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Un albero ci salverà
Producono ossigeno, puliscono l`aria. Le piante sono preziose per il Pianeta e nel nostro Paese tanti progetti promuovono iniziative per proteggerle e riforestare zone brulle.  In realtà, sono molto di più: le piante producono ossigeno, limitano l'anidride carbonica, puliscono l`aria e filtrano l'acqua. È importante quindi proteggere, tutelare e rafforzare il nostro patrimonio boschivo. Ecco alcune esperienze sul tema.

Sai cosa sono gli alberi monumentali? Quando una pianta acquista particolare valore, che può essere legato
all`età, alla rarità della specie, all`importanza (storica, culturale o religiosa), allo stretto rapporto con l`architettura circostante, la Legge può tutelarla come "albero monumentale". In Italia ce ne sono tanti, soprattutto nei piccoli borghi: su un totale di 4.287 esemplari sul territorio, ben 1.548 Comuni ne hanno almeno uno e di questi 962 sono piccoli borghi. Il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia con la bellezza di 454 piante, di cui quasi la metà nei piccoli borghi una cifra emersa dallo studio promosso da Fondazione  Symbola in collaborazione con il Ministero dell`Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste, Coldiretti, Fai Cisl e Ami (Alberi Monumentali d`Italia). Qualche esempio? La farnia centenaria di Sterpo, a Bertiolo (Ud), alta 21 metri e con una circonferenza fusto di 730 cm, e il pino nero del parco di Cividale (Ud), che ha un tronco largo 4 metri e un`altezza di 25.0 ancora il tiglio di Napoleone, che da due secoli svetta per 24 metri a

«Le città, dove già ora si concentra la produzione di circa il 70% delle emissioni di gas serra, saranno sempre più responsabili della crisi climatica. Il verde, soprattutto le foreste urbane, gioca quindi un ruolo cruciale nella difesa dell`ambiente e della salute dei cittadini» asserisce Matteo Nardi, giornalista, attivista climatico e autore di 10 idee per salvare il pianeta prima che sparisca il cioccolato (Città Nuova, 17 euro). Ma cosa sono le foreste urbane? Si tratta di spazi verdi come lembi di bosco, viali alberati, grandi parchi, orti urbani, giardini, ville storiche e verde di quartiere che, sottratti al traffico, allo smog e alle povere sottili, rappresentano un luogo dove rigenerarsi e mitigare gli effetti negativi dell'urbanizzazione.

Ma non basta preservare le bellezze arboree già esistenti. Riforestare il Salento, partendo dell'area dei Paduli un tempo conosciuta come Bosco Belvedere, è l`obiettivo ambizioso che si pongono i volontari di Manu manu riforesta!, organizzazione di tutela ambientale con sede a Miggiano,
nell`entroterra leccese, che dal
2020 cura i terreni acquista- ti, ricevuti in dono o in
affido, piantando alberi autoctoni per ricostruire la biodiversità e contrastare la deforestazione. In un territorio che ha visto la morte di milioni di patriarchi
verdi, falcidiati negli ultimi anni dal rapido disseccamento e dal batterio Xylella, un gruppo di amici si è alleato con enti per mettere a dimora nuove piante, finora 500. «Abbiamo iniziato mettendo a dimora centinaia di alberi per dare forma a una agro-foresta diffusa: querce, frassini, olmi, pioppi, roverelle, frutti minori, essenze officinali, arbusti della macchia mediterranea» racconta Ada, una delle volontarie dell`associazione. Laiuto solidale, in varie forme, non è mancato: dal denaro alle piante, dalle ore di lavoro nei campi offerte gratuitamente al contributo di artisti. Infatti con la regista Bruna Rotunno e il danzatore/ interprete Gabriele Corrado i volontari hanno prodotto il cortometraggio Canto e controcanto, che narra con delicatezza questo sogno di ricreare la biodiversità. L`intento, spiega la regista, è «mostrare la realtà dell`annullamento quasi totale del patrimonio storico degli ulivi, ma anche la possibilità di evolvere da una situazione drammatica attraverso la creatività e l`azione mirata alla rinascita delle antiche foreste preesistenti». Intanto, Coldiretti ha annunciato la nascita di un polo specialistico antixylella per la ricostruzione della più grande fabbrica green del Sud Italia, che accompagnerà le aziende olivicole nella realizzazione dei nuovi impianti con le varietà resistenti. Sono 21 milioni le piante infette e oltre 183.000 gli ettari contaminati, a fronte di soli tre milioni (è il numero stimato) di ulivi reimpiantati. Attraversando il Tirreno verso ovest, a Sassari dal giugno 2021 opera il team del progetto Albe rea, per la riforestazione della Sardegna: attraverso il sito si può adot- tare o regalare un albero.
Le cifre? Si va dal carrubo per 48 euro al più economico mandorlo da 39 euro, dall`ulivo alla sughera, dal gelso al leccio. «Abbiamo
scelto alberi autoctoni, capaci di resistere agli stress climatici locali, che im- pattano meno sulla compensazione della Co2 e si adattano perfettamente a clima, suolo e biodiversità del luogo.
Le città più "green" del nostro Paese? Trento, Mantova e Pordenone. Ingegnere ambientale e ideatore del progetto Albe rea. Suo padre Pierpaolo era un ingegnere chimico che ha operato per decenni nella depurazione dell`acqua e con la famiglia ha rimboschito nell`arco di 20 anni alcuni ettari di terreno nel Campidano di Cagliari, fino ad allora destinati alla coltivazione del grano.

«Il progetto di riforestazione in Sardegna è solo il primo di un modello d`impresa scalabile in altre regioni d'Italia e del Mediterraneo» aggiunge Marongiu. A fine marzo si è conclusa la messa a dimora degli ultimi alberi della stagione 2023/24, ma il gruppo di attivisti continuerà «con la geolocalizzazione di ogni albero e la mappatura di tutte le piante per fornire via mail le dovute informazioni a tutte le persone, aziende e realtà che hanno dato il loro contributo per un futuro più verde. Inoltre, proponiamo ai proprietari di terreni di afforestare, riforestare interamente o parzialmente le loro proprietà contribuendo attivamente al miglioramento del territorio»

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