È notevolmente in aumento l’uso delle risorse naturali, che è triplicato negli ultimi cinquant’anni. Questo incremento è principalmente dovuto allo sviluppo infrastrutturale nei Paesi ad alto e medio-alto reddito, con un passaggio da 30 miliardi di tonnellate nel 1970 a 106 miliardi di tonnellate stimate per il 2024, (crescita annua del 2,3%). La regione Asia-Pacifico ha superato (dal 2009) il resto del mondo come principale estrattore di risorse, estraendo il 51% del totale globale nel 2020, pari a 48,9 miliardi di tonnellate. Questo è dovuto alla grande popolazione e al predominio di biomassa e minerali non metallici, che rappresentano il 75% dell’estrazione totale. La regione ha un tasso di estrazione domestica di 11 tonnellate per abitante, leggermente inferiore rispetto all’Europa (12 tonnellate per abitante).
In Nord America, il tasso di estrazione è invece di 29 tonnellate per abitante, mentre in Europa orientale, Caucaso e Asia centrale è di 19 tonnellate, in Asia occidentale di 16 tonnellate e in America Latina e Caraibi di 15 tonnellate. La Cina è il primo estrattore al mondo, contando per circa un terzo delle estrazioni di materiali globali (31,3 miliardi di t). I Paesi a basso e medio reddito hanno costantemente fornito risorse materiali alle nazioni a più alto reddito. Guardando alle importazioni pro-capite, la Cina pur essendo primo importatore netto per volumi riporta livelli di importazioni pro-capite inferiori ai successivi 9 Paesi, con Singapore che registra il livello più altro di importazioni pro-capite. [1]