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  • di Marco Frey, Presidente Comitato Scientifico Symbola

Si conferma come il mondo, a soli 5 anni dalla scadenza, sia decisamente molto lontano dal raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Per ben 5 SDGs (sconfiggere fame nel mondo, istruzione di qualità, acqua pulita, occupazione e crescita economica, e riduzione disuguaglianze ) il regresso o la stagnazione rispetto al 2015 è superiore al 50% o prossimo a tale soglia (fig. 1). Preoccupano in particolare i temi della fame, dell’educazione e dell’acqua.

Guardando nel dettaglio all’andamento nell’ Unione Europea degli SDGs  relativi alla sostenibilità ambientale, nell’ultimo quinquennio (2018-2023 o 2019-2024), l’Europa si scosta dalla rappresentazione quinquennale di tre anni fa e leggermente anche da quella dello scorso anno.[1]

Molto positiva è la dinamica della produzione e consumo sostenibile (SDG12), dove la footprint dei materiali è leggermente diminuita, mentre è diminuito considerevolmente il consumo di sostanze chimiche pericolose. Tuttavia, il tasso di utilizzo circolare dei materiali nell’UE è rimasto stagnante al di sotto del 12%, il che indica che al ritmo attuale l’UE non sarà in grado di raggiungere il suo obiettivo per il 2030. Positivo invece risulta il settore dei beni e servizi ambientali che ha continuato a sovraperformare gli altri settori economici.

Al SDG15 (vita sulla terra), già tra gli obiettivi in una situazione maggiormente critica,  si è aggiunto nell’ultimo anno l’SDG14 (vita sotto l’acqua)..

Il primo mostra un ulteriore peggioramento della situazione rispetto agli anni precedenti. Ciò è dovuto principalmente al continuo degrado del suolo e al declino della biodiversità. I progressi sono visibili solo per quanto riguarda la lenta crescita della superficie forestale e un miglioramento della domanda biologica di ossigeno nei fiumi dell’UE. Al contrario, l’inquinamento da fosfati dei fiumi continua ad aumentare. Il degrado del suolo è in costante crescita. Inoltre, l’UE soffre di un drastico declino a lungo termine delle popolazioni di uccelli comuni e farfalle di prateria.

La designazione di nuove aree protette terrestri è stagnante, il che significa che, al ritmo attuale, l’UE non raggiungerà l’obiettivo di proteggere almeno il 30% della sua superficie terrestre entro il 2030.

A ciò si aggiunge la situazione della vita sotto l’acqua: sebbene l’estensione delle aree marine protette sia aumentata, la designazione di nuove aree dovrebbe accelerare significativamente per raggiungere l’obiettivo del 30% di acque marine protette entro il 2030. Le tendenze relative alla salute degli oceani sono contrastanti. La quota di acque marine dell’UE colpite dall’eutrofizzazione è aumentata notevolmente. Una nota più positiva è che la quota di siti di balneazione costieri con un’eccellente qualità dell’acqua è leggermente aumentata nell’UE. Inoltre, indicatori basati su modelli sulla pesca sostenibile mostrano un miglioramento dell’evoluzione della biomassa degli stock ittici e della pressione di pesca nelle acque marine dell’UE.

Nell’ultimo anno è passato nella fascia degli obiettivi con progresso moderato SDG7 (energia rinnovabile), e miglioramenti si sono riscontrati nel 2024 anche per l’SDG13 (clima).

Con riferimento all’Azione per il clima, gli indicatori sono significativamente migliorati, ma sono necessari progressi più consistenti per garantire che l’UE raggiunga i suoi obiettivi per il 2030 in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici. Le emissioni di gas serra dell’UE sono diminuite notevolmente nel 2023, raggiungendo una riduzione del 36% rispetto al 1990.

Le rimozioni di carbonio ottenute attraverso l’uso del suolo, i cambiamenti di uso del suolo e la silvicoltura (LULUCF), che compensano in parte le emissioni nette complessive di gas serra, sono leggermente diminuite, e l’UE rimane lontana dal suo obiettivo per il 2030. A sostegno dell’obiettivo di neutralità climatica dell’UE, la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico dell’UE è aumentata e l’efficienza media delle emissioni di CO2 delle flotte automobilistiche è migliorata.

Per quanto riguarda l’impatto dei cambiamenti climatici e l’adattamento, le perdite economiche derivanti da catastrofi legate al clima sono aumentate notevolmente in UE negli ultimi anni. Una nota positiva è che sono state emesse più obbligazioni verdi per finanziare la transizione verso la neutralità climatica. Inoltre, la spesa per il clima nei Paesi in via di sviluppo è aumentata in misura considerevole, il che ha ripercussioni positive anche per l’UE.

[1] Eurostat (2025), Sustainable development in the European Union Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context. 2025 edition. https://ec.europa.eu/eurostat/web/products-flagship-publications/w/ks-01-24-018

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