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Realacci: Torna in campo la generazione Greta. Accelerare la transizione verde e sostituire i combustibili fossili affronta la crisi energetica prodotta dall’invasione dell’Ucraina

“La crisi climatica è sotto gli occhi di tutti e per questo le nuove generazioni hanno deciso di scioperare sostenendo il Climate Strike dei Fridays for future per dare un chiaro segnale alla politica affinché si prendano impegni concreti per il clima. Si può rispondere alla crisi climatica con un’economia più a misura d’uomo e per questo in grado di affrontare il futuro come è scritto nel Manifesto di Assisi. Accelerare la transizione verde e sostituire i combustibili fossili affronta la crisi energetica prodotta dall’invasione dell’Ucraina. Esiste già oggi un’Italia che, per dinamiche spesso non collegate a leggi o a norme, affronta la sfida alla crisi climatica. Sono 441 mila, secondo il rapporto GreenItaly della Fondazione Symbola e di Unioncamere, le imprese che negli ultimi cinque anni hanno scommesso sulla green economy. E sono quelle che crescono di più, innovano di più, producono più posti di lavoro. La generazione Greta non ha bisogno di carezze ma di azioni concrete, dell’impegno dell’Europa, di un’Italia che fa l’Italia”.

Così Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, in vista dello Sciopero globale per il clima di domani.

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Grande partecipazione al bando “10 tesi per la sostenibilità”. Sono ad oggi oltre 1300 tesi da tutta Italia. Fino al 31 gennaio è online il bando di concorso. È un’iniziativa promossa da Fondazione Symbola, Unioncamere e Luiss con il sostegno di Deloitte Climate & Sustainability, il patrocinio della Conferenza dei Rettori (Crui) e la collaborazione del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e del Consorzio Interuniversitario nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (Instm) volta a premiare 10 tesi provenienti da tutte le discipline, sia umanistiche che scientifiche, che abbiano forti e originali riferimenti al principio della sostenibilità.

La COP28 di Dubai è andata meglio di come molti temevano. L’intesa raggiunta è nel solco degli accordi di Parigi e per la prima volta pone esplicitamente il problema dei combustibili fossili. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Dopo Dubai tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’Italia può dare un forte contributo se fa l’Italia e incrocia la green economy con la qualità, l’innovazione, la bellezza.

La COP28 di Dubai è andata meglio di quanto si potesse pensare. Ora tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’intesa raggiunta tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell’accordo di Parigi. Questi appuntamenti sono importanti per indicare la direzione, ma la partita vera si gioca nel campo dell'economia e della società. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Anche per questo sono inaccettabili i ritardi sullo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese.

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