Seminario a Mantova Symbola, dall'economia circolare più sviluppo p.22 Symbola, dalle pratiche sostenibili più spinta alla competitività L'evento Da oggi a Mantova "Se l'Italia fa l'Italia: sostenibilità, Europa e futuro" Durante il seminario verrà presentato anche il rapporto "Coesione è competizione" Luca Benecchi Essere buoni conviene. Green, cultura, economia circolare, rapporti con i dipendenti e catene di subfornitura. Oltre i140 per cento delle imprese italiane ha questa identità genetica «e se partono da fare ciò che sanno fare, aggiungendo che sanno fare cose belle, allora l'Italia può guardare a un futuro migliore». Questo il credo di Ermete Realacci, fondatore e presidente di Fondazione Symbola che si appresta a tagliare il traguardo dei venti anni con il seminario che da oggi fino a sabato si tiene a Mantova dal titolo "Se l'Italia fa l'Italia: sostenibilità, Europa e futuro". Durante la tre giorni, che si svolgerà al Teatro Bibiena, verrà presentato anche il rapporto "Coesione è competizione" di Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo, Unioncamere e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Il rapporto che sarà presentato tra gli altri da Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo, Eugenia Roccella, ministro per le Pari opportunità e la Famiglia e Paolo Gentiloni, co-presidente della task force sul debito Onu, analizza e racconta i fattori più significativi della competitività del nostro Paese, con particolare attenzione verso gli aspetti che non vengono colti dagli indicatori economici più diffusi, sottolineando l'importanza della collaborazione per le imprese. La coesione migliora il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti. «La coesione è un formidabile fattore produttivo - sottolinea Realacci- in particolare in Italia. L'incrocio tra imprese, comunità, territori, innovazione e bellezza è fondamentale per la nostra economia e per il made in Italy». Nel 2024, le imprese coesive rappresentano il 44% delle imprese manifatturiere italiane, una quota in crescita di 12 punti percentuali rispetto al 32% del 2018 (e di un punto percentuale rispetto al 2023). Sette imprese coesive su dieci hanno investito in sostenibilità ambientale negli ultimi tre anni e più di otto su dieci lo hanno fatto in tecnologie digitali 4.0. Inoltre, più del 60% delle imprese coesive ha investito in attività di ricerca e sviluppo. Questa apertura all'innovazione emerge con maggiore vigore nei territori che possono essere essi stessi considerati più "coesivi", poiché caratterizzati da un più elevato livello di ricchezza prodotta oltre che da una maggiore generatività del tessuto imprenditoriale e da un più intenso benessere. Un seminario, quello di Symbola, che porrà al centro il ruolo dei piccoli comuni. Poi i territori in transizione, fino all'artigianato, passando dal design all'energia fino all'intelligenza artificiale. L'idea è quella di ragionare sull'Italia che c'è e che funziona per poter creare le condizioni di una crescita più forte. E per fare questo serve anche vedere le cose positive. E allora Realacci rilancia quelli che lui chiama selfie. Fotografie dell'Italia che troppo spesso vengono dimenticate. Come quella dell'industria farmaceutica, prima al mondo per crescita dell'export con unbalzo tra il 2021 e il 2023 di i3,6 miliardi di dollari. La seconda istantanea è dedicata all'industria siderurgica che è leader nel processo di decarbonizzazione. Prima tra i Paesi del G7 per quota di acciaio prodotto con ciclo a forno elettrico con una stima pari all' 86 per cento. Poi l'economia circolare dove l'Italia è il paese europeo con il più alto tasso di riciclo sul totale dei rifiuti speciali e urbani prodotti (91,6%), un valore superiore alla media europea (57,9%) e a quello di Germania (75,3%). Infine l'arredo, in cui l'industria italiana con lo, 6 miliardi di dollari è terza al mondo per saldo della bilancia commerciale.