IO SONO CULTURA 2024, IL RAPPORTO ANNUALE DI FONDAZIONE SYMBOLA, UNIONCAMERE, CENTRO STUDI TAGLIACARNE E DELOITTE
NEL 2023 CRESCONO VALORE AGGIUNTO E OCCUPAZIONE NEL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO, RISPETTIVAMENTE 104,3 MILIARDI DI EURO (+5,5% RISPETTO AL 2022) E 1,5 MILIONI DI ADDETTI (+3,2% RISPETTO AL 2022)
CULTURA E CREATIVITÀ, IN MANIERA DIRETTA O INDIRETTA, GENERANO COMPLESSIVAMENTE UN VALORE AGGIUNTO PER CIRCA 296,9 MILIARDI DI EURO
L’EMILIA ROMAGNA SI CONFERMA COME IMPORTANTE HUB CULTURALE E CREATIVO: BOLOGNA TRA LE PRIME DIECI PROVINCE PER INCIDENZA DELLA CULTURA E DELLA CREATIVITÀ NELLA CREAZIONE DI VALORE AGGIUNTO E POSTI DI LAVORO
EMILIA-ROMAGNA, CON IL SISTEMA MUSEALE REGIONALE, HA SVILUPPATO NEL 2023 UN GRANDE CANTIERE DI COSTRUZIONE DI RETI E COMPETENZE CON OLTRE 200 OPERATORI DI MUSEI, BIBLIOTECHE, ARCHIVI, TEATRI E ORGANIZZAZIONI SOCIO SANITARIE
IL COMPARTO DEI SOFTWARE E VIDEOGIOCHI È QUELLO CHE CONTRIBUISCE MAGGIORMENTE ALLA RICCHEZZA DELLA FILIERA CON 16,7 MILIARDI DI EURO DI VALORE AGGIUNTO
LOMBARDIA E LAZIO REGIONI CHE PRODUCONO PIÙ RICCHEZZA CON LA CULTURA, SARDEGNA E CALABRIA LE REGIONI CON LA CRESCITA PIÙFORTE RISPETTO AL 2022
MILANO PRIMA PER VALORE AGGIUNTO E OCCUPAZIONE, SEGUONO ROMA, TORINO, TRIESTE, AREZZO, FIRENZE E BOLOGNA NELLA TOP TEN DELLE PROVINCE
CRESCE IL RUOLO DEI GIOVANI, IN TUTTI I SETTORI CULTURALI SIA NELLA PRODUZIONE CHE NELLA FRUIZIONE. EMERGE UNA CERTA PRECARIETÀ, CONCENTRATA IN SPECIFICI COMPARTI CON QUOTE DI LAVORATORI CON CONTRATTO A TERMINE RILEVANTI NELLE PERFORMING ARTS E ARTI VISIVE (30,8%), ATTIVITÀ DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO E ARTISTICO (23,9%) E NEL SETTORE DELL’ARCHITETTURA E DESIGN (20,2%)
IN COPERTINA IL DECORO TEMA E VARIAZIONI N. 13 DI FORNASETTI
REALACCI (PRESIDENTE FONDAZIONE SYMBOLA): “LA FORZA DELLA NOSTRA ECONOMIA E DEL MADE IN ITALY DEVE MOLTO IN TUTTI I CAMPI ALLA CULTURA E ALLA BELLEZZA. PIÙ CHE IN ALTRI PAESI. CULTURA E CREATIVITÀ OLTRE AD ARRICCHIRE LA NOSTRA IDENTITÀ E ALIMENTARE LA DOMANDA DI ITALIA NEL MONDO, POSSONO AIUTARCI AD AFFRONTARE INSIEME, SENZA PAURA, LE DIFFICILI SFIDE CHE ABBIAMO DAVANTI. A PARTIRE DALLA CRISI CLIMATICA. L’ITALIA, FORTE DI OLTRE UN MILIONE E MEZZO DI ADDETTI CULTURALI E CREATIVI PUÒ OFFRIRE UN CONTRIBUTO IMPORTANTE AD UNA TRANSIZIONE INDUSTRIALE E VERDE A MISURA D’UOMO E, ANCHE PER QUESTO, PIÙ COMPETITIVA E PIÙ CAPACE DI FUTURO COME SOSTIENE IL MANIFESTO DI ASSISI. ANCHE DA QUESTO DERIVA LA FORZA DEL NOSTRO EXPORT”.
LEPORE (SINDACO COMUNE DI BOLOGNA): "CULTURA E CREATIVITÀ SONO AL CENTRO DELLA NOSTRA IDENTITÀ E RAPPRESENTANO ANCHE UNA LEVA FONDAMENTALE DELLA NOSTRA ECONOMIA, COME DIMOSTRANO I NUMERI DEL RAPPORTO "IO SONO CULTURA". A BOLOGNA, IL CONTRIBUTO DEL SISTEMA CULTURALE E CREATIVO È SIGNIFICATIVO E TESTIMONIA LA VIVACITÀ E IL POTENZIALE DELLA NOSTRA CITTÀ NEL CONTESTO REGIONALE E NAZIONALE. L'IMPEGNO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE È COSTANTE NEL SOSTENERE E VALORIZZARE COMPETENZE E PROFESSIONALITÀ DEL SETTORE, RITENENDOLO VITALE PER IL NOSTRO FUTURO."
Bologna, 24 Marzo 2025. “Io Sono Cultura 2024 L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” è stato presentato oggi presso Palazzo D’Accursio a Bologna con i saluti istituzionali in video di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; ne hanno discusso Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola; Rosa Grimaldi, delegata del Sindaco di Bologna alle Industrie Culturali e Creative; Vincenzo Colla vicepresidente Regione Emilia-Romagna. Ha moderato la presentazione Giorgia Boldrini, direttrice Settore Cultura e Creatività Comune di Bologna. Sono intervenuti Claudio Astorri, consulente radiofonico e professore universitario; Thalita Malagò, direttrice generale e consigliere delegato – IIDEA; Pierfrancesco Pacoda, giornalista e saggista; Andrea Romeo, fondatore e direttore editoriale I Wonder Pictures; Antonio Taormina, comitato scientifico Fondazione Symbola. A presentare il rapporto il Direttore di Fondazione Symbola, Domenico Sturabotti.
Cultura e bellezza in Italia sono tratti identitari radicati nella società e nell’economia. Da qui il titolo del rapporto Io sono cultura, e grazie alla loro forte relazione con la manifattura hanno dato vita ad una delle più forti identità produttive del mondo, il made in Italy. Oggi le industrie culturali e creative sono tra i settori più strategici per facilitare la ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che parliamo di una fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza ma anche perché sono un motore di innovazione per l’intera economia e agiscono come un attivatore della crescita di altri settori, dal turismo alla manifattura creative-driven ossia quella manifattura che ha saputo incorporare professionisti e competenze culturali e creative nei processi produttivi spesso orientati alla sostenibilità, traducendo la bellezza in oggetti e portando il made in Italy nel mondo. Bellezza e cultura, quindi, sono parte del DNA italiano e sono alla base delle ricette made in Italy per la fuoriuscita dalle crisi. Io sono cultura annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori della nostra economia; lo studio propone numeri e storie ed è realizzato grazie al contributo di molte personalità di punta nei diversi settori.
La cultura per l’Italia è anche un formidabile attivatore di economia. Una filiera, in cui operano soggetti privati, pubblici e del terzo settore che, nel 2023, cresce sia dal punto di vista del valore aggiunto (104,3 miliardi di euro, in aumento del +5,5% rispetto all’anno precedente e del +12,7% rispetto al 2019) che da quello dell’occupazione (1.550.068 lavoratori con una variazione del +3,2% rispetto al 2022, a fronte di un +1,8% registrato a livello nazionale).
Una filiera complessa e composita in cui si trovano ad operare quasi 284 mila imprese (in crescita del +3,1% rispetto al 2022) e più di 33 mila organizzazioni non-profit che si occupano di cultura e creatività (il 9,3% del totale delle organizzazioni attive nel settore non-profit), le quali impiegano più di 22 mila e settecento tra dipendenti, interinali ed esterni (il 2,4% del totale delle risorse umane retribuite operanti nell’intero universo del non-profit).
Ma il “peso” della cultura e della creatività nel nostro Paese è molto maggiore rispetto al valore aggiunto che deriva dalle sole attività che ne fanno parte. Cultura e creatività, in maniera diretta o indiretta, generano complessivamente un valore aggiunto per circa 296,9 miliardi di euro.
EMILIA ROMAGNA
Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo dell’Emilia - Romagna produce 8,2 miliardi di euro di valore aggiunto, il 5% della ricchezza prodotta dall’economia regionale. In termini di posti di lavoro, i 125 mila addetti della filiera incidono per il 5,8% dell’occupazione regionale. Su base provinciale, Bologna si colloca quinta per valore aggiunto con 2.715 milioni e sesta con 37.504 occupati; seguono Modena con 1.486 milioni di valore aggiunto e 22.326 occupati; Parma con 1.009 milioni di valore aggiunto e 14.345 occupati; Reggio Emilia con 1.033 milioni di valore aggiunto e 14.762 occupati; Forlì Cesena 597 milioni di valore aggiunto e 10.404 occupati; Rimini con 518 milioni di valore aggiunto e 9.288 occupati; Ravenna con 557 milioni di valore aggiunto e 8.924 occupati; Piacenza con 432 milioni di valore aggiunto e 6.942 occupati; Ferrara con 344 milioni di valore aggiunto e 5.860 occupati. La Regione Emilia-Romagna, con il Sistema Museale Regionale, ha sviluppato nel 2023 un grande cantiere di costruzione di reti e competenze con oltre 200 operatori di musei, biblioteche, archivi, teatri e organizzazioni socio – sanitarie. Nel 2024 la Regione mette a disposizione risorse attraverso un bando (300 mila euro in due anni) per il radicamento di buone pratiche di welfare in cooperazione tra musei e territorio.
“La forza della nostra economia e del made in Italy - dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – deve molto, in tutti i campi, alla cultura e alla bellezza. Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono aiutarci ad affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica. L’Italia, forte di oltre un milione e mezzo di addetti culturali e creativi può offrire un contributo importante ad una transizione industriale e verde a misura d’uomo e, anche per questo, più competitiva e più capace di futuro come sostiene il manifesto di assisi. Anche da questo deriva la forza del nostro export”.
"Cultura e creatività – dichiara Matteo Lepore, Sindaco Comune di Bologna - sono al centro della nostra identità e rappresentano anche una leva fondamentale della nostra economia, come dimostrano i numeri del rapporto "Io sono cultura". A Bologna, il contributo del sistema culturale e creativo è significativo e testimonia la vivacità e il potenziale della nostra città nel contesto regionale e nazionale. L'impegno dell'amministrazione comunale è costante nel sostenere e valorizzare competenze e professionalità del settore, ritenendolo vitale per il nostro futuro."
Fornasetti rinnova per il quattordicesimo anno la sua partnership con Fondazione Symbola dando, ancora una volta, un volto alla copertina del suo rapporto annuale Io sono Cultura. Una scelta che va ben oltre la grafica e l’Art Direction e che trova la sua ragion d’essere in una vera e propria comunione d’intenti. Fornasetti è un’impresa artistica e un attore culturale, e vede radicati in Fondazione Symbola alcuni dei valori più sentiti dall’Atelier, la valorizzazione della creatività e della cultura, valori che, grazie a Io sono Cultura, si riappropriano del giusto merito che spetta loro nel contesto sociale.
Io Sono Cultura permette di analizzare l’evoluzione della filiera in termini di produzione di ricchezza e creazione di posti di lavoro. Osservando le dinamiche della produzione nazionale dei settori culturali e creativi, continua la crescita del settore dei Software e Videogiochi, che si conferma il maggiore generatore di ricchezza della filiera con 16,7 miliardi di euro di valore aggiunto (il 16% dell’intera filiera, +10,5% rispetto al 2022) e con un incremento dei posti di lavoro di oltre 16 mila unità (il 13,1% della filiera, +8,7% rispetto al 2022). I dati dell’intero mercato digitale italiano riflettono questa tendenza, evidenziando come la componente legata al mondo business abbia puntato sulla digitalizzazione come opportunità per migliorare la propria posizione competitiva.
Il secondo comparto per ricchezza prodotta e numero di occupati è quello dell’Editoria e Stampa, con valori rispettivamente pari a 11,5 miliardi di euro (l’11,1% della filiera, +2,7% rispetto all’anno precedente) e più di 196 mila addetti (il 12,7%, +0,7%).
Le attività dell’Architettura e Design generando 8,6 miliardi di euro (l’8,2% della filiera) incrementano la ricchezza prodotta del +6,6% rispetto all’anno precedente, crescita sensibilmente più importante per le società di architettura più strutturate e di maggiori dimensioni.
Da sottolineare, inoltre, come nel campo della valorizzazione del Patrimonio storico e artistico l’occupazione, che vale il 3,7% sull’intero sistema culturale, continua a crescere (+6,9%) e a recuperare, seppur non completamente, le perdite di posti di lavoro registrate dopo il 2019.
Dall’analisi territoriale, contrariamente agli anni precedenti, nel 2023 si evidenzia un Mezzogiorno in ripresa, grazie ad aumenti più rapidi rispetto ai valori medi nazionali: se la differenza è minima per il valore aggiunto (+5,7% anziché +5,5%), risulta più accentuata in termini di crescita di occupati (+4,0% rispetto ad una crescita media nazionale pari a +3,2%). La maggior dinamicità del Sud del Paese di quest’ultimo anno è legata alla componente Core e, in particolare, ad alcuni comparti tra cui spiccano l’Architettura e il Design, l’Editoria e Stampa, le Performing Arts e Arti Visive così come le attività di Software e videogiochi. In particolare spiccano gli incrementi della Calabria (+10,1% in termini di valore aggiunto e +6,8% per l’occupazione) e della Sardegna (+9,4% per valore aggiunto e +6,5% per numero di occupati), seppur si tratti di variazioni contenute in valore assoluto. Tuttavia, rimane ancora ampia la distanza con il resto del Paese, in parte legata alla scarsa presenza delle province del Sud nelle Top20 dei territori che contribuiscono maggiormente a generare valore aggiunto e occupazione del Sistema Produttivo Culturale e Creativo.
Analizzando i dati relativi alle tipologie di contratto e alle modalità di lavoro dei dipendenti nel settore culturale e creativo, emerge una certa precarietà, seppure concentrata in specifici comparti.
In termini di durata del contratto, il sistema nel suo complesso presenta una quota di lavoratori con contratto a termine del 14,7%, leggermente inferiore alla media nazionale del 16,0%. Tuttavia, all'interno del core cultura, la percentuale sale al 15,3%, mentre è più bassa nel settore creative driven con il 13,9%. La precarietà appare più marcata nelle performing arts e arti visive (30,8%), nelle attività di valorizzazione del Patrimonio storico e artistico (23,9%) e nel settore dell'Architettura e design (20,2%). Al contrario, nel comparto di Audiovisivo e musica, i contratti a tempo determinato sono meno diffusi, con una percentuale dell'8,9%.
Guardando ai trend che attraversano i settori, assistiamo ad un consolidamento di alcune tendenze “post pandemiche” con qualche variazione. In primo luogo, la commistione tra cultura e digitale avanza in tutti i settori con un ruolo centrale dei social network (TikTok e Instagram soprattutto) nella veicolazione dei contenuti e nella conseguente definizione dei successi. Tra gli effetti collaterali positivi c’è l’abbassamento dell'età media dei fruitori e dei protagonisti della filiera culturale e creativa.
E se l’innovazione digitale non interessa solo la fruizione, ma anche la produzione dei contenuti, molti settori della filiera oggi sono alle prese con le prime sperimentazioni volte a introdurre l’AI nei processi creativi, esplorandone opportunità e criticità. Si passa da settori come quello dei videogiochi, in cui tecniche di machine learning sono ampiamente utilizzate per migliore l’esperienza di gaming (dal realismo del gameplay al dinamismo dell’ambiente di gioco) così come per automatizzare i compiti di sviluppo ripetitivi ad ambiti in cui il suo uso sperimentale si sta da poco diffondendo tra gli operatori, motivati dai vantaggi ottenuti in termini di personalizzazione dei contenuti, riduzione dei tempi di produzione e maggior capacità di ingaggio nelle diverse nicchie di mercato. Questo avviene, ad esempio, nel mondo della progettazione, in cui l’AI sta ridefinendo settori del progetto come quelli del design o dell'architettura, e quelli della comunicazione, dove aziende e brand italiani stanno integrando proattivamente l’AI nelle strategie pubblicitarie. Molto più lenta la penetrazione nell’audiovisivo, musica, radio, circoscritta agli aspetti più “tecnici” delle produzioni (scenografia e illuminotecnica nel mondo delle performing arts; editing, grafica, traduzioni, targhettizzazione e promozione nel mondo dell’editoria), altre volte quasi del tutto assenti (vedi l’arte contemporanea che preferisce tecniche consolidate e di più facile posizionamento). Fino ad arrivare a settori come quelli del fumetto italiano in cui prevalgono i timori, in un segmento i cui punti di forza (tratto sporco, veloce, improvviso e standardizzato nella sua serialità) non riescono a trovare un equilibro nell’auspicabile sinergia tra intelligenza umana e artificiale.
Oltre all’avanzamento del digitale e delle nuove generazioni, numerosi settori della filiera sono accumunati dalla forte relazione con il turismo.