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Grazie all'anno da Capitale italiana della Cultura, la nostra provincia sale all'8° posto (dal nono) per valore aggiunto del sistema produttivo alimentato da mostre (nella foto, la mostra di Yayoi Kusama), manifestazioni, visite a musei e monumenti. Il comparto della cultura, nel suo complesso, ha generato redditività per 2 miliardi e 4 milioni di euro. Per l'assessore alla Cultura Sergio Gandi si tratta di «dati straordinari da mantenere anche in futuro». corri A PAGINA 10 I dati di Bergamo La cultura genera due miliardi Le attività culturali a Bergamo valgono due miliardi di euro Il rapporto. La provincia sale all'ottavo posto in Italia per valore aggiunto. Il traino della Capitale con Brescia Gandi: «Dati straordinari da mantenere anche in futuro». Arte, cultura, eventi: una filiera che a Bergamo, come nel resto d'Italia, vale sempre di più. Grazie all'anno da Capitale italiana della Cultura, la nostra provincia sale all'8° posto (dal nono) per valore aggiunto del sistema produttivo alimentato da mostre, manifestazioni, visite a musei e monumenti. Il comparto, nel suo complesso, ha generato redditività per 2 miliardi e 4 milioni di euro, pari all'1,9% della quota nazionale, in crescita rispetto al miliardo e 764 milioni del 2022. Un risultato positivo, anche se in un certo senso atteso, viste le iniziative organizzate in occasione della Capitale, che consolida la provincia bergamasca nella top ten italiana, dietro alla «consorella» Brescia (settima con 2 miliardi e 40 milioni), ma davanti a tante altre città d'arte. Insieme, il polo culturale della Capitale italiana 2023 staziona al quarto posto in Italia, con una redditività superiore ai 4 miliardi di euro, dietro solo a Milano, Roma e Torino, e davanti a Napoli, Bologna e Firenze. Lo stato di salute del comparto emerge dal 14° rapporto «Io sono cultura» realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e Deloitte. Su scala nazionale, il valore aggiunto del settore sale a 104,3 miliardi, in aumento del 5,5% rispetto all'anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019. È una filiera complessa e composita quella della cultura, in cui sitrovano ad operare quasi 284 milaimprese (in crescita del 3,1%) e più di 33mila organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività. «Io sono ra -. Ci ha aiutati a capire che cultura è uno strumento molto utile, che ogni anno registra lo stato delle imprese culturali e creative , aiutandoci ad avere un quadro aggiornato sulla situazione della nostra città, in rapporto al contesto nazionale - dice Sergio Gandi, assessore alla Cultura -. Quelli registrati nel 2023 sono dati di cui essere fieri, perché mostrano una città molto vivace nei tanti settori afferenti all'ambito culturale, siaper la produzione che per il valore aggiunto. Obiettivi che sono stati raggiunti nell'anno speciale BGBS23, mostrando ancora una volta come la Capitale della Cultura sia un'esperienza dirimente per la vita di una comunità, volano di crescita e sviluppo. E non a caso le due città gemelle, Bergamo e Brescia, sono il quarto polo culturale italiano per valore aggiunto e occupazione in cultura. Dati straordinari, che ci piacerebbe mantenere costanti anche nei prossimi anni, consapevoli della centralità della cultura come motore di innovazione sociale ed economica». Come capitalizzare il forte traino della Capitale, proseguendo il cammino di crescita del «peso» che la cultura ha dimostrato di avere nell'economica provinciale: questa è la sfida delle istituzioni culturali bergamasche. I giardini della Carrara e nuovo museo delle Mura, entrambi inaugurati un mese fa, sono due esempi di come l'anno della Capitale abbia lasciato un'eredità importante sul territorio, che fa il paio con l'ulteriore crescita delle presenze turistiche .«2023 è stato un acceleratore straordinario - spiega Gianpietro Bonaldi, general manager dell'Accademia Carra Bergamo è certamente legata al mondo produttivo industriale e più tradizionale, ma è anche un luogo in cui la cultura rappresenta un asset strategico. I12023 ci ha consentito di mostrare a tutti, anche a noi bergamaschi, le potenzialità che abbiamo in ambito culturale». Quest'anno, però, prosegue Bonaldi nel suo ragionamento, «non dobbiamo commettere l'errore di leggere solo il dato riferito ai visitatori». Troppo diversa la programmazione di mostre ed eventi per paragonare 2023 e 2024. È piuttosto sull'investimento per il recupero dei giardini e l'apertura del camminamento e del bistrot, che Bonaldi fa leva: «La Capitale ci ha messo in condizioni di affrontare un investimento che in altri momenti forse non avremmo sostenuto - aggiunge - e che ci accompagnerà per decenni. Abbiamo imparato che possiamo continuare ad essere una capitale culturale: il 2023 ci ha lasciato istituzioni più forti e consapevoli». Lungo il solco tracciato dalla Carrara corre anche la rete del Museo delle Storie, che ha «capitalizzato» la mostra sulle Mura che ha chiuso l'anno della Capitale con l'apertura di un museo dedicato, come ricorda il direttore scientifico Roberta Frigeni: «Questa installazione permanente può essere letta come una virtuosa espressione di quel 2023 inteso non tanto come "trionfo dell'effimero", ma come un investimento per il futuro - afferma -. L'anno scorso abbiamo seminato e stiamo raccogliendo frutti già quest'anno, anche in termini di presenze». I primi mesi del 2024 hanno infatti registrato un ulteriore incremento anche dell'affluenza di pubblico: «I dati della rete del Museo delle Storie rispecchiano un trend di crescita che condividiamo con Brescia - conferma Frigeni -, dopo che il 2023 si era chiuso con 221.770 presenze e incassi pari a 477.200 euro, pari a un 30% in più del 2022».

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I dati di Bergamo La cultura genera due miliardi | L'Eco di Bergamo

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