A Trapani la storia della lavorazione artistica del corallo ha origini che risalgono al XV secolo. Grazie al maestro e artigiano Platimiro Fiorenza questa tradizione è ancora viva ed è possibile ammirare un patrimonio artistico che affonda le radici nel passato, ma è aperto alle sperimentazioni e alle innovazioni del suo tempo. Figlio d’arte, Platimiro Fiorenza si dimostra fin da giovane poliedrico e innovativo e partecipa a manifestazioni internazionali stabilendo rapporti con grandi artisti come lo scultore Giò Pomodoro. Fiorenza viene insignito di numerosi attestati di benemerenza, le sue opere sono esposte in prestigiose collezioni pubbliche e private tra cui la Cattedrale di Monreale e i Musei Vaticani. L’attività di Fiorenza si inserisce nella straordinaria tradizione del corallo in cui si distinsero gli artigiani trapanesi e rappresenta un unicum nella storia e nell’arte della lavorazione e rielaborazione del corallo. Platimiro Fiorenza è stato definito come l’ultimo corallaio ed è stato inserito all’interno del Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia e nell’elenco dei Tesori Umani Viventi tutelati dall’UNESCO. Alla sua attività va riconosciuto anche il merito di sapere tenere desta l’attenzione per l’arte del corallo, trasmettendola ai tanti giovani formatisi nella sua bottega grazie anche a iniziative come il progetto “RossoCorallo” creato dalla figlia Rosadea Fiorenza, con l’intento di dimostrare come la lavorazione del corallo si presta a valorizzare contestualmente il fascino dalla tradizione e il design innovativo.
Un patrimonio artistico che affonda le radici nel passato