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Il territorio dell’Italia Centrale è sottoposto ad eventi di crisi idrica che tendono a ripetersi regolarmente, con un periodo di ritorno prossimo ai 5 anni.

Dopo il terremoto del 2016 nelle Marche il problema della sicurezza acquedottistica delle infrastrutture si è acuito, a causa dei danni provocati dal sisma: impossibilità di raggiungere le sorgenti e intere tubazioni portate via dalle frane. Questo ha reso indispensabile una riorganizzazione dell’intera infrastruttura idrica regionale.

Così nasce il progetto dell’Anello Acquedottistico Antisismico dei Sibillini, un modello innovativo, il primo in Europa, a cui hanno partecipato tutte le autorità di ambito delle Marche, a partire dalla CIIP di Ascoli Piceno. La progettazione della nuova infrastruttura è iniziata nel 2017, la fase di progettazione preliminare si concluderà tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022; l’opera, il cui valore complessivo è di circa 225 milioni di euro, dovrebbe essere completata entro il 2026.

Il nuovo anello acquedottistico garantirà una fornitura idrica molto più sicura in base a due fattori: in primo luogo sarà realizzato con tecniche antisismiche per resistere ai movimenti tellurici, quindi connetterà i tre sistemi idrici regionali che al momento non consentono scambio di risorse.

L’interconnessione tra acquedotti esistenti permetterà di compensare il calo temporaneo di disponibilità di acqua in alcune zone rispetto ad altre; la risorsa potrà infatti essere spostata dalle zone con abbondanza a quelle in carenza, senza interrompere il servizio, come purtroppo accade attualmente.

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