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di Redazione

Symbola, il Seminario sull’Italia che funziona, torna a Mantova dal 12 al 14 giugno per la sua ventesima edizione. L’anima è Ermete Realacci, uno dei primi ambientalisti in Italia.

Quali novità ha portato per questa edizione?

«Mahler dice che la tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco. La massima di Symbola, a vent’anni di distanza, è sempre quella: difendere un’idea di Italia che basa il futuro su coesione sociale, innovazione e sostenibilità. E aggiungo che Papa Leone ha citato una frase di Sant’Agostino che era il titolo del nostro seminario dell’anno scorso. “Sono tempi cattivi, dicono gli uomini; viviamo bene e i tempi saranno buoni, perché noi siamo i tempi”: papa Leone ha preso il cuore della frase per un richiamo alla responsabilità di tutti».

Nella presentazione del Seminario c’è anche una frase di papa Francesco. Che cosa lo lega a Symbola?

«Ha scritto tre importanti encicliche: Laudato si’, Fratelli tutti e Laudate Deum, tre importanti documenti sulla sostenibilità».

Come si articolerà il Seminario?

«Symbola ha sempre messo insieme soggetti molto diversi, esponenti dell’economia grande e piccola, della società, delle imprese e delle istituzioni a livelli molto vari. D’altronde, symbola in greco è la tessera spezzata che, apparentemente, indica due cose diverse ma in realtà sono la stessa cosa. Avremo una folta presenza dei territori, dal cardinal Zuppi ai ministri, da Gentiloni al presidente dell’Anci e tanti altri. Abbiamo, però, scelto di aprire con un forte richiamo all’artigianato con la segnalazione di cento imprese che in tanti campi fanno la differenza».

Quest’anno si parlerà molto di sostenibilità...

«La sostenibilità ha sempre attraversato gli appuntamenti di Symbola. Ma non è astratta, è sempre mediata da una lettura del Paese: l’Italia è capace di vedere i suoi mali, dal debito pubblico alla burocrazia, ma non li affronta; siamo incapaci, però, di vedere i nostri punti di forza. Quanti sanno che Saviola è uno dei leader al mondo nel costruire mobili con il legno riciclato e che le acciaierie Arvedi neutralizzano le emissioni di CO₂? A Mantova, poi, presenteremo il rapporto annuale “Coesione è competizione”, la seconda giornata, con Unioncamere, Intesa Sanpaolo e altri, in cui si vede come funziona davvero l’Italia. All’estero hanno imitato i nostri distretti ma non ci sono riusciti perché sono legati a una maniera di essere».

Che cosa contiene quel rapporto?

«“Coesione è competizione” misura come vanno le imprese che hanno rapporti migliori con il territorio, i lavoratori, che tengono insieme economia e società. Sono più di un terzo delle imprese e sono quelle che vanno meglio, innovano di più, esportano di più e creano posti di lavoro. In quel rapporto c’è la conferma degli altri: essere buoni conviene. Incamminarsi su questa strada non è contro lo sviluppo ma proporre una nuova economia».

Lei insiste sempre sulle radici da tenere ben salde nel territorio. Cosa significa questo per Symbola?

«Le discussioni sul futuro partendo dalle nostre radici, che terremo al Teatro Bibiena, fanno capire come possano essere utili al mondo se mettiamo in campo il meglio che l’Italia è stata in grado di realizzare. È il terreno evocato dal presidente Mattarella: la transizione verde non è un dovere ordinato da qualcuno ma è un qualcosa che fa bene all’economia. L’ambizione dell’Italia è dare un contributo decisivo ad un’idea umanistica di economia e di società grazie alla sua capacità di tenere insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, sostenibilità e competitività».

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