La città di Rimini si trasforma, ancora una volta, nel fulcro delle discussioni globali sull'energia, ospitando la seconda edizione di "Key - The Energy Transition Expo". Organizzata da IEG (Italian Exhibition Group), la fiera internazionale della transizione energetica ha ufficialmente aperto i suoi 16 padiglioni il 28 febbraio, accogliendo 800 brand provenienti da 25 paesi diversi, di cui il 35% sono espositori internazionali.L'evento di quest'anno, che continua fino al 1 marzo, è proiettato a superare i successi della sua edizione precedente. Con un aumento di quattro padiglioni rispetto al 2023, la fiera ha attirato l'attenzione di circa 300 buyer e delegazioni internazionali provenienti da 57 paesi. Un risultato possibile grazie alla sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri (Maeci) e l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice Agenzia).Key Energy non è solo la prima fiera in Italia dedicata alla transizione energetica, ma si posiziona al secondo posto in Europa, diventando la più rilevante nel bacino che comprende Sud Europa, Mediterraneo e Africa. Le sei aree espositive coprono una vasta gamma di tematiche, tra cui lo sviluppo del solare, dell'eolico, dell'idrogeno, dell'efficientamento e di città e mobilità sostenibili. Un nuovo ingresso quest'anno è l'area dedicata ai sistemi di accumulo, segno dell'evoluzione continua del settore.
La crescita delle rinnovabili in Italia: sfide, opportunità e prospettive
Questa mattina, è stato presentato in fiera il Secondo Rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia, promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group in collaborazione con le principali associazioni di categoria del comparto. Secondo quanto emerso, in Italia nel complesso delle energie rinnovabili si contano 37.655 imprese, con una dimensione media di 9,5 addetti, contro le 33.257 dell’anno precedente, evidenziando un aumento del 13,2%: il 74,4% di tali imprese esplicitano attività sul fotovoltaico, seguite da un 37,1% per l’eolico, 23,2% sulle bioenergie (ovvero biomasse e biogas), 17,6% sull’idroelettrico, 13,0% nel geotermoelettrico e 8,1% nel solare termico, con una distribuzione piuttosto stabile tra gli anni.
“La transizione verde aiuta un futuro più a misura d’uomo. In particolare puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza fa crescere L’Italia la rende più libera, dà forza alla nostra economia e aumenta i posti di lavoro. Come è scritto nel rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia, promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group", ha dichiarato Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola. "C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile: il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C’è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone. Possiamo farlo dentro la missione che si è data l’Europa con il Next Generation EU, per rispondere alle crisi tenendo insieme coesione, transizione verde, digitale”.