Muovere un oggetto con la forza del pensiero: una comodità che sarebbe utile a molti, e non solo per pigrizia. Pensiamo alle persone affette da disabilità. Poter muovere un dispositivo meccanico attraverso il pensiero contribuirebbe alla loro autonomia migliorando la qualità della vita.
Su questo stanno lavorando i ricercatori del Laboratorio di Progettazione dei Sistemi Elettronici Integrati del Politecnico di Bari (Resp. Scientifico: Prof. Daniela De Venuto), con il progetto “User-Centred BCI for Mechatronic Actuation by Spatio-Temporal P300 Monitoring”.
L’obiettivo è creare una BCI (Brain Computer Interface), ossia una piattaforma di comunicazione tra cervello umano e dispositivo meccatronico, sia esso una carrozzina che un’automobile.
La piattaforma si basa sul rilevamento di segnali corticali captati mediante elettrodi ed inviati ad un’intelligenza artificiale che li interpreta e li trasforma in comandi per il sistema di attuazione che fa muovere la macchina.
L’interpretazione dei segnali e la loro attuazione deve avvenire in tempo reale e senza errori. Il sistema potrebbe essere utilizzato nella tecnologia assistiva, nella riabilitazione e come sostegno alla guida autonoma. Al momento il sistema è stato sviluppato e testato su un prototipo di auto basato su microcontrollore, ma con opportuni miglioramenti, potrebbe già essere pronto per l’industria.