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«Al di là di posizioni ideologiche, le rinnovabili se fatte bene convengono a tutti i livelli». Ermete Realacci, presidente di Symbola, riassume così uno dei focus del tavolo di lavoro su ambiente, sostenibilità e imprese – dal titolo "Sostenibilità e casa comune: una responsabilità condivisa" – che si tiene oggi nell’ambito del World Meeting on Human Fraternity 2025 organizzato il 12-13 settembre a Roma dalla Fondazione Fratelli Tutti presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, con padre Francesco Occhetta come segretario generale.

Al centro dell’incontro, coordinato dallo stesso Realacci nello spazio Europe Experience parallelamente ad altri tavoli tematici in luoghi significativi della città, ci sono soluzioni condivise da imprese, società civile e associazioni da mettere in campo per rispondere alla crisi climatica, alla perdita della biodiversità, alle disuguaglianze ambientali.

Un tassello fondamentale è costituito dallo sviluppo delle fonti pulite, la cui crescita è sottolineata dai numeri portati al tavolo dal direttore generale dell’agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena) Francesco La Camera: nel 2024 sono stati installati nel mondo 582 GW di nuova capacità rinnovabile, quasi raddoppiati i circa 300 GW dell’anno precedente. A fare la parte del leone, il continente asiatico con 2.375 GW, seguito da Europa (850 GW) e Nordamerica (572 GW). Secondo le stime di Irena, per raggiungere i target al 2030 di 11,2 TW di capacità rinnovabile totale globale, gli investimenti del 2024 pari a 668 miliardi di dollari dovranno più che raddoppiare a 1.500. Con un impatto anche sull’occupazione: se nel 2030 si riuscirà a contenere l’aumento della temperatura a 1,5 °C i nuovi posti di lavoro creati saranno 30 milioni dai 16,2 del 2023.

«I dati confermano che continua un forte sviluppo di tutto il comparto legato alle energie rinnovabili, con un ruolo molto importante della Cina, che si muove in questo ambito come in quelli di auto e batterie: occupa lo spazio dell’economia del futuro», commenta Realacci, che continua: «Lo sviluppo è legato anche alla convenienza economica e agli aggiornamenti tecnologici. I cinesi puntano sulle rinnovabili perché costano meno. Rispetto al nucleare e alle nuove fonti fossili, le rinnovabili costano meno. E per abbassare il prezzo dell’energia bisogna puntare sulle rinnovabili. La direzione è segnata, il futuro è quello. Non a caso la stessa sede di Irena è in Medioriente (nell’eco-città di Masdar City, Abu Dhabi, ndr)».

Realacci sottolinea come in questo settore sia evidente «la percezione di una nuova convenienza: i nuovi impianti, che continueranno a crescere seguendo le esigenze dell’elettrificazione dei consumi e nuovi fabbisogni come quelli dell’intelligenza artificiale, saranno sempre più rinnovabili. La direzione è segnata: Irena ha calcolato come nel 2024 il 91% dei nuovi progetti realizzati nel mondo sia stato da fonte pulita. In questo scenario, l’Europa non deve perdere il treno, come sta succedendo con l’automotive. Per questo nel nostro tavolo di lavoro abbiamo chiamato anche le imprese: bisogna immaginare insieme la strategia per il futuro, a partire dagli esempi virtuosi che pure abbiamo in casa, penso ad aziende come Arvedi e Feralpi impegnate nella neutralizzazione della CO2».

Il presidente di Symbola vede in questa missione un richiamo a quanto detto nell’apertura del Manifesto di Assisi, di cui è portavoce insieme a padre Enzo Fortunato: «Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro».

Realacci: «Direzione segnata. Nel 2024 il 91% dei nuovi impianti globali a energia pulita»
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