Il sistema produttivo culturale e creativo marchigiano produce quasi 2,3 miliardi di euro di valore aggiunto, il 5,2% della ricchezza prodotta dall’economia regionale. In termini di occupazione, i 41.467 addetti della filiera incidono per il 6% dei posti di lavoro regionali. A livello provinciale, Ancona con 877 milioni di valore aggiunto e 13.979 occupati; Pesaro – Urbino con 575 milioni di valore aggiunto e 10.267 di occupati; Macerata con 476 milioni di valore aggiunto e 9.091 di occupati; Ascoli Piceno con 226 milioni di valore aggiunto e 4.248 di occupati; Fermo con 189 milioni di valore aggiunto e 3.882 di occupati.
Questi i dati che emergono dalla XIV edizione del rapporto “Io Sono Cultura”, presentato il 19 settembre scorso a Roma, e realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, Deloitte con la collaborazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Fondazione Fitzcarraldo, Fornasetti e con il patrocinio del Ministero della Cultura.
Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia. Da qui il titolo del rapporto “Io sono cultura” che annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia e lo studio propone dati e storie ed è realizzato grazie al contributo di molte personalità di punta nei diversi settori.
Secondo l’ultima edizione dello studio, a livello nazionale, nel 2023 crescono valore aggiunto e occupazione nel sistema produttivo culturale e creativo, rispettivamente 104,3 miliardi di euro (+5,5% rispetto al 2022) e 1,5 milioni di addetti (+3,2% rispetto al 2022). Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro.
Sempre a livello nazionale, emerge che Lombardia e Lazio sono le regioni che producono più ricchezza con la cultura, Sardegna e Calabria le regioni con la crescita più forte rispetto al 2022. Il comparto dei software è quello che contribuisce maggiormente alla ricchezza della filiera con 16,7 miliardi di euro di valore aggiunto. Cresce, infine, il ruolo dei giovani, in tutti i settori culturali sia nella produzione che nella fruizione, ma emerge una certa precarietà, concentrata in specifici comparti con quote di lavoratori con contratto a termine rilevanti nelle performing arts e arti visive (30,8%), attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico (23,9%) e nel settore dell’architettura e design (20,2%).