Crescono le imprese «inclusive»: quelle capaci di prendersi cura delle persone, dipendenti o clienti che siano, del territorio e del Pianeta. Quelle che hanno l’obiettivo del benessere condiviso più di quelle del business per se stesso. I dati del rapporto «Coesione è competizione» elaborato da Ipsos e Unioncamere (si trova sul sito www.symbola.net) sono stati al centro della terza giornata di lavori del seminario estivo di Fondazione Symbola, in corso a Mantova.
I numeri, eccoli. Le imprese «coesive» erano il 32 per cento nel 2018 e sono il 43 per cento nel 2022. I fatturati crescono nel 38 per cento di queste imprese, rispetto al 29 per cento delle aziende che non hanno scelto la strada «etica»; l’occupazione ha numeri positivi nel 38 per cento contro il 29 per cento delle altre. «I motivi per essere coesivi sono sempre di più e più stringenti», riassume il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli. Nando Pagnoncelli insiste sulla necessità che queste realtà imparino a raccontarsi meglio e di più: come durante la mattinata hanno fatto tra le altre Intesa San Paolo, Technimont, Chiesi farmaceutici («Per noi la coesione è stata una scelta radicale, per questo l’abbiamo messa nello statuto e resterà alle prossime generazioni», ha insistito Maria Paola Chiesi). E se l’economista Stefano Zamagni ha richiamato l’insegnamento di Benedetto Cotrugli che nel 1400 parlò di «arte della mercatura», padre Enzo Fortunato lancia messaggio di speranza e fiducia ricordando che «quando l’Italia fa, fa bene».
Il presidente della Luiss Vincenzo Boccia raccoglie l’invito e citando tante esperienze imprenditoriali attente ai bisogno di tutti plaude al metodo di Symbola, «che parla di futuro passando certo dalle criticità del presente, ma con la consapevolezza di ciò che in Italia già c’è e ci rende orgogliosi di questa enorme capacità inclusiva». I lavori proseguono venerdì e sabato (22 e 23 giugno) con ospiti tra i quali il ministro Gilberto Pichetto Fratin e il commissario europeo Paolo Gentiloni. Il seminario ha il sostegno anche di diverse aziende attente alla sostenibilità a partire da Tea, Saviola e Fassa Bortolo: quelli che il presidente di Symbola, Ermete Realacci racconta come «la prova che l’Italia è ciò che già fa».