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Le Considerazioni delle Stimmate, testo francescano del XIV secolo, racconta che nel 1213, durante il suo viaggio in Romagna, San Francesco predicò presso il castello di Montefeltro, nell’attuale comune di San Leo, in occasione dell’investitura di un cavaliere.

Tra i convenuti alla cerimonia vi era anche il Conte di Chiusi Orlando Catani che, impressionato dalle parole del Santo, decise di donargli il monte della Verna.

Nel 2013, per celebrare gli otto secoli dalla visita del Patrono d’Italia in Romagna, è nato il cammino di San Francesco da Rimini a La Verna.

Il percorso, lungo 114 km, nasce sul mare e attraversa la Valmarecchia, sale sull’Appennino giungendo fino in Toscana, e incontra 10 comuni, di cui 6 sotto i 5000 abitanti.

Idealmente il tragitto rappresenta la parabola della vita del Santo.

Da Rimini, centro turistico famoso anche per la sua vita notturna, ci si incammina verso la natura, salendo sui crinali dell’Appennino per immergersi nella natura e ritirarsi infine in preghiera presso il Santuario della Verna. La partenza è la stazione ferroviaria di Rimini, e da qui si attraversa il centro cittadino che ospita numerose chiese tra cui il Tempio Malatestiano, dove è possibile ammirare opere di Piero della Francesca e Giotto, e la chiesa di Santa Chiara, dove si ritiene che San Francesco abbia soggiornato.

Seguendo il corso del fiume Marecchia, si giunge in località Villa Verucchio, nel comune di Verucchio, dove su una collina è posto il Convento di Santa Croce, eretto nel luogo dove il Santo di Assisi trovò un riparo di fortuna.

Qui si trova il cipresso che, secondo la tradizione, sarebbe germogliato dal bastone che San Francesco piantò nel terreno. L’albero, vecchio otto secoli, è frutto di studi botanici per la sua incredibile longevità.

Addentrandosi nell’alta Valmarecchia si arriva a San Leo e si fa tappa al Convento di Sant’Igne, luogo fondamentale del cammino. Il convento sorge infatti nel luogo che offrì riparo a Francesco, attirato dal fuoco (in latino Ignis) acceso da pastori locali, e custodisce il ceppo dell’olmo sotto al quale il Santo effettuò la predica che tanto impressionò il Conte di Chiusi. Il paese, posto su un ripido sperone di roccia, colpì Dante per la sua posizione, al punto che nel Canto IV del Purgatorio il Poeta scrive “Vassi in Sanleo […] ma qui convien ch’om voli”.

Una volta superato il comune di Maiolo – dove si possono osservare i ruderi dell’imponente Rocca di Maioletto, che domina l’intera vallata e che la leggenda vuole distrutta da una frana come punizione divina per i riti pagani che lì si svolgevano – si giunge a Sant’Agata Feltria. Il paese, a testimonianza della spiritualità dei luoghi, ospita il Convento delle Suore Clarisse e il Convento dei Frati Cappuccini.

Proseguendo il cammino si arriva nel comune di Verghereto, dove, in località Balze, si trova l’Eremo di Sant’Alberico, completamente immerso nei boschi. Qui si può anche scegliere di compiere una piccola deviazione per percorrere la suggestiva via Granducale, una mulattiera in roccia che attraversa i boschi del Monte Fumaiolo, fatta costruire da Leopoldo II di Toscana per una grazia ricevuta.

Superato il confine con la Toscana, a Chiusi della Verna, si entra nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e si arriva finalmente al Santuario della Verna, uno dei luoghi simbolo del francescanesimo: qui, infatti, nel 1224 Francesco ricevette le stimmate.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d'Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d'Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.

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