Laici e cattolici, imprese, istituzioni, cittadini, mondo economico parlano una lingua sola in difesa dell'ambiente
«Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario, ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d'uomo e per questo più capaci di futuro». Così si apre il Manifesto di Assisi, presentato da Fondazione Symbola e Sacro Convento di Assisi con gli altri promotori: San Francesco, Coldiretti, Confindustria, Enel e Novamont. Quello che colpisce del Manifesto di Assisi è la sua trasversalità: ha messo d'accordo soggetti diversi (istituzioni, associazioni, imprese, cittadini, mondo economico), laici e cattolici. Ma soprattutto segna una svolta culturale, per la prima volta tante voci parlano una lingua sola per raggiungere gli obiettivi del Manifesto, a cominciare dall'azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050: un sì convinto alle politiche in difesa dell'ambiente e all'impegno di non lasciare indietro nessuno. Lo spunto iniziale del Manifesto di Assisi è l'enciclica Laudato si' di Papa Francesco, da cui trae una spiritualità che si concretizza nella realtà di gesti quotidiani come la gentilezza. Ad Assisi «città messaggio», come l'ha definita Papa Francesco non poteva mancare un accenno a Greta Thunberg.