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La cultura per l’Italia è anche un formidabile attivatore di economia. Bellezza e creatività aiutano ad affrontare meglio le crisi. Una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2023, cresce sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019) che da quello dell’occupazione (1.550.068 lavoratori con una variazione del +3,2% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale).

STATI GENERALI DELLA CULTURA: BELLEZZA E CREATIVITÀ PER AFFRONTARE LE CRISI

 NEL 2023 CRESCONO VALORE AGGIUNTO E OCCUPAZIONE NEL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO, RISPETTIVAMENTE 104,3 MILIARDI DI EURO (+5,5% RISPETTO AL 2022) E 1,5 MILIONI DI ADDETTI (+3,2% RISPETTO AL 2022)

 CULTURA E CREATIVITÀ, IN MANIERA DIRETTA O INDIRETTA, GENERANO COMPLESSIVAMENTE UN VALORE AGGIUNTO PER CIRCA 296,9 MILIARDI DI EURO

LOMBARDIA E LAZIO REGIONI CHE PRODUCONO PIÙ RICCHEZZA CON LA CULTURA

REALACCI (FONDAZIONE SYMBOLA): “GLI STATI GENERALI DELLA CULTURA CI RICORDANO CHE LA FORZA DELLA NOSTRA ECONOMIA E DEL MADE IN ITALY DEVE MOLTO IN TUTTI I CAMPI ALLA CULTURA E ALLA BELLEZZA LO CONFERMA IL RAPPORTO IO SONO CULTURA DI FONDAZIONE SYMBOLA E UNIONCAMERE. PIÙ CHE IN ALTRI PAESI. CULTURA E CREATIVITÀ OLTRE AD ARRICCHIRE LA NOSTRA IDENTITÀ E ALIMENTARE LA DOMANDA DI ITALIA NEL MONDO, POSSONO AIUTARCI AD AFFRONTARE INSIEME, SENZA PAURA, LE DIFFICILI SFIDE CHE ABBIAMO DAVANTI. A PARTIRE DALLA CRISI CLIMATICA. L’ITALIA, FORTE DI OLTRE UN MILIONE E MEZZO DI ADDETTI CULTURALI E CREATIVI PUÒ OFFRIRE UN CONTRIBUTO IMPORTANTE AD UNA TRANSIZIONE INDUSTRIALE E VERDE A MISURA D’UOMO E, ANCHE PER QUESTO, PIÙ COMPETITIVA E PIÙ CAPACE DI FUTURO COME SOSTIENE IL MANIFESTO DI ASSISI. ANCHE DA QUESTO DERIVA LA FORZA DEL NOSTRO EXPORT”.

 

La cultura per l’Italia è anche un formidabile attivatore di economia. Bellezza e creatività aiutano ad affrontare meglio le crisi. Una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2023, cresce sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019) che da quello dell’occupazione (1.550.068 lavoratori con una variazione del +3,2% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale).

Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 284 mila imprese (in crescita del +3,1% rispetto al 2022) e più di 33 mila organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 9,3% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 22 mila e settecento tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,4% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).

Ma il “peso” della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro e la Lombardia e il Lazio rimangono le regioni che producono più ricchezza.

“Gli Stati Generali della Cultura ci ricordano che la forza della nostra economia e del made in Italy - dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza lo conferma il rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte dei 296,9 miliardi di valore aggiunto legati alla cultura, può essere protagonista del nuovo ‘Bauhaus’, fortemente voluto dalla Commissione Europea che nasce per rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione, della scienza e della tecnologia orientandoli alla transizione ecologica indicata dal Next Generation EU. Se l’Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza, favorisce un’economia più a misura d’uomo e, anche per questo, più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export”.

 

 

 

 

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Stati Generali della Cultura: Bellezza e creatività per affrontare le crisi

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