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di Marco Frey, Presidente Comitato Scientifico Symbola

Gli effetti della pandemia Covid-19, dei conflitti e delle tensioni geopolitiche, del caos climatico sta mettendo alla prova il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Da un lato i Paesi in via di sviluppo (PVS) stanno affrontando le peggiori prospettive economiche a medio termine dell’ultima generazione; dall’altro la salda unità dei governi a sostegno dell’Agenda 2030 offre un barlume di speranza. Le tendenze sono profondamente preoccupanti, ma si stanno facendo progressi, con riduzioni della mortalità infantile, delle infezioni da HIV, miglioramenti nell’accesso all’acqua, ai servizi igienico-sanitari, all’energia e alla banda larga mobile.

Sono necessari pace e solidarietà, nonché risorse finanziarie e partenariati più efficaci per transizioni cruciali nei settori alimentare, energetico, digitale.[1] I dati pubblicati dalle Nazioni Unite rivelano che solo il 17% degli SDG è sulla buona strada per essere raggiunto entro il 2030, quasi la metà mostra progressi minimi (30%) o moderati (18%) rispetto alla traiettoria desiderata e oltre un terzo ha rallentato (18%) o addirittura è regredito (17%). In sostanza si conferma come il mondo a sei anni dalla scadenza sia decisamente molto lontano dal raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Per ben 4 SDGs (2, 4, 8 e 12) il regresso rispetto al 2015 è superiore al 50%.[2]

[1] Dichiarazione del segretario generale delle Nazioni Unite Guterrez, prefazione al Rapporto 2024 sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: https://unstats.un.org/sdgs/report/2024/The-Sustainable-Development-Goals-Report-2024.pdf 
[2] Nazioni Unite 2024

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