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Sono oltre 4 mila e più della metà si trovano nei piccoli Comuni. Questi preziosi patrimoni del verde e dei paesaggi resistono anche ai cambiamenti climatici ma vanno tutelati e curati. Tra i loro rami la storia del Paese di Laura Badaracchi N ella loro maestosità silenziosa, a volte nascosta, gli alberi secolari disseminati in tutta Italia raccontano una storia di resilienza anche di fronte ai cambiamenti climatici. Lo testimonia il rapporto Piccoli Comuni e Alberi monumentali d'Italia 2024 promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con il ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), Coldiretti, Fai Cisl e Ami (Alberi monumentali d'Italia). Lo studio descrive oltre 250 specie: un censimento in continua crescita. Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024, quasi la metà (2.107) si trova in piccoli Comuni. In ambito regionale, il lodevole primato per numero totale di alberi monumentali va al Friuli Venezia Giulia, che ne conta ben 454, di cui 209 nei piccoli Comuni. Secondo Alessandra Stefani, già direttrice generale dell'Economia montana e delle foreste del Masaf e da luglio presidente dell'Associazione Cluster nazionale Italia foresta legno, «si tratta di uno dei patrimoni naturali e culturali più prestigiosi e preziosi del Paese, che per essere meglio tutelato, conservato e curato ha bisogno del contributo di tutti. Per questo il lavoro di sensibilizzazione e di diffusione delle conoscenze della Fondazione Symbola è particolarmente positivo. Alcuni esempi? A Luras, paese di poco meno di 2.400 abitanti in provincia di Sassari e 500 metri di altitudine, si erge S'Ozzastru, che in dialetto dorgalese significa "l'Olivastro", olivo selvatico fra i più antichi d'Italia e d'Europa: si stima che sia nato circa 1.500 anni prima di Roma e Atene, quindi Scatti di alberi monumentali: a lato, l'olivo S'Ozzastru, nel Sassarese. Sotto, ancora in Sardegna, a Villamassargia, l'olivo Sa Reina e, a destra, il castagno dei Cento Cavalli di Sant'Alfio sul versante orientale dell'Etna. Nell'altra pagina, la quercia di Villa Carrara a Capannori (Lucca). braccia come testimone la storia della Sardegna dal periodo nuragico fino ai giorni nostri. Invece avrebbe circa 1.400 anni la grande quercia nel parco di Villa Carrara a Gragnano, frazione di Capannori (Lucca): stando a una leggenda, la forma schiacciata della sua chioma è dovuta alla presenza delle streghe che in cima all'albero facevano le loro magie, appiattendolo con il loro peso. Secondo la tradizione, si tratta della quercia a cui venne impiccato il burattino Pinocchio, celebre personaggio del romanzo scritto da Carlo Collodi. Il leccio secolare a Vico del Gargano (Foggia), nel piazzale del convento dei frati Cappuccini. 471-' il libro Come nascono gli alberi? Perché le loro foglie cambiano colore? A che cosa somiglia la corteccia di un platano? Come si distingue l'abete rosso da quello bianco? Con questo libro, Arborama (Slow Food Editore), ricco di curiosità, i lettori possono scoprire storie incredibili imparando a riconoscere tante specie diverse. 66 co 41/2024 4 lodi, dagli assassini che lo volevano derubare. A Sant'Alfio (Catania), sul versante orientale dell'Etna, si trova il castagno dei Cento Cavalli, il più grande albero d'Europa e forse del mondo, con un'età stimata tra i 2.000 e i 4.000 anni; è citato in documenti del XVI secolo e raffigurato nello stemma del Comune. Una leggenda narra che la regina Giovanna I d'Aragona e i suoi cento cavalieri trovarono riparo sotto le fronde del castagno durante un temporale: da qui il suo nome. Il diametro del tronco misura 22 metri, quello della chioma supera i 100. Tornando in Sardegna, a Villamassargia si può ammirare uno fra gli olivi millenari più maestosi del Mediterraneo, chiamato Sa Reina, che significa "La Regina": ha una circonferenza alla base di 15,60 metri e probabilmente risale all'epoca romana. Ha la circonferenza di 5,20 metri e una storia particolare il 64 anni leccio a Vico del Gargano (Foggia) che si trova accanto al convento dei frati Cappuccini: oltre tre secoli fa si racconta che fra Nicola trovò una piccola pianta di elce vicino a un abbeveratoio e la trapiantò al centro del piazzale, facendola benedire dal superiore della comunità. Nel 1934, a L'ARBORICOLTORE «Sono come opere d'arte da tutelare» «Gli alberi monumentali, essendo longevi, hanno bisogno di un approccio ad hoc fatto da professionisti»: Denis Carnello, arboricolture e giardiniere, tutor del verde Coldiretti, spiega come prendersi cura di «monumenti viventi, beni pubblici alla stregua del Colosseo e della Torre di Pisa, oltre alla loro importanza dal punto di vista ambientale. Spesso racchiudono microsistemi fatti di insetti, funghi, uccelli». Anzitutto necessitano «di un'osservazione visiva e strumentale con il metodo Vta (Visual tree assessment), per valutarne la stabilità della parte esterna e delle radici, misurando diametro e altezza, condizioni di rami e foglie, stato del terreno, la parte viva del legno e quella in decomposizione. Sono alberi quiescenti che in genere vanno potati solo in caso di pericolo per la sicurezza; la tecnica del tree climbing (arrampicata su albero) consente, oltre che potare, anche di consolidare le branche di rami senza mezzi meccanici a terra: gli interventi vanno ridotti al minimo per non turbare l'equilibrio che hanno trovato nei secoli». L.BAD. causa della neve e di una tempesta, cadde un grosso ramo che lasciò un ampio vuoto; allora fu necessario imbrigliare con tiranti gli altri rami. C'è anche l'associazione di volontariato Rami (Registro degli alberi monumentali italiani, www.ilregistrodeglialberi.it), che insieme al Masaf «promuove la conoscenza e la tutela degli alberi monumentali in Italia». A presiederla è l'agronomo Elia Fontana: con passione fotografa gli esemplari e li cataloga con gli altri volontari. «Finora abbiamo censito oltre 15 mila grandi e annosi alberi del nostro Paese. Ma solo una piccola parte del patrimonio arboreo nazionale è censito e protetto. Collaboriamo con l'amministrazione pubblica, segnalando gli alberi non ancora tutelati, e con le altre associazioni che hanno in comune l'amore per gli alberi e la tutela ambientale».

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Tutti i segreti degli alberi monumentali | Famiglia Cristiana

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