L'Italia accelera sulla transizione: crescono eco-investimenti e riciclo Il 44% dell'energia da rinnovabili GINEVRA GOBI Milano un'economia a misura d'uomo contro le crisi. Lo slogan scelto da Unioncamere, Fondazione Symbola e Centro Studi Tagliacarne, per presentare il quindicesimo rapporto GreenItaly non è solo un auspicio. Ma una bella realtà, consolidata in alcuni ambiti come quello dei rifiuti, in accelerazione su altri come le energie rinnovabili. L'Italia per una volta appare in vantaggio, o quantomeno allo stesso livello rispetto alla media europea. Quando si parla di transizione ecologica si posiziona bene su diversi fronti. Primo fra tutti il tasso di riciclo dei rifiuti, che secondo il report è superiore di oltre il 40% a quello del resto del Vecchio Continente (rigeneriamo i191,6% di ciò che buttiamo). Ma non deludono nemmeno i dati sugli investimenti nella green economy,le fonti rinnovabili, e i green jobs, le professioni del futuro. I confortanti risultati dell'indagine, realizzata in collaborazione con diverse organizzazioni (tra le quali Conai, Novamont, Ecopneus, Enel) e oltre 40 esperti del settore, arrivano poco dopo le dichiarazioni del presidente Mattare]] a, che da Bonn il mese scorso aveva esortato ad accelerare i progressi in tal senso. Il report dell'ex premier Mario Draghi sul futuro della competitività europea considera la transizione rappresenta una leva fondamentale. «C'è un'Italia che può essere protagonista con l'Europa alla prossima Cop29 di Balcu. Siamo una superpotenza dell'economia circolare e possiamo dare forza a questa idea grazie alle scelte compiute dall'Unione con Next Generation e PNRR» ha ricordato il presidente di Fondazione Symbola Ermete Realacci. Dal 2019 al 2023 più di 570tnila imprese hanno fa t io eco-investimenti. Più di una su tre. «La quota è in continua crescita, ben1'88% mira ad introdurre tecnologie strategiche Net Zero, come il solare foto voltaico, l'eolico, le pompe di calore, le tecnologie nucleari, le batterie e le tecnologie di rete. Ma questa spinta genera fabbisogni professionali e richieste di competenze che faticano a trovare» ha spiegato Andrea Prete presidente di Unioncamere. Sul fronte occupazionale però, lo scorso anno il 13,4% dei lavoratori totali - circa 3mila unità - ricoprivano posizioni legate alla green econoiny e i nuovi contratti del settore attivati nello stesso periodo hanno toccato quasi i due milioni su cinque milioni e mezzo previsti. Tra i settori più interessati dalla transizione verde ci sono logistica (88,8%), progettazione e sviluppo (86,7%) e aree tecniche (80,2%). A livello territoriale, il primato delle attivazioni spetta al Nord-Ovest e in particolare alla Lombardia, dove nel 2023 sono stati firmati oltre 400mila nuovi contratti relativi a green jobs. E la curva è positiva anche perle installazioni di rinnovabili, che hanno raggiunto i 5,7 GW. «Il 44% dell'energia che noi generiamo viene da fonte rinnovabile. Resta una quota importante, del 40%, da combustibile fossile, tipicamente dal gas. E questa è una sfida per il Paese» ha detto Nicola Lamella, direttore di Enel. Una conferma è la leadership pluriennale del Belpaese nel recupero di materia. Ricicliamo molto più di Germania, Francia e Spagna e lo facciamo soprattutto con gli imballaggi, nelle filiere di carta (92,3%), vetro (77,4%) e acciaio (87,8%). Quella della plastica e bioplastica, con il tasso di recupero più b asso (48%), risulta però in più rapida crescita. E non vanno male gli oli minerali, rigenerati per il 98% della raccolta in basi per lubrificanti e aliti prodotti petroliferi, oltre che gli pneumatici fuori uso. Un circolo virtuoso che fa bene all'ambiente e all'economia italiana povera di materie prime.
Ginevra Gori | Avvenire