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di Francesco Ferrante

L’approvvigionamento dell’Italia nel 2021 è stato pari a circa 1666 TWh, di cui solo 278 TWh derivanti da produzione propria. L’Italia è infatti un importatore netto di energia. In media, tra il 2016 e il 2021, l’Italia ha importato l’80% del suo approvvigionamento energetico totale, soprattutto petrolio e gas. La produzione nazionale è costituita principalmente da fonti energetiche rinnovabili come bioenergia, energia idroelettrica, solare ed eolica. La produzione da fonti rinnovabili è aumentata nell’ultimo decennio fino a raggiungere il 74% della produzione energetica nazionale nel 2021, anche perché si è ridotta la quota di fonti fossili (gas soprattutto) estratta a livello domestico, in quanto i costi non erano più competitivi.
Il settore energetico italiano dipendeva fortemente dalle importazioni di combustibili fossili dalla Federazione Russa, che nel 2021 rappresentavano un terzo dell’approvvigionamento energetico totale di combustibili fossili. Il gas naturale è stato per il 94% importato e circa il 41% delle importazioni di gas naturale provenienti dalla Russia.

Anche per il greggio una quota elevata (92%) è stata importata, di cui il 12% dalla Russia. Tutto il carbone viene importato e più della metà delle importazioni di carbone nel 2021
proveniva sempre dalla Russia. Guardando all’approvvigionamento totale, l’Italia è il Paese che presenta la maggiore incidenza del gas naturale tra le proprie fonti energetiche (con peso pari a oltre il 40%), seguita dal petrolio e prodotti petroliferi con una quota pari al 33% (37% del consumo finale totale). Tra le altre fonti energetiche sono da segnalare le rinnovabili, con un’incidenza da rimarcare per l’Italia pari a circa il 20%. Il carbone gioca solo un ruolo minoritario – e in continua diminuzione – nel mix energetico italiano, rappresentando poco meno del 5% dell’approvvigionamento energetico totale.

Continua a leggere su GreenItaly2023 | p.105

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