Tra i grandi Paesi europei l'Italia è quello con la quota maggiore di recupero di materia prima nel sistema produttivo, con una quota pari niente meno che al 18,5 per cento. Cosa vuol dire? Che il Bel Paese sta facendo passi da giganti per affermarsi come modello virtuoso di economia circolare, vale a dire valorizzando un modello di sviluppo economico in grado di riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.
Che cos'è l'economia circolare
Ellen MacArthur Foundation ha definito come economia circolare un sistema pensato per potersi rigenerare da sola. Un'economia circolare, quindi, si basa su due diversi flussi di materiali: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera. Alla base di questo modello vi è un ripensamento complessivo e radicale rispetto al modello produttivo classico, basato sull'iper sfruttamento delle risorse naturali che, dopo essere state trasformate in prodotti e "consumate" vengono inevitabilmente gettate via, e che raggiunge la massimizzazione dei profitti solo tramite la riduzione dei costi di produzione.
Adottare un approccio circolare, invece, significa rivedere il funzionamento dell'intera filiera coinvolta in ogni ciclo produttivo: dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita – bisogna riuscire a cogliere ogni opportunità per ridurre al minimo l'apporto di materia prima, energia in ingresso, scarti e perdite, cercando di prestare maggiore attenzione anche alla prevenzione delle esternalità ambientali negative.