La sostenibilità non è più solo un valore ambientale: per gli italiani è sinonimo di qualità. A confermarlo è il rapporto “Sostenibilità è qualità”, realizzato da Ipsos e Fondazione Symbola, che ha indagato le motivazioni alla base dei comportamenti sostenibili dei consumatori nel 2025, rivelando tre driver principali: qualità percepita, preoccupazione per il futuro ed etica.
La qualità si conferma l’elemento decisivo per il 69,6% degli intervistati. È questa la componente più influente tra chi adotta scelte sostenibili, seguita da preoccupazioni ambientali e climatiche (22%) e da valori etici (7,4%). Il dato più significativo è il cambio di percezione: ciò che fino a pochi anni fa veniva considerato meno efficace o performante, oggi è visto come più innovativo e di alta gamma.
Secondo Symbola, la centralità della qualità rappresenta una svolta culturale: se in passato si sceglieva sostenibile per dovere, oggi lo si fa per convinzione e fiducia nel valore del prodotto. Il 67% degli italiani mostra un atteggiamento positivo verso la sostenibilità, con un aumento degli “entusiasti” dal 24% al 26% e una maggioranza del 41% che si dichiara “aperta” al tema.
Il rapporto, giunto alla sua terza edizione, si è focalizzato quest’anno anche su due settori strategici: agroalimentare ed edilizia. In entrambi i comparti emerge un chiaro legame tra sostenibilità, percezione di qualità e disponibilità a spendere di più per prodotti e servizi coerenti con questi valori.
Nel settore agroalimentare, sei italiani su dieci si definiscono consumatori etici e sostenibili. Il 89% è disposto a pagare di più per prodotti di origine animale di alta qualità, e l’87% per quelli vegetali di pari livello. In confronto con le imprese europee, le aziende italiane si distinguono per un’attenzione maggiore alla qualità (52%), rafforzando così il legame tra Made in Italy e sostenibilità.
Anche nel settore dell’edilizia si registra un’evoluzione significativa: l’efficienza energetica è un criterio decisivo per il 74% degli intervistati nella scelta di un immobile. Seguono fattori come l’integrazione con l’ambiente e la sicurezza dei lavoratori. Il 66% considera rilevante la vicinanza a spazi verdi, ma il vero punto di svolta è che l’88% sarebbe disposto a spendere di più per un immobile di qualità, con quasi la metà (48%) che riconosce nella sostenibilità un fattore chiave per giustificare il prezzo più alto.
Il cambiamento culturale rilevato dalla ricerca apre scenari interessanti per il mondo delle imprese. I consumatori italiani si dimostrano sempre più inclini a premiare aziende che adottano pratiche sostenibili autentiche, riconoscendole come sinonimo di eccellenza, fiducia e lungimiranza.