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Il cammino 9 ripercorre le peregrinazioni del Sommo Poeta nel Centro Italia, con un percorso ad anello di 380 km.

Ancora oggi per riferirsi all’Italia si usa un’espressione coniata da Dante, che nel XXXIII canto dell’Inferno scrive “del bel paese là dove 'l sì suona”.

La vita stessa del Poeta fu un viaggio nel Centro Italia, dalla nascita a Firenze alle campagne militari, dall’esilio fino alla morte a Ravenna, e nella Divina Commedia sono numerosi i riferimenti geografici di queste peregrinazioni.

Percorrendo i 380 km del Cammino di Dante, è possibile ammirare ancora quella bellezza senza tempo raccontata dalla penna del Sommo Poeta.

Il tragitto è costituito da un anello che da Ravenna porta a Firenze attraversando l’Appennino, per tornare al punto di partenza risalendo lungo le foreste del Casentino. Il cammino si snoda tra l’Emilia-Romagna e la Toscana, incontrando città d’arte, foreste, e alcuni dei borghi più affascinanti della Penisola. Dei 26 comuni che si incrociano, 12 sono al di sotto dei 5000 abitanti.

Partendo dalla tomba di Dante a Ravenna, nella Basilica di San Francesco, si attraversa la via Emilia per giungere nel borgo rurale di Oriolo dei Fichi, tra Forlì e Faenza, il cui castello rivestì un’importante funzione militare nel controllo dell’Appennino romagnolo tra l’XI e il XVI secolo.

Si prosegue quindi attraversando il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, area di interesse naturalistico per via delle sue grotte e dei suoi sistemi carsici, fino ad arrivare a Brisighella. Inserito tra i “borghi più belli d’Italia”, il paese è caratterizzato dai tre colli che ospitano le tre architetture simbolo del borgo: la Rocca Manfrediana (o Rocca Veneziana), il Santuario del Monticino e la Torre dell’Orologio.

Superato il confine con la Toscana si fa tappa a Marradi, che fu possedimento dei Conti Guidi negli anni in cui Dante passò per queste terre. Alighieri cita più volte i membri di questa famiglia nella Divina Commedia.

Successivamente lungo il percorso si incontra San Godenzo, presso la cui Abbazia, nel 1302, si tenne un convegno tra Guelfi bianchi (fazione di Dante) e Ghibellini, cacciati da Firenze. L’evento rivive ogni anno attraverso una rievocazione storica.

Arrivati a Firenze si visita il museo della Casa di Dante, a pochi passi da Santa Maria de’ Cerchi, luogo del primo incontro tra il Poeta e Beatrice, e si comincia la seconda parte del cammino verso Ravenna.

Superando l’Arno nei pressi di Rignano si entra nel Casentino passando per Castel San Niccolò, dove si può scegliere di deviare verso Poppi, uno dei “borghi più belli d’Italia”. La deviazione è consigliata agli appassionati di letteratura: si ritiene infatti che Alighieri abbia composto proprio nel castello del paese il canto XXXIII dell’Inferno.

Senza effettuare la deviazione si entra invece nel comune di Pratovecchio Stia. Qui, nella piana di Campaldino, tra i castelli di Poppi e Romena, residenza di Dante in esilio, si combatté la battaglia del 1289 tra Guelfi e Ghibellini alla quale prese parte anche il Poeta.

Ma non sono soltanto i luoghi storici a caratterizzare il Cammino di Dante: protagonisti del percorso di ritorno verso Ravenna sono i paesaggi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Da Poppi si raggiungono infatti le foreste di Camaldoli, curate nei secoli dai monaci della locale abbazia, e i piccoli comuni di Premilcuore e Portico di Romagna e San Benedetto. Lasciate le foreste si arriva quindi a Dovadola, da cui si prosegue per Forlì, ultima tappa del cammino prima di giungere nuovamente a Ravenna, dove il Poeta morì nel 1321.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d'Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d'Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.

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