C'è la storia della crisi, che nell'edilizia ha colpito duro più che in altri comparti e che ancora oggi stenta, e c'è la storia di <<chi sfida il futuro>> pensando a efficienza energetica, cambiamenti climatici, rigenerazione del patrimonio urbanistico.
Ieri alla Triennale di Milano - promosso da Symbola e Fassa Bortolo - è stato presentato il rapporto <<Cento storie italiane per costruzioni del futuro>>, racconto non malinconico ma ottimista sul futuro del Paese attraverso il racconto delle eccellenze. Attente all'ambiente ma anche ai fatturati, se è vero - così è stato sottolineato ieri - che <<nel 2017 gli interventi di manutenzione straordinaria sono stati pari a 87,6 miliardi di euro, a fronte dei 41,4 miliardi spesi per nuove costruzioni. Su un valore totale della produzione nelle costruzioni di 167,1 miliardi di euro, il 74,2% pari a 124 miliardi, sono dovuti al recupero edilizio>>.
Ebbene, nelle cento storie italiane del corposo dossier, ben quattro sono quelle bresciane. C'è la storia della Gexcel, spin off dell'Università degli studi di Brescia, che investe in R&S più del 20% del fatturato e che come mission ha quello di <<colmare il divario tra necessità di innovazioni richieste dal mercato e progressi tecnologici nel settore del rilevamento e della geomatica>>, inventandosi quindi un sistema unico al mondo per evidenziare il tempo reale le variazioni geotermiche e gli spostamenti in impianti industriali e ambiti operativi.