L’acqua è una risorsa preziosa ed evitarne lo spreco è uno dei compiti dell’edilizia del futuro.
Per questo motivo il Politecnico di Torino, prima con il progetto SUPERGREEN e ora con il progetto NICE finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea, lavora su una soluzione sostenibile alla purificazione delle acque reflue attraverso le pareti verdi, sempre più integrate nel costruito per la capacità di assorbire l’anidride carbonica e contribuire all’isolamento sia termico che acustico.
L’approccio distingue tra acque nere (provenienti dai wc) e acque grigie – ovvero acque reflue prodotte da docce, lavabi, vasche o lavatrici, che oggi costituiscono circa il 70% delle acque che fuoriescono dagli scarichi domestici.
La soluzione individuata è incanalare le grigie verso i muri verdi, attraverso un sistema efficiente che ne consenta il trattamento, raggiungendo il doppio risultato di depurare le acque e soddisfare il fabbisogno idrico delle partizioni vegetali. Infatti, attraverso la fitodepurazione, le piante, il terreno e i microrganismi presenti al suo interno sono in grado di purificare le acque, che vengono raccolte sul fondo per essere riutilizzate, ad esempio, negli scarichi dei servizi igienici o per l’irrigazione.
Il team ha testato diversi materiali e tipi di suolo, per individuare i più adatti a questo tipo di trattamento. Gli impatti del progetto si traducono in riduzione del peso ambientale ed economico della purificazione delle acque, insieme al riutilizzo di acque grigie, con conseguente risparmio di acqua potabile.