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L’aspetto interessante delle ricerche di Symbola – la fondazione nata per promuovere aggregare le Qualità italiane presideduta da Ermete Realacci – è non solo la mole di dati forniti per inquadrare e comprendere un settore, ma anche la capacità di individuare e metterne in evidenza gli aspetti più attuali illuminando contemporaneamente i punti di forza, le criticità e le possibili evoluzioni. Il Rapporto ‘L’economia del design 2022’, realizzato con Deloitte Private e Poli.Design e presentato nella bellissima cornice dell’Adi Museum di Milano, è uno spaccato della situazione in cui oggi si trovano ad operare i tanti e diversi
protagonisti di uno dei settori trainanti del Made in Italy, bandiera nel mondo del nostro saper fare e della capacità italiana di creare bellezza, oggi più che mai vitale e al tempo stesso chiamato ad affrontare nuove sfide che vanno da una sempre maggiore richiesta di sostenibilità a recenti problemi come la scarsità di materie prime, il caro energia, le difficoltà nei trasporti.

“La sfida della sostenibilità è anche sfida della qualità”, ha ricordato Realacci alla presentazione del Rapporto, che al tema dedica un capitolo per analizzare la consapevolezza e l’evoluzione delle aziende del settore. Ne emerge che il 55,1% delle imprese dichiara di possedere una competenza di medio livello sulla sostenibilità e il 33,9% di alto livello. Ma quanto sia forte l’evoluzione in questo percorso lo dimostra il fatto che il 57% delle imprese integri nella progettazione aspetti legati alla durabilità dei prodotto, il 43,4% alla riduzione di materia ed energia, il 34% alla riciclabilità e il 31,4% alla riparabilità.

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La forza del design italiano nel Rapporto 2022 di Symbola - Dina Bara | Prima Comunicazione

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