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di Redazione

Imprenditore e presidente di Unioncamere, europeista e convinto assertore di un’economia sempre più sostenibile, Andrea Prete, sarà uno dei protagonisti del Seminario di Symbola. Come imprenditore, uomo del fare, parteciperà alla sessione dedicata all’artigianato, uno dei settori del futuro per la Nuova Economia che promuove la qualità italiana.

Il Seminario di Symbola quest’anno è dedicato all’Europa e al cambiamento climatico. Come deve cambiare il sistema economico italiano di fronte a questa sfida?

«Direi che si deve proseguire su questa strada: sono oltre 570mila imprese che negli ultimi cinque anni hanno investito nella transizione verde. Sono la dimostrazione che, su questi temi, l’Italia ha già colto la sfida e si sta adeguando agli obiettivi Ue. Lo dimostrano anche i dati riguardanti il recupero degli scarti da parte dei produttori. Eurostat ha certificato che la capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) in Italia ha raggiunto il 91,6%, un tasso di gran lunga superiore alle altre grandi economie europee: Germania (75,4%), Francia (79,9%) e Spagna (73,4%), e alla media UE (77,5%). Una strategia vincente per un Paese come il nostro, privo di materie prime».

I dati statistici dunque disegnano un futuro non così fosco per l’Italia. Cosa fare, secondo lei?

«Continuare con convinzione su questa linea. Nonostante le difficoltà, credo che da qui a fine anno si possa raggiungere un’intesa con gli Stati Uniti sia sul contenimento degli effetti dei dazi, sia sulla guerra russo-ucraina. Mi auguro che alla fine di questo periodo tanto difficile qualcosa di buono emerga. E questo potrebbe essere un rafforzamento della comunità europea e la creazione di una vera e più solida unione tra gli Stati membri».

Lei condivide la svolta green europea o c’è qualcosa da cambiare per garantire sostenibilità e sviluppo economico al nostro Paese?

«Certamente la condivido. Non ho condiviso pienamente però la scelta della Commissione di concedere ai costruttori automobilistici europei due anni aggiuntivi per adeguarsi agli obiettivi sulle emissioni di CO₂. Il nuovo regolamento prevede che i target vengano calcolati sulla media delle emissioni nel triennio 2025-2027, e non più sul solo 2025. Credo sia un passo avanti che, senza smentire gli obiettivi del Green Deal, lascia ai produttori più tempo per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati».

Lei parteciperà alla sessione di lavoro che il Seminario Symbola dedicherà, il 12 giugno al Teatro Bibiena, all’artigianato. Questo settore, spesso affrontato con quel tono un po’ nostalgico, non riuscirà a costruire davvero un futuro se non viene incluso nella sfida dell’innovazione e del Made in Italy?

«Credo che ci siano le opportunità che lavorare in questo settore offre. E per questo l’orientamento, a partire dalle scuole medie, deve essere da incrementare ulteriormente. Estremamente utili, poi, sono i percorsi di alternanza, per rendere concreti i nostri ragazzi con la realtà dell’impresa».

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