«Ad Assisi abbiamo una consapevolezza francescana: non guardo da dove vieni, ma dove vuoi andare». Padre Enzo Fortunato la mette così. Da voce-simbolo del Sacro Convento di Assisi, ma soprattutto da autore, con il presidente di Symbola Ermete Realacci, del «Manifesto per un'economia sostenibile», non vuole porsi i dubbi che assalgono chi scorre le centinaia e centinaia di nomi che lo hanno firmato. È impegno oppure marketing? Basta una firma per ripulire coscienze e obiettivi industriali? «Noi non abbiamo bisogno di integralisti ma gente di buona volontà», risponde padre Fortunato, entusiasta della sfida che il 24 gennaio, per la presentazione del Manifesto dove è stato invitato anche il premier Giuseppe Conte, porterà ad Assisi il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e il presidente della Cei Gualtiero Bassetti, ma anche gente comune e imprenditori, a partire dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Per la prima volta, si riuniscono i firmatari del Manifesto contro la crisi climatica per un'economia a misura d'uomo. Promettere è facile, ma che cosa fare chi tradirà i princìpi del Manifesto? «Non possiamo imporre con la forza di realizzare ciò che si sottoscrive, ma la trasparenza fa sì che chi non manterrà l`impegno sarà scoperto. E le bugie si pagano», avverte il presidente onorario di Legambiente.