Per quanto concerne le performing arts, il 2024 ha confermato la ripresa avviata dopo la crisi pandemica, a livello produttivo e sul versante della partecipazione. Rispetto alla fase pre-Covid il pubblico complessivamente è infatti aumentato. Confrontando l’ultimo biennio, si rileva che rispetto al 2022 la percentuale delle persone che nel 2024 ha partecipato a spettacoli dal vivo, sia per il teatro, sia per i concerti, è passata dal 18% al 28%.[1] Dagli ultimi dati disponibili diffusi dalla SIAE, emerge altresì che nel 2024 gli spettatori delle attività teatrali (che comprendono anche la lirica)[2] sono stati 28,2 milioni (con un incremento rispetto all’anno precedente del 7,2%), la spesa è stata di 578,6 milioni di euro (+7% ) e le rappresentazioni sono state 153.014 (+ 4,5%). Passando all’ambito legislativo, è stata procrastinata al dicembre 2026 l’emanazione del Codice dello Spettacolo (il testo che dovrà ridefinire il quadro normativo del settore), già previsto da una legge del 2017, i cui decreti attuativi erano attesi proprio nel 2024. Per contro è stato convertito in legge il Decreto Misure urgenti in materia di Cultura, che vede quale momento centrale il Piano Olivetti per la Cultura comprendente diverse misure finalizzate alla promozione e allo sviluppo del settore culturale. È da rilevare che in prima battuta il piano non comprendeva lo spettacolo, introdotto successivamente su sollecitazione dell’AGIS Associazione Generale Italiana Spettacolo, che rappresenta per il sistema dello spettacolo – in una fase in cui sembra avanzare la disintermediazione, la perdita di ruolo dei corpi intermedi – un importante punto di riferimento. Conta infatti due federazioni e 43 associazioni di categoria per un totale di 13.305 aziende, 9.374 delle quali attive nello spettacolo dal vivo e le restanti nel cinema. Sempre in merito alle performing arts, nel 2023 (ultimi dati disponibili) gli organismi che afferiscono ad AGIS hanno realizzato 94.500 spettacoli (il 45,5% del dato nazionale) per 39,4 milioni di spettatori (il 72,2% del dato nazionale), con un incasso di oltre 1 milione e 175 mila euro (il 79% del dato nazionale). Va sottolineato che l’Associazione, attualmente presieduta da Francesco Giambrone, nel 2026 festeggerà i suoi 80 anni dalla costituzione.
Gli andamenti del mercato del lavoro riferiti settore emergono in maniera evidente dai dati elaborati dall’INPS sull’occupazione, che nonostante la ripresa post pandemia ha segnato un decremento, seppur lieve, confermando criticità le cui origini sono comunque di antica data. I lavoratori afferenti specificamente allo spettacolo – premesso che l’INPS accomuna i lavoratori dello spettacolo dal vivo e del settore audiovisivo, essendovi figure attive in ambedue le aree – nel 2024 sono stati 292.178 con una flessione rispetto all’anno precedente del 3,5%. Tale risultato vede una serie concause prevalentemente di ordine produttivo, a tale proposito va rilevato che il 2024 ha rappresentato un periodo di particolare difficoltà per le produzioni cinematografiche. Tra le categorie che hanno subito il calo maggiore vi sono gli attori, attestati nello stesso anno a 83.435 con una flessione rispetto all’anno precedente del 13,4%, mentre concertisti e orchestrali (37.707) sono aumentati del 4,6%, e gli amministratori (2.077) del 5,9%. Venendo al tipo di occupazione, complessivamente prevalgono i lavoratori a tempo determinato che sono il 61,4%, quelli a tempo indeterminato si attestano al 17,8% e gli stagionali al 20,8%[3]. La componente femminile incide solo per il 42,3%, con un contenuto incremento rispetto al 2023 quando la percentuale era del 42,1%.
Complessivamente si registrano dunque andamenti quasi costanti, ma in termini di stabilità e continuità si conferma una sostanziale dicotomia tra le figure professionali, laddove la precarietà colpisce in maniera prevalente le figure dell’area artistica[4]. In tale ambito non è dunque raro il ricorso al multiple job holding, ovvero lo svolgimento contemporaneo di più attività professionali, non sempre attinenti alle vocazioni e agli studi di provenienza. Onde affrontare tale criticità, era stata istituita sulla base di una legge di settore[5] l’indennità di discontinuità, entrata in vigore nel 2024, finalizzata a riconoscere le attività afferenti alla professione ma non riconducibili alla mera rappresentazione, quali i periodi di studio e le attività formative. Il provvedimento si è rivelato in realtà meno efficace rispetto alle aspettative, a causa dei prerequisiti richiesti per potere accedere a tale forma di sostegno, ritenuti elevati; è stato infatti modificato, nello stesso anno, attraverso la legge di Bilancio 2025, che ha portato il numero minimo delle giornate retribuite nell’anno precedente a quello della richiesta da 60 a 51 e il reddito massimo imponibile da 25.000 a 30.000 euro.
Per quanto riguarda la produzione, parallelamente a proposte più dichiaratamente riconducibili al mainstream di ispirazione televisiva, nella stagione 2023-2024 sono stati presentati diversi spettacoli particolarmente innovativi. Ci riferiamo in primo luogo ad adattamenti per il teatro di testi narrativi, riscritture che hanno consentito di metterne in luce le potenzialità drammaturgiche. Tra questi, Trilogia della città di K., un progetto di Federica Fracassi e della compagnia Fanny & Alexander (Ravenna) diretto da Luigi Noah De Angelis e prodotto dal Piccolo Teatro di Milano. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo di Ágota Kristóf con l’adattamento e la drammaturgia di Chiara Lagani, ha visto numerosi riconoscimenti. Come migliore spettacolo del 2024 ha infatti ricevuto sia il Premio della critica, sia il premio Ubu 2024, ma in questo caso ex-equo con La ferocia, tratto dall’omonimo best seller di Nicola La Gioia, ideato dalla compagnia pugliese VicoQuartoMazzini (Terlizzi, Bari), adattato per la scena da Linda Dalisi, diretto da Michele Altamura e Gabriele Paolocà, prodotto da più enti, tra i quali Romaeuropa Festival. Ambedue gli spettacoli si sono aggiudicati più premi Ubu. Trilogia della città di K. per la regia, le scene, e il disegno delle luci, tutti a firma di De Angelis, e per il progetto sonoro di Mirto Baliani e Emanuele Wiltsch Barberio; La ferocia per la migliore attrice, Francesca Mazza, il migliore attore, Leonardo Capuano e per le luci di Giulia Pastore. Due spettacoli tratti da grandi romanzi così come Ho paura torero, un altro degli spettacoli di punta della passata stagione, adattamento per la scena di Alejando Tantanian e Lino Guanciale dell’omonimo testo di Pedro Lemebel. Prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e diretto da Claudio Longhi – che del Piccolo Teatro è anche direttore – ha visto l’interpretazione di uno straordinario Lino Guanciale, confermatosi uno degli attori più versatili e di talento del nostro Paese. Tra gli altri riconoscimenti del 2024, vogliamo ricordare Le Maschere del Teatro Italiano attribuite per il migliore spettacolo di prosa a Come tremano le cose riflesse nell’acqua scritto e diretto da Liv Ferracchiati e per la migliore regia a Peter Stein per Crisi di nervi, di Cechov.
Spettacoli come Trilogia della città di K. e Ho paura torero sicuramente tra i più apprezzati della stagione 2023-2024, sono accomunati dall’essere adattamenti di testi nei quali la dimensione politica gioca un ruolo rilevante che le messe in scena efficacemente restituiscono.
L’aspetto politico è altresì al centro dello spettacolo A place of safety. Viaggio nel Mediterraneo centrale ideato dalla compagnia bolognese Kepler 452 e prodotto da diversi enti teatrali nazionali, primo tra questi Emilia-Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, con il sostegno dell’Unione Europea, scritto e diretto da Nicola Borghesi e Enrico Baraldi, realizzato in collaborazione con l’ONG Sea-Watch ed Emergency. Un esempio di teatro partecipato – in scena ci sono anche veri rappresentanti della nave di soccorso Sea-Watch 5 – nato dal reale coinvolgimento della compagnia, nel luglio 2024, alle attività dell’equipaggio per poi riportare sulla scena riflessioni, emozioni, voci della società civile in mare. Forse non è azzardato parlare di un nuovo “teatro politico”.
Per le performing arts il 2024 si è rivelato un anno denso di progetti, di confronti, di incontri su temi ormai ricorrenti e altri emergenti. Non sono mancate proposte nuove e stimolanti nel campo dello spettacolo digitale. Tra queste l’installazione multimediale Hybridy ideata da Alberto Barberis, prodotta dall’Associazione COORPI (Torino), con il supporto del programma Per Chi Crea gestito dalla SIAE, della Fondazione Piemonte dal Vivo, e della Lavanderia a Vapore, centro di residenza per la danza di Torino. Hybridy, pensata per un solo fruitore alla volta, utilizza cuffie per l’ascolto e una sorta di zaino vibrante delegato, senza l’uso di visori VR, al coinvolgimento fisico dello spettatore. Esplora le relazioni possibili – armoniche e conflittuali – tra corpo e macchina, tra digitale e analogico, tra natura e tecnica. Hybridy ha debuttato nell’ambito di ZED Festival 2024, svoltosi a Bologna, durante il quale è stato anche presentato il numero zero del Prix ViDa Italia, primo premio nazionale dedicato alle produzioni originali di videodanza e danza XR promosso da una rete nazionale di organizzazioni del settore. La giuria, composta da Elisa Guzzo Vaccarino (giornalista), Elena Cervellati (docente presso Dams di Bologna) e Ariella Vidach (coreografa), ha premiato ex aequo i due cortometraggi che a loro giudizio hanno meglio esplorato il linguaggio della video danza: Elegia 1938 di Lícia Arosteguy (Brasile), basato sull’omonima poesia di Carlos Drummond e Life left behind di Valia Phyllis Zwart (Norvegia), un drammatico “road movie”.
Non meno rilievo ha assunto negli ultimi anni il tema dell’intelligenza artificiale, argomento al centro di innumerevoli convegni; le sue applicazioni al settore dello spettacolo rivelano potenzialità e criticità, si pensi alle implicazioni legate al diritto d’autore, ma anche agli scioperi avvenuti nel 2023 e 2024 negli Stati Uniti da parte dei professionisti del cinema onde sollecitare scelte chiare in merito alla sua applicazione.
Sul versante delle performing arts, nel nostro Paese spicca il progetto Residenze Digitali avviato nel 2020 da un’idea del Centro di Residenza della Toscana (Armunia - CapoTrave/Kilowatt), in partenariato, tra gli altri, con l’Associazione Marchigiana Attività Teatrali AMAT, il Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto - Teatro Dimora e La Corte Ospitale) e la Fondazione Piemonte dal Vivo/Lavanderia a Vapore. Il progetto si propone di stimolare artiste e artisti delle arti performative all’esplorazione del digitale nell’ambito della loro ricerca; scaturisce dall’urgenza di utilizzare le potenzialità dello spazio digitale come luogo di incontro tra professioniste e professionisti del settore e il pubblico. Tra i progetti vincitori dell’edizione 2024, Radio Pentothal, di Ruggero Franceschini, che esplora l’uso dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sulla comunicazione e sulla percezione della verità nel teatro. Si tratta di una performance immersiva in cui l’AI interagisce in tempo reale, rispondendo a domande o svolgendo compiti, mettendo in luce i limiti della comunicazione automatizzata rispetto alla complessità emotiva umana. Ed è un’esperienza immersiva anche Neuralink Theatre, ideato da Filippo Rosati attraverso la piattaforma Umanesimo Artificiale, che combina storytelling, gameplay interattivo e stimolazione sensoriale; indaga le nuove forme di interfacce neurali e le implicazioni etiche e filosofiche delle neurotecnologie, coinvolgendo gli spettatori in un ambiente virtuale innovativo.
Ma il settore culturale e creativo, in linea con il PNRR, sta attuando linee di intervento finalizzate anche alla transizione ecologica. Un processo favorito anche dal programma europeo Creative Europe laddove sostiene progetti come Greenstage che si avvale di partner di cinque paesi europei, tra questi il Comune di Mantova con la rete 4D, che comprende quattro compagnie di teatro contemporaneo, ovvero Teatro Magro, Teatro all’improvviso, Carrozzeria Orfeo e Ars Creazione e Spettacolo. Il progetto, che prevede anche produzione teatrali “Zero Waste”, vede quale obiettivo centrale lo sviluppo di uno strumento di autovalutazione della sostenibilità per le arti performative (SAPA – Sustainability Assessment for the Performing Arts Tool) destinato agli operatori del teatro.
Della transizione ecologica si occupa anche la rete Ecoritmi – costituita da Fondazione Palladium Teatro Università Roma Tre, cooperativa Eticae-Stewardship in Action e Margine Operativo – che ha avviato, con il contributo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, sulla base dell’intervento del PNRR relativo alla “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale verde”, due progetti formativi sui temi ambientali: Metamorfosi – Progettare cultura nel mondo che cambia e R.E.T.E. – Riuso, ecologia, tecnologia, empowerment per la gestione sostenibile degli eventi di spettacolo. Tali percorsi sono rivolti a operatori, programmatori, compagnie e realtà imprenditoriali delle performing arts e della musica, articolati in attività laboratoriali su temi chiave quali la responsabilità sociale d’impresa, sostenibilità, accountability, rendicontazione e impatto socio- ambientale.
La sostenibilità coniugata all’ambiente rappresenta uno dei temi innovativi entrati di diritto nel dibattito sulle politiche per la cultura, anche a livello accademico. L’Università di Bologna ha infatti avviato nel 2024 la summer school Performing arts e cultura sostenibile: riprogettare i territori diretta dal Prof. Matteo Casari, che affronta la progettazione dello spettacolo nel rapporto con il territorio e la sostenibilità sociale, economica e ambientale, secondo una visione di cultural planning territoriale che ricomprende, oltre alla transizione ecologica del settore dello spettacolo, altri aspetti fondanti, quali il welfare culturale e le forme di finanziamento.
Venendo all’Opera Lirica, il 2024 ha visto la celebrazione della Pratica del canto lirico in Italia come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO (l’iscrizione era avvenuta nel dicembre dell’anno precedente) con l’evento La Grande Opera Italiana, Patrimonio dell'Umanità svoltosi all’Arena di Verona il 7 giugno. Promosso dal Ministero della Cultura e realizzato con la Fondazione Arena di Verona, è stato trasmesso in mondovisione. Il riconoscimento rafforza ulteriormente il ruolo del nostro paese nella scena culturale internazionale.
Nel 2024, pur non essendo giunte molte delle risposte attese dalle istituzioni centrali, le imprese e i professionisti del settore hanno mantenuto un alto livello qualitativo dell’offerta e non sono mancate coraggiose istanze innovative.
Suggerimenti di lettura
- Arcagni Simone e Lucio Argano (a cura di), Libro bianco sullo spettacolo digitale dal vivo in Italia, Luiss University Press, Roma, 2024.
- Ferrante Donatella e Francesca Velani (a cura di), Spettacolo dal vivo: nuovi autori per nuovi pubblici, FrancoAngeli, Milano, 2024.
- Pontremoli Alessandro, Alessandra Rossi Ghiglione e Giulia Alonzo (a cura di), Teatro, Comunità e Innovazione. Venti anni di SCT Centre, FrancoAngeli, Milano, 2024.

