonista con l’Europa alla COP29 a Baku», ha dichiarato Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, aggiungendo che «fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare l’economia e la società. Nel Rapporto GreenItaly si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori». Realacci ha poi sottolineato che l’Italia è una «superpotenza europea dell’economia circolare», un elemento che accresce la competitività del Paese e lo rende capace di futuro, grazie anche alle scelte dell’Unione Europea sul Next Generation EU e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tuttavia, avverte, «la burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno».
Spinta all’innovazione e alla creazione di green jobs
Il rapporto evidenzia una forte crescita nelle aziende italiane che investono in tecnologie “Net Zero”: il 38,6% delle imprese ha effettuato investimenti eco-sostenibili dal 2019 al 2023, una su tre, concentrandosi su tecnologie come il fotovoltaico, l’eolico e le pompe di calore. «Spingere sul cammino della transizione ecologica significa per le imprese puntare sempre di più ad investire sull’innovazione ad alto contenuto tecnologico», ha affermato Andrea Prete, presidente di Unioncamere. Tuttavia, questo sforzo verso l’innovazione verde comporta anche una sfida: «più di un’assunzione su due fatica a trovare professionisti con competenze green», ha sottolineato Prete, indicando che le richieste di lavoratori qualificati sono ormai una necessità costante per il settore.
Alla fine del 2022, il 13,4% degli occupati in Italia era già impiegato in ruoli legati alla green economy, e nel 2023 il numero di nuovi contratti per queste figure ha raggiunto quasi due milioni, rappresentando il 34,8% del totale. Le figure green più richieste si concentrano nelle aree della logistica, della progettazione e sviluppo e nei settori tecnici, mentre il fabbisogno di competenze green, su 5,5 milioni di contratti previsti, è stato considerato necessario nel 79,4% dei casi.
Italia leader del riciclo in Europa
In campo ambientale, l’Italia si distingue per il primato europeo nel recupero e riciclo dei rifiuti, con un tasso complessivo del 91,6%, superando ampiamente le altre grandi economie europee come Germania e Francia. Con un tasso di riciclo degli imballaggi del 75,3%, l’Italia ha raggiunto con anticipo gli obiettivi normativi e si colloca tra i Paesi più avanzati anche nei settori del riciclo della carta, del vetro e dell’acciaio. Persiste invece un margine di miglioramento per il riciclo degli imballaggi in plastica, al 48%, ma il settore sta registrando una crescita significativa, con 44 mila tonnellate di plastica biodegradabile e compostabile già riciclate nel 2023.
Rinnovabili e chimica bio-based: settori in espansione
Il rapporto segnala una crescita record delle installazioni di energia rinnovabile, che nel 2023 hanno raggiunto i 5,7 GW, trainata dal fotovoltaico. Grazie a questa spinta, l’Italia è entrata nella top 10 mondiale per nuovi impianti solari installati e conta di consolidare questa posizione con il completamento, entro fine 2025, del più grande impianto europeo di produzione di celle e moduli fotovoltaici a Catania.
In parallelo, anche la chimica bio-based continua a svilupparsi e a favorire la sostenibilità dei prodotti italiani, ponendo l’Italia come leader nell’innovazione sostenibile del settore.
Occupazione “verde”: crescita e distribuzione territoriale
Sul fronte dell’occupazione green, il Nord Italia continua a guidare il Paese per numero di attivazioni di green jobs. La Lombardia si conferma la prima regione, con 440.940 nuovi contratti green previsti nel 2023, seguita da Veneto, Emilia-Romagna e Lazio, che insieme rappresentano il 52% delle attivazioni a livello nazionale. Anche il Centro Italia mostra un trend positivo, con un aumento del 12,6% delle attivazioni, anche se resta ancora indietro rispetto ad altre aree.
In ambito provinciale, Milano registra il primato con 203.550 attivazioni, pari al 10,6% del totale nazionale per il 2023. Seguono Roma, Napoli e Torino, dove si concentra il 25,9% dei nuovi contratti green del Paese. Nelle province di Caltanissetta, Piacenza e Lodi, il green jobs supera il 45% delle nuove attivazioni, segno di una diffusione capillare delle competenze verdi.
L’Italia, conclude il Rapporto GreenItaly, ha intrapreso un cammino deciso verso un futuro sostenibile, fatto di innovazione e rispetto per l’ambiente. Ma, per mantenere il passo e continuare a crescere, la spinta verso una transizione ecologica richiede investimenti costanti, il superamento delle barriere burocratiche e un forte supporto politico per mobilitare tutte le risorse del Paese.