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  • Il Sole 24 Ore

La catena produttiva in ambito culturale ha raggiunto nel 2024 un valore aggiunto diretto di 112,6 miliardi di euro, dato che testimonia una chiara tendenza di crescita con incremento del 2,1% rispetto ai risultati dell’anno precedente. Il dato è contenuto «Io Sono Cultura 2025», il Rapporto annuale realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del ministero della Cultura.

Il valore aggiunto aggregato

La quindicesima edizione consegna un balzo in avanti risulta ancora più significativo (+19,2%) se confrontato con la situazione del 2021. L’ecosistema di questo settore è vasto e ramificato, annoverando quasi 289 mila imprese in attività, un numero in aumento dell’1,8% rispetto al 2023, affiancate da oltre 27.700 organizzazioni senza scopo di lucro dedicate alla promozione della cultura e della creatività, le quali costituiscono una parte rilevante, precisamente il 7,6%, del totale delle organizzazioni non-profit presenti sul territorio. Ma l’influenza della cultura e della creatività sulla nazione va ben oltre il contributo diretto misurato in termini di valore aggiunto delle sole attività primarie, poiché il suo impatto complessivo, includendo gli effetti indiretti e indotti su tutta la filiera economica, genera un valore aggiunto aggregato stimato in circa 302,9 miliardi di euro.

Dove si cresce di più

L’analisi dei dati del 2024 evidenzia una trasformazione del panorama culturale e creativo italiano, con una crescente digitalizzazione e una ridefinizione delle dinamiche occupazionali. Il settore che cresce di più in termini di ricchezza prodotta nel corso dell’ultimo anno è quello dei “Software e videogiochi” (+8,0%), seguito dalle attività di Comunicazione (+4,4%). Si tratta di settori che crescono anche da un punto di vista occupazionale, registrando in un solo anno un aumento dei lavoratori rispettivamente pari al +2,3% e +5,7%. Le “Performing arts e arti visive” hanno registrato una crescita del valore aggiunto del +2,2% nel 2024 e del +34,4% dal 2021, mentre l’occupazione è aumentata del +2,6% nell’ultimo anno e del +9,6% dal 2021. Anche il “Patrimonio storico e artistico” mostra segnali di ripresa, con un incremento del valore aggiunto del +1,5% nel 2024 e del +32,0% dal 2021, accompagnato da una crescita dell’occupazione del +7,6% nell’ultimo anno e del +21,1% dal 2021.

Realacci: contributo importante a transizione verde e digitale

Secondo Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, «la forza della nostra economia e del made in Italy deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica». Per Realacci l’Italia «forte di oltre un milione e mezzo di addetti culturali e creativi può offrire un contributo importante ad una transizione verde e digitale. Un’economia più a misura d’uomo e per questo più competitiva e più capace di futuro come sostiene il Manifesto di Assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export. Come più volte sottolineato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella “la cultura non rappresenta un lusso superfluo, ma un autentico asset competitivo”».

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Rapporto Symbola, cresce il valore aggiunto nella Cultura a 112,6 miliardi (+2,1%). Per ricchezza prodotta guidano software e videogiochi | Il Sole 24 Ore

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