I piccoli comuni sono lo scrigno delle tipicità regionali e contribuiscono in maniera determinante al successo del Made in Tuscany e del turismo rurale con oltre 5 milioni di presenze nelle campagna e nei borghi nel 2022. Nove prodotti agroalimentari a indicazione geografica DOP/IGP su dieci nascono nei comuni toscani con meno di 5 mila abitanti che, grazie alla presenza delle aziende agricole, combattono contro lo spopolamento e l’abbandono di borghi e aree interne. Un patrimonio non solo di eccellenze enogastronomiche, ma di biodiversità, tradizioni e identità che nei 119 piccoli comuni della Toscana, vengono gelosamente custodite e trasferite alle nuove generazioni per mezzo della cultura contadina. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base del rapporto “Piccoli Comuni e Tipicità” elaborato da Coldiretti-Fondazione Symbola che ci restituisce il quadro aggiornato di una dimensione produttiva estesa e radicata che traduce in valore la diversità culturale. “28 produzioni certificate su 32 vengono coltivate e prodotte all’interno dei confini geografici di uno o più piccoli comuni della nostra magnifica regione. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – L’agricoltura e l’agroalimentare sono motori economici potenti che stanno riportando vita e speranza nelle comunità rurali. Fondamentale, per il rilancio di borghi e paesi, è il ruolo dei nostri agricoltori e dei nostri allevatori attorno ai quali ruotano le comunità locali. Le imprese agricole hanno saputo creare, tra mille difficoltà, le condizioni per valorizzare il territorio, le sue produzioni e la sua storia trasformando luoghi lontani, anche fisicamente, in luoghi attrattivi partendo proprio dal cibo che è diventata la prima voce del budget delle vacanze di italiani e stranieri”.
Dal fotografia del Coldiretti/Symbola emergono altri interessanti aspetti del quadro regionale: nei 119 comuni con meno di cinque mila abitanti su 273 totali (43,6%), che si estendono per poco meno di 9 mila chilometri quadrati, vivono poco meno di 217 mila abitanti, il 7,4% della popolazione regionale. Sono invece 29 mila le imprese attive nei piccoli comuni, una su tre è agricola rappresentando la prima “forza” produttiva davanti alla manifattura.
“Per salvaguardare questa ricchezza, è necessario creare le condizioni affinché la popolazione residente e le attività economiche possano rimanere. – conclude la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani - Negli ultimi dati ISTAT sulla popolazione italiana, si è registrata la perdita di oltre 35 mila residenti nei borghi in un anno e nel caso specifico della Toscana, nonostante gli sforzi, si prevede che i residenti caleranno dal 7,4% al 7% nel 2042. È fondamentale contrastare lo spopolamento, che aggrava anche la situazione di isolamento delle aziende agricole e aumenta la tendenza allo smantellamento dei servizi, dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio. In questo senso sono apprezzabili gli sforzi e le risorse della commissione aree interne della Regione Toscana per rilanciare questi territori attraverso le imprese che sono l’unico antidoto all’oblio di pezzi della nostra storia.”