Le gravi crisi che attraversano il mondo offrono una grande occasione per rendere il sistema economico e sociale più capace di affrontare il futuro seguendo la direzione tracciata dal Manifesto di AssisiLe parole con cui si apre il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento, di cui siamo i portavoce, sono oggi ancora più attuali. "Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d'uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini. Importante è stato ed è in questa direzione il ruolo dell'enciclica Laudato Sì di Papa Francesco". Nonostante le gravi crisi che attraversano il mondo, in molti campi la sostenibilità dà forza ad una nuova economia. Pensiamo a quanto sta accadendo in campo energetico. Come ha detto il Direttore Generale dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili IRENA, Francesco La Camera, nel 2023 l'87 per cento della nuova potenza elettrica installata viene da energie rinnovabili.
Dati analoghi sono stati forniti da Fatih Birol, Direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale dell'energia. A confermare che oggi quella scelta è più conveniente anche dal punto di vista economico, nonostante la politica si attardi su idee del passato. È sempre più centrale la convinzione, per dirla con Papa Francesco, di "essere parte di un destino comune" per affrontare insieme il presente e il futuro. In Italia in particolare c'è un'attitudine a provare empatia verso l'altro, agire per il senso comune. Un'attitudine, che nell'epoca delle solitudini e dell'isolamento, torna a crescere non solo tra le persone ma sempre più nel mondo dellImpresa. Sono sempre più le imprese che comprendono il valore della sussidiarietà e del capitale relazionale, i suoi effetti sulla reputazione, sulla fiducia di cui godono, che si riverberano su tutta la rete di relazioni: lavoratori, istituzioni, fornitori, comunità, cittadini. Fare bene e farlo bene, fa bene all'impresa, questa la tesi di fondo del rapporto "Coesione è Competizione 2024" promosso da Fondazione Symbola, Unioncamere e Intesa Sanpaolo.Tesi confermata anche dai dati di altri report come "GreenItaly" e "Io sono cultura". I numeri e le storie di imprese, raccolte in questo rapporto, raccontano come l'ascolto dei lavoratori porta a creare ambienti di lavoro sani e stimolanti, dove potersi realizzare umanamente e professionalmente, in cui persone preparate e motivate amano i prodotti che realizzano e i servizi che erogano, con vantaggi sulla qualità di beni e servizi. La coesione favorisce il radicamento nei territori, favorisce la riorganizzazione delle filiere, rendendole più circolari e sostenibili, consente di aprire la ricerca e accelerare il sorgere di nuove tecnologie. La coesione parla di alleanze tra imprese e mondo della ricerca per aumentare conoscenze e competenze per competere, o per ridurre il mismatch lavorativo e trovare manodopera specializzata grazie a un rinnovato dialogo con gli enti di formazione. La coesione tra imprese porta a rafforzare i legami di distretto odi filiera per accrescere le performance di sostenibilità.
Il dialogo con il terzo settore restituisce al mondo aziendale un'intelligenza sociale che fa cogliere meglio i cambiamenti in atto nella società e individuare nuovi spazi di mercato, ma anche per legarsi maggiormente alle comunità e migliorare la conoscenza dei luoghi in cui operano.
Nel 2023 le imprese coesive rappresentano il 43 per cento delle Pmi manifatturiere, un dato sostanzialmente in linea rispetto al 2022 ma in crescita di undici punti percentuali rispetto al 2018. Le imprese coesive ottengono risultati migliori rispetto alle imprese che non lo sono. Ciò vale sia per il fatturato (per il 2024 sono il 34 per cento le imprese coesive che stimano aumenti di fatturato rispetto al 2023, contro il 25 per cento delle altre), che per l'occupazione (25 per cento di indicazioni di incremento nel 2024 rispetto al 16 per cento delle altre imprese) e le esportazioni (27 per cento contro 21 per cento). Si conferma la propensione delle imprese coesive al green e al digitale. Infatti, quasi due imprese su tre (il 67 per cento) hanno investito in sostenibilità ambientale nel triennio 2021-2023 (il 43 per cento nel caso delle imprese non coesive). Peraltro, con riferimento al 2023 oltre un terzo delle imprese coesive (il 39 per cento) ha investito in fonti rinnovabili per migliorare le proprie performance ambientali, a fronte del 24 per cento delle imprese non coesive. Anche dal punto di vista della transizione digitale, le imprese coesive nel 72 per cento dei casi hanno adottato tecnologie digitali 4.0 nel periodo 2021-2023 (la quota è del 48 per cento nelle altre imprese) e l'8 per cento utilizza stabilmente applicazioni di Intelligenza Artificiale (la percentuale si ferma al 4 per cento nel caso delle altre imprese).
Si conferma, ancora una volta, la maggiore propensione alla coesione nei "territori coesivi" che rappresentano l'humus ideale affinché l'imprenditorialità coesiva possa emergere. Non a caso la quota di imprese coesive è più alta in quei territori in cui i cittadini sono soddisfatti della propria vita, hanno un elevato livello di fiducia interpersonale, leggono di più, partecipano alla vita civica e politica, fanno la raccolta differenziata e partecipano alle attività di volontariato. Più che mai questo passa anche per una forte assunzione delle proprie responsabilità. L'ultimo Seminario estivo della Fondazione Symbola si è ispirato ad una frase di Sant'Agostino "Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi". Un nuovo umanesimo dipende anche da questo. Noi siamo i tempi.
Ermete Realacci e Padre Enzo Fortunato | Riflesso magazine