«È seriamente in gioco il futuro di un settore che rischia uno sconquasso da cui potrebbe non riprendersi. Una scelta così radicale non si spiega neppure in una fase di riduzione drastica della spesa pubblica». Chiara Sbarigia, presidente diApa, l`associazione dei produttori audiovisivi, usai toni dell`allarme per invitare Governo e Parlamento a un supplemento di attenzione e di verifica sulle misure previste nella legge di Bilancio per cinema e audiovisivo. E il messaggio viene reso ancora più cogente da una stima fatta da Fondazione Symbola per Apa: su124mila addetti dell`audiovisivo un 40% corre il rischio di finire vittima delle nuove misure rimanendo senza lavoro. Quindi si parla di almeno 5omila persone a rischio. L`Sos è generato dal fatto che nella Manovra c`è una sforbiciata da 150 milioni per il 2026 e 200 per il 2027. Nelle prime bozze circolate andava ancora peggio: 190 milioni di taglio nel 2026 e 24o previsti per il 2027. Quindi, come si legge nel testo, il li- vello di finanziamento, originariamente fissato a 70o milioni, sarà erogato «in misura non inferiore a 55o milioni di euro annui per l`anno 2026 e a 5oo milioni di euro annui a decorrere dall`anno 2027». I tagli sono passati così da 430 a 340 milioni totali, ma il settore resta in subbuglio. Anche perché fra le misure previste resta lo stop allo splafonamento in anni successivi per le risorse per il tax credit. È questo, sottolinea Sbarigia, il provvedimento da maneggiare con la massima cautela. «Prevedere già per il 2026 una misura di questo genere significa di fatto bloccare lavori già avviati. Ricordo che parliamo di produttori italiani e coproduzioni con l`estero che nella mancanza di chiarezza che verrebbe a generarsi, finirebbero per bloccare tutto». All`effetto immediato, evidenzia poi la presidente Apa, si aggiungerebbe il danno anche in prospettiva, con le produzioni che potrebbero decidere di rivolgersi altrove. «Perché non dimentichiamo che c`è competizione fra le varie aree dell`Europa e non solo dell`Europa, per portarsi a casa produzioni audiovisive che vogliono dire occupazione, indotto, economia prodotta per il territorio e per il Paese». Il momento, sottolinea Sbarigia, è delicato, con il rischio di uno scivolamento su una buccia di banana che, però, sarebbe irreparabile. Da qui anche il pressing su Governo e mondo della politica. «In queste ore stiamo interloquendo con rappresentanti
istituzionali e forze politiche e abbiamo avuto modo di constatare attenzione da parte dei parlamentari, sia di maggioranza sia di opposizione, così come da parte del Ministero della Cultura. Sempre all`interno del Governo, abbiamo trovato attento ascolto nel Ministro dell`Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, che ha incontrato Apa e dal quale abbiamo percepito concreta volontà per individuare delle soluzioni per il comparto industriale della produzione audiovisiva». Essenziale, sottolinea Chiara Sbarigia, che non si facciano passi falsi: «Se serve tagliare le risorse io dico di discuterne, per carità. Ma se si vieta di botto lo splafonamento ed in contemporanea si riducono drasticamente le risorse la reazione del mercato potrebbe essere incontrollabile». Certo, come riportato sul Sole 24 Ore del17 ottobre c`è da considerare che al momento c`è uno sbilancio di 1,4 miliardi cui far fronte. E, in aggiunta, casi come quello di Kauf mann o anche dei vari film molto finanziati e con scarsi risultati al botteghino non aiutano. «Noi siamo per i controlli più severi possibile. I nostro associati, come aderenti a Confindustria, hanno obblighi molto chiari, derivanti da un codice etico. Ben vengano dunque i controlli. Quello che invece diciamo è che il settore, da questi tagli e revisioni, rischia di finire in ginocchio».
