Primo Paese G7 per produzione di acciaio sostenibile, primo europeo per tasso di riciclo di rifiuti speciali e urbani, e primo al mondo per crescita dell’export del settore farmaceutico. Questo il podio dei primati dell’Italia secondo il rapporto della Fondazione Symbola “L’Italia in 10 Selfie”, che disegna un ventaglio di fotografie di positività e di crescita nostrane, e che è stato presentato questa mattina nella sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Non solo. Secondo l’analisi, il nostro Paese può vantare risultati di assoluto rilievo anche in tema di cultura e creatività, settori che generano complessivamente un valore aggiunto per quasi 300 miliardi di euro l’anno, con un aumento annuo del 5,5 per cento.
“L’Italia in 10 selfie” è l’analisi arrivata all’undicesima edizione con i dati che restituiscono un quadro economico, culturale, farmaceutico e alimentare del nostro Paese. «Siamo quelli che si vedono peggio rispetto a come veniamo visti dagli altri», ma il fatturato nei diversi settori, gli investimenti e il volume in ambiti come il riciclo danno prova di valore
Arrivato all’undicesima edizione e tradotto in sette lingue, importanti soprattutto perché il testo viene distribuito a livello internazionale dalla rete delle ambasciate italiane all’estero e dalla rete delle camere di commercio estere, il rapporto è stato presentato dal vicepremier Antonio Tajani, dal presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci , e dal presidente di Assocamerestero Mario Pozza - e realizzato in collaborazione con Unioncamere ed Assocamerestero, con il patrocinio del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, del ministero delle Imprese e del made in Italy e molti partner.
Gli obiettivi del governo
«L’Italia è la quarta potenza commerciale mondiale e vogliamo far sì che dai 625 miliardi di export di questi anni si possa arrivare a 700 miliardi entro fine legislatura», ha spiegato vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Grandi investimenti produttivi dall’estero, soprattutto nei settori innovativi»: questa la strategia del governo per raggiungere l’obiettivo, insieme agli investimenti privati. «Siamo una super potenza nell’export grazie anche ai 4 milioni di Pmi», ha aggiunto.
Energia, riciclo e materiali
«L’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di riciclo sul totale dei rifiuti speciali e urbani (91,6 per cento), un valore superiore alla media europea (57,9 per cento) e a quello di Germania (75,3 per cento), Francia (79,9 per cento) e Spagna (73,4 per cento)», si legge nel rapporto, «grazie all’impiego di materia seconda, ogni anno vengono evitate in Italia 16,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e 55 milioni di tonnellate equivalenti di CO2». Poi, la produzione di acciaio verde (con ciclo a forno elettrico) sul nostro territorio raggiunge la quota massima, pari all’86 per cento, seguita da quelle Usa (68 per cento) e canadese (42 per cento), ed è italiana la prima acciaieria al mondo certificata Net Zero Emission, ovvero a zero emissioni nette di anidride carbonica. Ancora, è italiano il più grande operatore al mondo nelle rinnovabili: Enel, attraverso la società controllata Enel Green Power, con 63,3 Gigawatt (GW) di capacità installata nel 2023 proveniente da impianti eolici, solari, geotermici e idroelettrici localizzati in Europa, Americhe, Africa, Asia e Oceania. E, infine, la produzione agricola, con prodotti agroalimentari e vitivinicoli registrati e protetti: l’Italia è «prima in Europa per numero di aziende agricole biologiche, con 82.627 operatori» e per le 856 denominazioni registrate. Notevole, poi, la produzione (iconica, ça va sans dire) di pasta, con quasi 4 milioni di tonnellate all’anno (3,67 milioni) con un fatturato che si avvicina ai 7 miliardi di euro.
Turismo, divertimento, arredo e creatività
Ci sono poi le giostre (l’Italia è, infatti, leader nelle esportazioni di giostre ed attrezzature per parchi divertimento, con 137 imprese, per il 67,2 per cento operanti nel triangolo Veneto – Emilia-Romagna – Lombardia); l’arredo (con 10,9 miliardi di dollari siamo terzi al mondo per saldo della bilancia commerciale nell’arredo); turismo congressuale, quello ciò che riguarda la partecipazione a congressi, meeting, fiere e conferenze (siamo primi in Europa e secondi al mondo). Ma, soprattutto, l’Italia è prima a livello globale per crescita in valore nell’export del settore farmaceutico tra il 2021 e il 2023, con un balzo di 13,6 miliardi di dollari e seconda in Europa (+35 per cento) per crescita di domande di brevetto del settore farmaceutico. E ha il primato mondiale per numero di siti nella lista dei patrimoni dell’umanità (dei 1223 in elenco, 60 sono in Italia). Si legge nel rapporto: «La cultura e creatività generano in Italia un valore aggiunto pari a 104,3 miliardi di euro e in settori come il design l’Italia risulta prima in Europa. Circa il 75% dei designer progetta secondo criteri di sostenibilità».
Conoscere le proprie carte
«Conosciamo i nostri mali, ma non li affrontiamo», commenta Ermete Realacci. «Non riconosciamo ciò che va bene, né lo valorizziamo. L’Italia è il Paese che più si vede peggio rispetto a come viene visto dagli altri. Prendiamo l’ambito dei rifiuti: c’è incredulità da parte della popolazione su quanto facciamo bene, ma recuperare i materiali fa parte della nostra storia povera di materie prime. Ma pensiamo ai rottami di Brescia o agli stracci di Prato: queste filiere non sono figlie di una normativa. Non è solo una questione di politica. Siamo leader nell’acciaio verde perché recuperiamo il più possibile e consumiamo meno energia, arrediamo in maniera sostenibile perché abbiamo tecnologie abbastanza avanzata persino per fare pannelli costituiti da un cento per cento di legno recuperato». Al netto di questi risultati, però ci sono ancora da fare passi avanti, e le diverse filiere produttive possono ancora essere ottimizzate grazie alla tecnologia. Ma bisogna svilupparle nel segno di una tradizione e di una storia locale: «La strategia per affrontare queste sfide è che l’Italia faccia l’Italia».