La provincia di Padova dimostra sempre più di avere una vocazione green. Secondo il Rapporto Greenitaly 2023 dell'Istituto Symbola assieme al Tagliacarne e Unioncamere e patrocinato dal Ministero dell'Ambiente, 10 mila aziende hanno fatto eco-investimenti tra il 2018 e il 2022, ovvero il 38,5% del totale delle imprese di tutta la provincia. Quasi la metà dei nuovi lavori è direttamente collegata ad aziende green, cioè sostenibili o che hanno dichiarato guerra all'inquinamento e ai consumi eccessivi. Le assunzioni, cosiddette, "green-job" sono state 36.850 con una incidenza del 40,3% sul totale delle assunzioni. E i risultati arrivano anche nei guadagni perché le realtà più impegnate sul fronte dell'ecologia sono anche quelle che hanno fatturati più floridi e maggiore capacità occupazionale. Tante buone intenzioni che dovrebbero essere agevolate e sostenute dal governo; invece le imprese green lamentano di incontrare numerosi ostacoli sul loro cammino virtuoso. Prima di tutto la burocrazia lenta e farraginosa, poi la difficoltà di trovare personale formato e specializzato nelle buone pratiche verdi. La protesta più decisa arriva dal mondo dei costruttori. Si tratta di aziende che hanno un impatto importante sull'ambiente e, per questo, sono tra le prime a mettere in campo ogni strategia di mitigazione. Almeno quelle virtuose. I dati rilevati dal Greenitaly sono una valutazione "terza" che Ance Padova (l'Associazione nazionale dei costruttori della provincia) legge e divulga con "soddisfazione" perché certifica lo sforzo degli imprenditori padovani verso la transizione ecologica. «Non lo diciamo noi, ma lo certifica il Rapporto Greenitaly: Padova ha il più alto numero, tra le province italiane, di imprese sostenibili», commenta Monica Grosselle, presidentessa di Ance, «Sono imprese che hanno fatto investimenti eco-sostenibili e di queste buona parte sono imprese delle costruzioni. Un primato nazionale e regionale che ci rende orgogliosi, ma soprattutto è la dimostrazione che, quanto andiamo dicendo da anni, non è soltanto un proposito in prospettiva futura, ma è concretezza per far crescere le imprese, renderle sempre più a misura dei collaboratori e fare in modo che diventino un riferimento per affrontare la transazione ecologica». Il green job è il futuro, coinvolge i sindacati e le scuole e deve coinvolgere sempre di più anche la politica. E questo non solo perché è giusto, ma anche perché è conveniente. Secondo Greenitaly 2023 le imprese green-oriented - che compiono investimenti in processi e prodotti a maggior risparmio energetico, idrico e a minor impatto ambientale - risultano più competitive rispetto alle imprese non eco-investitrici. «È quello che si evince dalle previsioni aziendali per il 2023 sull'andamento della produzione, del fatturato e degli occupati, nonché dal livello delle esportazioni», conferma Grosselle, «Il 43% delle imprese che ha realizzato investimenti green, infatti, si attende un incremento della produzione nell'anno in corso rispetto all'anno precedente, superando di 7 punti percentuali la quota delle imprese non eco-investitrici. Analogamente, risulta più elevata tra le eco-investitrici la percentuale di imprese che si aspetta un aumento del fatturato, pari al 47% dei casi (il 40% per le imprese che non investono nel green). Anche relativamente agli occupati e alle esportazioni, la quota di imprese che dichiara un incremento della performance nel 2023 è maggiore tra le imprese green-oriented. In particolare, il 29% delle imprese green prevede un aumento del numero di occupati (solo un aumento del 19% per quanto riguarda le imprese non investitrici), mentre il 30% ipotizza un aumento delle esportazioni (il 20% nelle imprese non investitrici)».
Elvira Scigliano | Il Mattino di Padova