Newsletter

  • Alessio Re, Segretario Generale Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura

Tra le novità più rilevanti e caratterizzanti l’anno appena trascorso, si annoverano gli interventi preparatori per il Giubileo a Roma, la programmazione culturale di Pesaro (2024) e Agrigento (2025) Capitali Italiane della Cultura, e di Gorizia Capitale Europea della cultura (insieme a Nova Gorica in Slovenia) e l’iscrizione dell’Appia Antica nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. La programmazione di interventi sul patrimonio culturale è, inoltre, ancora fortemente segnata dalle sostanziose risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che ha visto ad oggi quasi 7 miliardi di euro (circa il 4% dei fondi complessivi) investiti per il settore culturale. Nei dati relativi al 2025 recentemente pubblicati dal Ministero della Cultura si registra una crescita di , con una distribuzione dei flussi concentrata soprattutto su un paio di raggruppamenti regionali identificabili in Lazio, Toscana e Campania e, al nord, su Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli-Venezia Giulia[1].

Lo stesso Ministero ha rinnovato[2] la sua organizzazione definendo quattro Dipartimenti e sopprimendo il Segretariato generale, insieme ad altre direzioni centrali e regionali, portando contemporaneamente a conclusione il primo corso-concorso di formazione dirigenziale per il rinnovo della direzione dei musei statali.

Sempre in ambito ministeriale è da segnalare l’adozione del cosiddetto Piano Olivetti per la cultura[3] voluto per promuovere la rigenerazione culturale delle periferie, delle aree interne e svantaggiate attraverso lo sviluppo della cultura come bene accessibile, la valorizzazione delle biblioteche, la promozione dell'editoria libraria e la tutela degli archivi[4]. Un provvedimento che assicura anche il finanziamento stabile di cinque Istituti - Giunta storica nazionale, Istituto italiano per la storia antica, Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea, Istituto italiano di numismatica, Domus Mazziniana - e della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

Allargando lo sguardo, il trend che trova maggiore riscontro nelle esperienze di gestione del patrimonio culturale ha certamente a che fare con lo sviluppo applicativo delle tecnologie digitali per la loro valorizzazione e fruizione, attraverso tour virtuali, video immersivi, mappe intelligenti, esperienze multisensoriali.

A livello nazionale continua il progetto della Digital Library, ad opera dell’Istituto Centrale per la Digitalizzazione del Patrimonio Culturale – Digital Library (ufficio del Ministero della Cultura istituito appositamente nel 2020), con il compito di attuare l’intervento di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano (previsto dal PNRR per un valore di 5000mln di euro) e l’app Musei Italiani, app ufficiale del Sistema Museale Nazionale,  sviluppata dalla DG Musei del Ministero con fondi PNRR nell’ambito del Progetto Ad Arte, che fornisce agli utenti informazioni sui luoghi della cultura e consente l’acquisto online di titoli di ingresso (al momento aderiscono 406 musei e parchi archeologici italiani, ma l’obiettivo è di estenderlo agli oltre 4.900 musei pubblici statali).

Inoltre, la Scuola Nazionale del patrimonio culturale continua ad investire sul progetto Dicolab, che ha individuato 10 hub territoriali a copertura di tutto il territorio nazionale recentemente attivati per accelerare, attraverso un capillare progetto di formazione rivolto a operatori del patrimonio culturale, le competenze sugli strumenti digitali.

Guardando alle singole esperienze di particolare rilievo è quanto realizzato dalla Reggia di Caserta. Con il programma La Reggia di Caserta in Digitale, il museo ha portato a termine un piano di modernizzazione dei sistemi e servizi digitali realizzato in collaborazione con la Fondazione Kainòn (Roma), attiva nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano attraverso l’applicazione di nuove tecnologie avanzate e nuovi strumenti digitali. Tra i diversi progetti volti a modernizzare l’offerta culturale della Reggia ricordiamo, in primis, il nuovo sito internet istituzionale, sviluppato secondo il paradigma dei Linked Open Data (LOD), grazie a cui oggi il museo è un nodo attivo della rete della conoscenza culturale mondiale, con un patrimonio digitale interoperabile, accessibile, arricchibile e riutilizzabile. I dati pubblicati sul sito possono, infatti, essere collegati e integrati facilmente con altri dataset disponibili sul web, nazionali e internazionali (come DBpedia, Wikidata, biblioteche, archivi, etc.). Questo favorisce la creazione di una rete informativa ampia e distribuita, arricchendo automaticamente il patrimonio informativo della Reggia con dati provenienti da fonti esterne, in aggiornamento continuo. Il tutto permette ricerche avanzate e personalizzate a vantaggio di studiosi, sviluppatori, istituzioni e cittadini. La strategia di modernizzazione digitale della Reggia ha inoltre portato alla realizzazione del videogioco esplorativo/narrativo One Day at Reggia di Caserta che consente di vivere una giornata immaginaria alla corte borbonica, ricreata attraverso la dinamica del sogno. Così facendo si uniscono narrazione storica, gioco e tecnologia per coinvolgere nuovi pubblici (inclusi giovani e famiglie), permettendo di esplorare virtualmente ambienti e collezioni anche poco accessibili dal vivo, attraverso un linguaggio coinvolgente, immersivo e interattivo. Nonché la realizzazione di un modello di realtà virtuale per il Parco Reale, dal titolo Svelare il Giardino di Vanvitelli: una ricostruzione del disegno originario di Luigi Vanvitelli, accessibile tramite visori VR presso la Reggia e online tramite il sito museale, che permette di esplorare il giardino così come era stato concepito dall’architetto, confrontandolo con la situazione attuale e offrendo una narrazione immersiva.

Anche il Parco archeologico di Ercolano - che ha portato a termine i restauri della Casa del Colonnato Tuscanico e della Casa del Sacello di legno, e completato (insieme al Parco archeologico di Pompei) l’aggiornamento del piano di gestione UNESCO - ha investito nel digitale dotandosi di una nuova App Ercolano Digitale, disponibile in 9 lingue, e fruibile attraverso la connessione WiFi e LIFi del Parco. App che consente di accedere a un sistema di risorse online, a molteplici servizi e contenuti 3D e a informazioni che arrivano automaticamente sui dispositivi fornendo contenuti contestuali rispetto alla posizione dei visitatori, che possono scegliere tra cinque percorsi in base a tema, età e tempi di percorrenza.

A Brera, i mesi precedenti l’inaugurazione di Palazzo Citterio e la nascita della Grande Brera, sono stati occasione per sperimentare una modalità innovativa di fruizione del patrimonio artistico e culturale, attraverso la realtà aumentata e la tecnologia Noor, sviluppata dalla start up milanese Proteus. Il progetto ha reso possibile una “Brera aumentata”, dove i visitatori sovrappongono contenuti digitali (informazioni contestuali, approfondimenti storici, ricostruzioni tridimensionali e narrazioni multimediali) sulle opere e negli spazi della Pinacoteca di Brera, utilizzando dispositivi mobili o appositi visori, per accedere a livelli informativi aggiuntivi e vivere un’esperienza personalizzata e coinvolgente. Le applicazioni digitali di Brera non finiscono qui,  con una serie di iniziative tra cui lo sviluppo di una app gratuita di riconoscimento immediato (senza QR code) delle opere attraverso la videocamera degli smartphone, a complemento di audioguide e visite guidate Ad aver realizzato quest’app che facilita la visita anche in spazi ridotti come quelli di Palazzo Citterio e si arricchisce anche di percorsi dedicati a pubblici fragili (ipovedenti, ciechi e sordi) è Inera, un’azienda specializzata in soluzioni digitali per la cultura e il turismo, con sede a Milano.

Tra le esperienze più interessanti si possono citare, inoltre, i progetti sviluppati dal Museo Virgilio di Mantova.  Sulla base di un concept espositivo innovativo curato dalla Scuola Holden, il museo ha realizzato un’app che arricchisce la visita con contenuti multimediali capaci di amplificare l’esperienza: ogni postazione, dotata di QR Code, permette di accedere a dettagli aggiuntivi e approfondimenti sonori e visivi. È stato progettato un percorso interattivo, My Virgilio, in cui il visitatore ha l’opportunità di creare un proprio profilo del poeta, scegliendo tra quattro archetipi: Virgilio Nascosto (riflessivo e appartato), Virgilio Maestro (guida e studioso), Virgilio Epico (voce della Storia), e Virgilio Umano (conoscitore delle passioni umane). Inoltre, è stata progettata anche una mappa interattiva che illustra tutti i luoghi – a Mantova e non solo – in cui trovare ulteriori testimonianze virgiliane.

Da segnalare anche il progetto Musei High Tech promosso dal Coordinamento Regionale Lazio di ICOM Italia in partnership con Sòphia High Tech, specializzata nello sviluppo di componenti per i settori aerospaziale e difesa, che ha messo a disposizione le proprie competenze avanzate nella progettazione, prototipazione e realizzazione di soluzioni tecnologiche con l’obiettivo di avviare progetti sperimentali per l’applicazione delle tecnologie dell’industria 4.0 per il patrimonio culturale. L’iniziativa ha premiato il Parco archeologico del Colosseo per un progetto di stampa 3D dell'iscrizione di Lampadio. Tecnologie queste anche alla base del progetto HEART ideato dall’azienda leccese Spe3D, che fa uso di stampa 3D e tag NFC, per rendere l’arte accessibile a chiunque, oltre i limiti fisici e le barriere architettoniche, e su cui lavora con continuità anche il Santa Chiara Lab dell’Università di Siena sviluppando progetti orientati all’accessibilità dei beni culturali nei musei, negli allestimenti temporanei, nelle iniziative culturali. L’integrazione crescente delle tecnologie digitali all’interno del patrimonio italiano riguarda anche l’intelligenza artificiale (AI) utilizzata in ambito museale per offrire servizi al pubblico e un’esperienza di visita più immersiva e completa. Il 14% delle istituzioni culturali sta sperimentando l’uso di AI generativa[5]  sia per attività di comunicazione o creazione di contenuti per newsletter o social media, sia per orientare l’offerta di servizi al pubblico. Ad esempio, a Torino è nato Ama Gramsci, un chatbot di AI generativa in grado di dialogare con l’utente, nato dalla romana DM Cultura (specializzata nella progettazione, sviluppo e implementazione di soluzioni digitali per il settore culturale, in particolare biblioteche, musei e archivi) con la Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci di Torino (tra i vincitori delle Linee guida per la trasformazione digitale in ambito culturale della Fondazione Compagnia di San Paolo). Il percorso, realizzato in stretta collaborazione con l’Archivio Gramsci e con il supporto della Fondazione Polo del ‘900, ha portato alla creazione del primo prototipo di motore di fruizione archivistica tramite AI a partire dai fondi archivistici Ezio Bosso e Circolo culturale Arturo Toscanini, di cui sono in corso i progetti di digitalizzazione, e in connessione con il Fondo di Michele Straniero. Si tratta di digital storytelling che, grazie all’AI, valorizza la fruizione dei documenti d’archivio, tarando il prodotto narrativo sulle necessità degli utenti. Altro chatbot di grande interesse è Calture matters, dello studio di design milanese BDS Design, impegnato nello sviluppo di soluzioni digitali per la cultura con particolare attenzione all’AI.  Esempio di chatbot di nuova generazione, in cui empatia, personalizzazione e sostenibilità sono al centro di un’esperienza conversazionale progettata per valorizzare il patrimonio culturale e rispondere alle esigenze di un pubblico contemporaneo. Il chatbot è, infatti, in grado di dialogare in modo naturale con i visitatori di musei e spazi culturali (turisti e cittadini residenti) grazie all’impiego di tecnologie AI e principi di conversational design avanzato, che puntano a ridurre le pause e le rigidità tipiche delle conversazioni con assistenti virtuali tradizionali. A questo si aggiunge la capacità di instaurare una relazione empatica con l’utente, adattando tono di voce, linguaggio e contenuti alle esigenze e alle emozioni espresse dall’interlocutore. Il tutto garantisce informazioni personalizzate su opere e percorsi, attraverso un’offerta accessibile e multilingue che integra contenuti multimediali e si adatta a diversi pubblici - inclusi bambini e persone con disabilità - migliorando l’engagement di un target soprattutto giovane e young adult, rendendo ogni visita un’esperienza immersiva e inclusiva. Valore aggiunto in più è la finalità per cui è stato sviluppato, ossia contribuire alla sostenibilità del turismo culturale: Calture matters è, infatti, nato per la valorizzazione di siti del patrimonio italiano meno conosciuti, limitando il fenomeno dell’over tourism e distribuendo maggiormente i flussi turistici.

Francesca Cugno. Presso Heritage Lab, Italgas durante il Corso “La digitalizzazione degli archivi. Il modello Heritage Lab”, organizzato dall’Hub Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta gestito da CampuStore con Fondazione Santagata, ISTUD Business School e Scuola di Robotica, nell’ambito di Dicolab. Cultura al digitale, realizzato da Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali, promosso dal Ministero della Cultura – Digital Library - Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale nell’ambito del PNRR Cultura 4.0, finanziato dall’Unione europea – Next GenerationEU.
https://www.linkedin.com/posts/italgas_marted%C3%AC-scorso-presso-la-sala-conferenze-activity-7329083293893660672-V67G?utm_source=share&utm_medium=member_desktop&rcm=ACoAADitVnIBwymW_1NtzsJEZLedvFYxRy0cTpY

O ancora il progetto AI for MUSE, che nasce dalla collaborazione tra Università di Torino e Politecnico, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, e che utilizza l’AI per creare collegamenti tra opere anche su collezioni differenti e ne struttura di nuove nello spazio virtuale. Il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico ha sviluppato un’AI espressamente dedicata all’ambito dei musei e delle collezioni: CoreAI, che crea in modo automatico connessioni trasversali a cui potrebbe pensare un esperto di Storia dell’Arte, considerando contemporaneamente diversi aspetti quali il periodo artistico, la corrente di appartenenza, lo stile, il soggetto e le affinità formali. La sperimentazione coinvolge otto realtà museali: Reggia di Venaria Reale, Museo Egizio, Palazzo Madama, GAM- Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO - Museo d’Arte Orientale, Museo Nazionale del Cinema, Museo Nazionale dell’Automobile e Pinacoteca Agnelli.

Tra le regioni che hanno impegnato più risorse per migliorare la fruizione, l'accessibilità e la conservazione del patrimonio culturale attraverso le tecnologie e l’AI, c’è l’Emilia-Romagna con 15 milioni di euro investiti. Tra gli interventi finanziaticon maggiori connessioni con l’integrazione dell’AI alla valorizzazione del patrimonio culturale; c’è Digital City Heritage, il nuovo hub phygital (fisico e digitale) del patrimonio culturale del Comune di Modena per conoscere la storia e valorizzare la memoria della città, sostenuto con circa 1 milione di euro. Grazie alla creazione e gestione del Digital Twin della città, ovvero un gemello digitale tridimensionale e dinamico che riproduce in modo preciso il territorio urbano, i suoi edifici, le infrastrutture e i punti di interesse culturale, il progetto utilizza l’AI per elaborare una grande mole di dati urbani (raccolti da strumenti avanzati come il LiDAR e sensori digitali) per generare modelli 3D accurati e aggiornati della città. Il tutto è utile sia a prevedere criticità, pianificare interventi di manutenzione, ottimizzare la gestione dei servizi pubblici e migliorare la conservazione del patrimonio culturale, sia per offrire percorsi di visita personalizzati, suggerendo contenuti e itinerari sulla base delle preferenze e dei comportamenti degli utenti. Guardando ad operazioni su scala urbana merita interesse anche il progetto promosso dal Comune di Padova Phygital Padova: dalle stelle di Giotto al cloud – innovazione, conoscenza, emozione per il turismo, che prevede una serie di interventi tra cui la nuova Padova card, uno strumento digitale per semplificare l’accesso ai beni culturali e ai servizi turistici, incentivando una distribuzione più equilibrata dei visitatori tra i principali punti di interesse (come la Cappella degli Scrovegni e la Basilica del Santo) e altre realtà culturali del territorio.

Grande attenzione continuano ad avere i temi ambientali, che si traducono in azioni di sensibilizzazione, in pratiche green e di decarbonizzazione nella gestione di siti e musei e più in generale nella ricerca di modelli gestionali di musei e istituzioni attenti al tema della sostenibilità. All’estero fanno scuola le iniziative di sensibilizzazione promosse da istituzioni come il Leopold Museum-Privatstiftung, a Vienna (mostra A few degrees more per descrivere cosa cambierebbe nella zona rappresentata dal quadro anche solo con +1°C o +2°C di aumento di temperatura); o il The British Museum che ha abbandonato la sponsorizzazione di British Petroleum per evitare il fenomeno dell’artwashing.

In Italia meritano segnalazione il Palazzo Ducale di Genova che si è dotato, attraverso il Piano Strategico 2025–2029, di una roadmap di sostenibilità con cui integra pratiche ecologiche, innovazione digitale e inclusione sociale, rafforzando il suo ruolo come centro culturale attento all’impatto ambientale e al benessere collettivo. Le principali azioni previste per la riduzione di CO₂ riguardano, in primis, l’efficientamento energetico degli spazi attraverso sistemi a basso consumo, razionalizzazione dell’illuminazione e l’utilizzo di tecnologie più sostenibili per il riscaldamento e il raffrescamento. Altrettanto importante è la digitalizzazione dei processi e dei servizi per la gestione interna e per il pubblico, con connessa riduzione dell’uso della carta. E, non da ultimo, la gestione sostenibile degli eventi, privilegiando fornitori e materiali a basso impatto ambientale e promuovendo pratiche di mobilità sostenibile per visitatori e staff.

Museo Virglio di Mantova. Silvia Talarico © Comune di Mantova, tratta da Exibart - https://www.exibart.com/musei/mantova-celebra-virgilio-con-il-nuovo-museo-a-palazzo-del-podesta/

Il Parco archeologico del Colosseo promuove la sostenibilità con il progetto Parco Green, che include l’Oasi Aurum Coronarium, un’area verde con piante antismog che migliorano la qualità dell’aria e con il monitoraggio della presenza dell’avifauna locale per tutelare la biodiversità. Inoltre, ha installato arnie per la produzione del miele Ambrosia del Palatino, valorizzando l’ecosistema del sito e sensibilizzando i pubblici alle tematiche ambientali. Così come punta alla sensibilizzazione sui temi della sostenibilità ambientale il Parco archeologico di Selinunte, che promuove trekking, pedalate archeologiche e attività outdoor gratuite.

La sostenibilità è un tema rilevante anche in chiave di impatto sociale. Si registra infatti una sempre più diffusa sensibilità a misurare l’impatto culturale, sociale ed economico degli investimenti sul patrimonio culturale. Merita segnalazione il lavoro promosso dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) per misurare, per la prima volta, le ricadute di uno dei suoi programmi di maggior durata e successo, I Luoghi del Cuore, che dal 2003 ha coinvolto oltre 41.000 siti diffusi su tutto il territorio nazionale (l’83% dei comuni ha almeno un bene segnalato), rendendo possibile la realizzazione di 163 progetti di valorizzazione, concentrati soprattutto nelle aree interne (41% dei progetti finanziati). Progetti che hanno contribuito a rafforzare il legame tra le comunità e il patrimonio, attivare la partecipazione dei cittadini, in particolare delle scuole, creare coesione e promuovere il volontariato, attirando, dal punto di vista economico, nuove risorse per i territori. A livello delle singole istituzioni il Museo Egizio di Torino ha promosso un secondo studio di impatto, che ha riscontrato una ricaduta di 412,6mln di euro sul territorio della Città Metropolitana di Torino, registrando un notevole incremento rispetto ai 187 milioni registrati nella precedente misurazione (2017). La spesa diretta attribuibile al museo è stimata in 195,6 milioni di euro, e comprende le spese interne (beni, servizi e stipendi) e le spese dei visitatori. Anche la spesa diretta da parte dei turisti è cresciuta, passando da 83 milioni nel 2021 a 223 milioni nel 2023. Inoltre, un aspetto importante riguarda le donazioni: il 73% dei torinesi e il 70% dei residenti della Città Metropolitana sono disposti a sostenere economicamente il museo, mostrando un forte legame affettivo e culturale con l'istituzione.

Sempre in tema di musei, si conferma il trend in crescita degli abbonamenti museali, tendenza rilevata dall’Associazione Abbonamento Musei, che gestisce un abbonamento che permette di visitare gratuitamente e ogni volta che lo si desidera musei, mostre, ville, castelli, giardini e siti archeologici aderenti al circuito in Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. Nel 2023 ha registrato un aumento del 29% nel numero di abbonamenti venduti rispetto al 2022. Risultati ottenuti grazie a una rilevazione e gestione capillare dei dati degli utenti e a strumenti digitali di promozione targetizzati. Tra questi anche l’applicazione, all you can visit (progettata da Melazeta, società modenese specializzata in soluzioni digitali e interattive) che permette di accedere a 480 musei nelle 3 regioni interessate.

Lo stimolo e l’attenzione a favorire occasioni di partecipazione attiva alla cura del patrimonio culturale sempre più viene rivolto alle fasce più giovani della popolazione. Il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano, ad esempio, ha inaugurato un nuovo spazio educativo dedicato su misura a bambini dai 3 ai 6 anni. Una sensibilità questa, che spesso va oltre le singole istituzioni culturali ed è condivisa a livello comunitario. È il caso, ad esempio, di San Gimignano, che dopo diversi anni di investimento su iniziative di partecipazione alla cura e interpretazione del proprio patrimonio storico (incluso nella Lista del patrimonio Mondiale UNESCO), e alla produzione artistica, ha allargato queste iniziative, grazie al ruolo promotore di Fondazione Musei Senesi, e al finanziamento di Next Generation You dell’UE, al territorio della provincia di Siena. Interessante registrare come altri territori UNESCO si siano attivati concretamente con analoghi strumenti di partecipazione. Tra questi, c’è l’Ente Parco Nazionale delle Cinque Terre, gestore del sito delle Cinque Terre, Portovenere e le isole, che con il progetto UNESCO HERITAGE AWARENESS: Actions from Youth ha lavorato sul coinvolgimento delle nuove generazioni (studenti delle scuole medie) con percorsi di community engagement e di educazione informale per aumentare la consapevolezza su valori e fragilità del territorio, in particolare rispetto alle pressioni derivanti dal turismo. O, ancora, il Comune di Ivrea, che ha istruito attività di disseminazione e di sensibilizzazione sui contenuti e gli obiettivi del nuovo Piano di Gestione del sito rivolte a tutte le scuole superiori della città.

Connesso al tema della partecipazione attiva alla cultura è anche la relazione tra patrimonio e welfare culturale, all’accessibilità fisica e cognitiva al patrimonio come strumento di cura. Mentre all’estero si segnalano esperienze come il Museum on Tour, avviato ad Amsterdam dal Rijksmuseum per portare diverse riproduzioni realistiche nelle RSA per anziani locali, in Italia il Sistema Musei Toscani per l’Alzheimer, creato nel 2018, è stato rilanciato nel 2024 con la definizione di programmi museali specifici per le persone con demenza. Sempre in Toscana, la Regione ha messo in atto una serie di finanziamenti per progetti di welfare culturale nelle aree interne attraverso il Fondo Sociale Europeo (FSE+ 2021-2027). Tra questi, il progetto dell’Unione dei 10 Comuni della Valdichiana Senese, che ha destinato un investimento di un milione di euro al welfare culturale per promuovere attività culturali e sociali che favoriscano la coesione comunitaria nelle aree più periferiche e meno urbanizzate della Toscana. Anche il Comune di Bologna, grazie ai finanziamenti europei, ha fatto in modo che nel suo Sistema museale civico i medici di base possano prescrivere attività museali ai loro pazienti quale strumento di benessere.

Infine, in uno scenario internazionale caratterizzato da grande competizione tra Paesi, da non trascurare è il ruolo di riferimento che la gestione del patrimonio culturale esercita sempre nel nostro Paese, attraverso progetti di cooperazione e diplomazia culturale. Questo vale in particolare in contesti in via di sviluppo, si veda il Piano Mattei per Africa e il Mediterraneo allargato, in contesti di crisi (Medio Oriente e Ucraina) e all’interno delle reti internazionali istituzionali che presidiano i temi culturali, in primis l’UNESCO, che quest’anno ha portato (in partnership con la Royal Commission di Al-Ula) alla Biennale di Architettura di Venezia la mostra Deep Surfaces, dedicata  all’esplorazione del ruolo dell’architettura multifunzionale nei centri visitatori dei siti UNESCO, con particolare attenzione a come questi spazi contribuiscano a valorizzare, interpretare e rendere accessibile il patrimonio mondiale, le Riserve della Biosfera e i Geoparchi. Sul fronte UNESCO l’Italia ha recentemente iscritto l’Appia Antica alla Lista del Patrimonio Mondiale, dando corpo a un progetto, coordinato per la prima volta direttamente dal Ministero, che ha coinvolto ben 4 regioni (Lazio, Campania, Basilicata, Puglia) e un territorio articolato lungo circa 1000 km di estensione tra Roma e Brindisi. Sempre in ambito UNESCO, si è tenuto un bilancio a 20 anni dalla creazione del Network delle Città Creative che fa emergere alcune esperienze italiane come buone pratiche internazionali per migliorare la coesione sociale e lo sviluppo economico. Tra queste Parma con il progetto Cabina di Regia, nato per promuovere l’unicità del territorio valorizzando le eccellenze alimentari; Bologna, con diverse iniziative sulla promozione della produzione e consumo di musica nei luoghi della cultura; o ancora Biella con il progetto Arcipelago ideato da Cittadellarte, un laboratorio collaborativo di partecipazione e sviluppo territoriale allargato a diverse comunità.

 

Suggerimenti per il lettore:

  • Nicolette Mandarano, Il digitale per i musei. Comunicazione, fruizione, valorizzazione, Carocci Editore, 2024
  • Guido Candela, Antonello E. Scorcu, Economia delle Arti, Zanichelli, 2024
  • Fondazione Santagata, 4C – deCarbonizzazione in Campo Culturale e Creativo, Quaderni della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, 2025
[1] https://cultura.gov.it/dati-della-cultura
[2] Con il DM 5.9.2025, rep 270.
[3] DL n.201 del 27.12.2024.
[4] In dettaglio, la legge destina 34 milioni di euro per le biblioteche e la filiera dell’editoria libraria (30 milioni di euro per l’acquisto di libri da parte di biblioteche storiche e di prossimità; 3 milioni di euro per favorire l’apertura di nuove librerie da parte di giovani fino a 35 anni di età; 1 milione di euro per sostenere la vendita di libri nei piccoli centri abitati con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti).
[5] Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura del Politecnico di Milano, 2024. Il dato si riferisce ai luoghi del patrimonio culturale italiano; nello specifico: musei, monumenti, aree archeologiche e teatri.

Devi accedere per poter salvare i contenuti