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E’ il colosso made in Italy che realizzerà le macchine che permetteranno al nostro Paese di produrre entro la metà di agosto 35 milioni mascherine chirurgiche al giorno. Parliamo di IMA - Industria Macchine Automatiche.
Nata nel 1961 grazie al perito meccanico Andrea Romagnoli e suo cognato Renato Taino, a Ozzano dell’Emilia (BO), l’azienda si fa subito notare per la qualità delle sue macchine. Ma è nel 1963, con l’ingresso della famiglia Vacchi, che si gettano le basi di uno dei colossi mondiali della meccanica. È in questo periodo che inizia la produzione di macchine automatiche per il confezionamento di tè in sacchetti filtro, settore nel quale diverrà leader mondiale. Negli anni ’70 con il lancio di una macchina rivoluzionaria per la produzione dei blister entra anche nel settore farmaceutico.

Il Gruppo è oggi titolare di oltre 1.700 tra brevetti e domande di brevetto attivi nel mondo, ed è leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè. Basti pensare che i due terzi delle bustine di tè che ogni giorno vengono scartate nel mondo sono impacchettate dalle macchine di IMA. Solo per avere un’idea con qualche numero: ha 1,6 milioni di fatturato, una quota di export del 90%, 6.200 dipendenti in 45 stabilimenti in tutto il mondo, tra Germania, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, India, Malesia, Cina e Argentina, di cui 26 sono in Italia.


Questo player mondiale dell’industria del packaging, guidato Alberto Vacchi, consegnerà nei prossimi mesi, in tempi record, 25 macchine per il confezionamento di mascherine monouso. Forte delle competenze nel settore farmaceutico, nella partita Covid-19  si è anche candidato a fornire i macchinari per la realizzazione su grande scala dei vaccini che verranno.

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