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Sostenibilità ed Europa «Le imprese devono continuare a crederci» ore e pre- (75,3c7.), Francia (79,9%) e m",1"1," 21,, in P tPnilliCti- le opportunità ( (75,3c7.), Francia (79,9c7.) e Spagna (73,4%), e alla media Ue-27 (57,9%). Come imprenditore, uomo del fare, parteciperà alla sessione dedicata all'artigianato, uno dei settori del futuro per la Fondazione che promuove la qualità italiana. Il seminario di Symbola quest'anno è dedicato all'Europa e al cambiamento climatico. Come deve cambiare il sistema economico italiano per far fronte a queste due sfide? «Direi che deve proseguire a investire sulla sostenibilità, come già sta facendo. Le oltre 570mi1a imprese che negli ultimi cinque anni hanno investito nella transizione verde sono la dimostrazione che, su questi temi, l'Italia ha già colto la sfida e si sta adeguando agli obiettivi Ue. Lo dimostrano anche i dati riguardanti il recupero degli scarti da parte dei produttori. Eurostat ha certificato che la capacità nell'avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) in Italia ha raggiunto il 91,6%, un tasso di gran lunga superiore alle altri grandi economie europee, Germania tegia vincente per un Paese, come il nostro, privo di materie prime». I dazi statunitensi e le guerre in corso disegnano un futuro a tinte fosche per l'Italia. Cosa fare, secondo la sua opinione, per invertire la tendenza? «Queste non sono sfide che il nostro Paese può fronteggiare da solo. Può farlo all'interno di una cornice europea contribuendo, come già sta facendo, sia ad alimentare il dialogo e il confronto propositivo con gli Stati Uniti per contenere gli effetti dei dazi, sia cooperando per la cessazione della guerra russo-ucraina e il ripristino della pace. Da europeista convinto quale sono, mi auguro che alla fine di questo periodo tanto difficile qualcosa di buono emerga. E questo potrebbe essere un rafforzamento della comunità europea e la creazione di una vera e più solida unione tra gli Stati membri». Lei condivide la svolta green europea o c'è qualcosa da cambiare per garantire sostenibilità e sviluppo economico al nostro Paese? «Certamente la condivido, ma ho condiviso pienamente anche la necessità di rimodulare alcune tempistiche che rischiavano di mettere in ginocchio il settore dell'automotive. In Europa ci si è resi conto di questo aspetto e, infatti, proprio nel mese di maggio il Parlamento europeo ha approvato una modifica normativa che concede ai costruttori automobilistici europei due anni aggiuntivi per adeguarsi agli obiettivi sulle emissioni di Cot. Il nuovo regolamento prevede che i target vengano calcolati sulla media delle emissioni nel triennio 2025-2027, e non più sul solo 2025. Credo sia un passo avanti che, senza smentire gli obiettivi del Green Deal, lascia ai produttori più tempo per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati». Lei parteciperà alla sessione di lavori che il Seminario Symbola dedicherà, il 12 giugno al teatro Bibiena, all'artigianato. Questo settore, alle prese con parecchi problemi, soprattutto con quello di non riuscire a trovare giovani disposti ad entrarvi, è davvero il futuro del Made in Italy? «Nelle mani dei nostri artigiani, nei loro saperi, nelle loro capacità, nel legame coi territori e le tradizioni c'è una parte del nostro Made in Italy. Certo bisogna trovare gli strumenti più adatti a far capire ai giovani in questo settore offre. E per questo l'orientamento, a partire dalle scuole medie, credo sia da incrementare ulteriormente. Estremamente utili, poi, sono i percorsi di alternanza, per far prendere contatto i nostri ragazzi con la realtà dell'impresa».

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Sostenibilità ed Europa "Le imprese devono continuare a crederci" | L'Arena

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