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«Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla». Un esordio di speranza, quello di Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola che cita Papa Francesco presentando l’XI edizione del Rapporto GreenItalyUn’economia a misura d’uomo per affrontare il futuro” redatto insieme a Unioncamere e promosso in collaborazione con Conai, Ecopneus e Novamont, con la partnership di Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne srl ed Ecocerved, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

La pandemia cambia la tempistica della ripresa e l’economia non riesce a riprendersi, percossa dalla seconda ondata del virus. Eppure c’è una strada percorrere: l’economia verde. Molti credono che l’economia green sia un gioco per gente che sta nelle nuvole, si dice di realizzare politiche ambientali purché non indeboliscano l’economia. Invece è vero esattamente il contrario. Chi ha investito nel green ne esce rafforzato a prescindere dalle dimensioni dell’impresa, le aziende green resistono meglio alla pandemia e quando subiscono i colpi sono più resilienti.

Lo confermano i dati del Rapporto GreenItaly presentati da Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere. Il sistema italiano è leader in Europa nell’eco-efficienza, abbiamo il primato del riciclo in Europa (79,3% nel 2018), le imprese italiane utilizzano materiali riciclati per il 14,3%, contro una media europea dell’11%. Cresce il numero delle imprese green (+21,5%) che sono risultate le più performanti anche in termini di export (+10%). Anche il lavoro va verso il green: nel 2019 l’occupazione nel settore è cresciuta del 35% e per i prossimi anni si prevede che i nuovi lavori saranno green e che i vecchi tipi di lavoro andranno aggiornati con competenze green. Nell’attuale fase di difficoltà anche questo tipo di imprese ha delle criticità, ma ha mostrato di avere una marcia in più: hanno aspettative positive rispetto al futuro per occupazione, fatturato ed export; reagiscono meglio perché sono più innovative e hanno fatto ricorso alle tecnologie digitali (aumento delle vendite online e formazione del personale sulle nuove tecnologie, riorganizzazione dei tempi di lavoro per contenere i costi, adattamenti nella gestione aziendale).

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