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"Inizia bene il 2019 per l'impegno ambientale dell'Italia contro il marine litter. Grazie ad un mio emendamento inserito nella legge di bilancio per il 2018 e approvato all'unanimità l'Italia sarà il primo paese al mondo a vietare dal 1° gennaio 2018 i bastonicini igienici non biodegradabili". Ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e presidente onorario di Legambiente.

REALACCI: DAL 1 GENNAIO 2019 L'ITALIA È IL PRIMO PAESE AL MONDO AD ELIMINARE I BASTONCINI IGIENICI NON-BIODEGRADABILI.

DAL PRIMO GENNAIO 2020 SAREMO I PRIMI A ELIMINARE LE MICROPLASTICHE NEI COSMETICI. DUE ATTI CONCRETI CONTRO MARINE LITTER E PER UNA NUOVA ECONOMIA

 

"Inizia bene il 2019 per l'impegno ambientale dell'Italia contro il marine litter. Grazie ad un mio emendamento inserito nella legge di bilancio per il 2018 e approvato all'unanimità l'Italia sarà il primo paese al mondo a vietare dal 1° gennaio 2018 i bastonicini igienici non biodegradabili". Ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e presidente onorario di Legambiente.
"Dal 1° gennaio 2020 saremo invece i primi a vietare le microplastiche nei cosmetici". "Un risultato che è stato possibile anche grazie alla crescente sensibilità dei cittadini e all'azione delle associazioni ambientaliste, a cominciare da Marevivo e Legambiente.
I cosidetti "cotton-fioc" rappresentano, secondo i dati raccolti presentati da Legambiente nel 2018 ad ogni passo sulla spiaggia ci sono almeno 4 rifiuti e nell'80% dei casi si tratta di plastica e ad aggravare la situazione si aggiungono le micro-plastiche uno dei problemi più micidiali del marine litter. Il direttore dell'UNEP ha a suo tempo saluto il provvedimento come "Fantastiche notizie dall’Italia. Il Paese bandirà i cotton fioc non biodegradabili dal 2019! Il messaggio è chiaro: se non sono assolutamente essenziali, smetti di produrli!".
Si tratta di scelte concrete e importanti per l'ambiente ma anche di occasioni per costruire un'economia più forte e competitiva proprio perché più a misura d'uomo.
L'Italia è già oggi leader mondiale nella cosmetica e nel nostro Paese si produce il 55% del make-up del mondo. "Sono certo - conclude Realacci - che le nostre imprese, come è accaduto in altri settori, usciranno rafforzate dalla piena assunzione della frontiera ambientale". Anche perché l'Italia ha su queste frontiere alcune delle imprese più avanzate del mondo, ma anche alcuni dei politici più arretrati d'Europa".

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Grande partecipazione al bando “10 tesi per la sostenibilità”. Sono ad oggi oltre 1300 tesi da tutta Italia. Fino al 31 gennaio è online il bando di concorso. È un’iniziativa promossa da Fondazione Symbola, Unioncamere e Luiss con il sostegno di Deloitte Climate & Sustainability, il patrocinio della Conferenza dei Rettori (Crui) e la collaborazione del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e del Consorzio Interuniversitario nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (Instm) volta a premiare 10 tesi provenienti da tutte le discipline, sia umanistiche che scientifiche, che abbiano forti e originali riferimenti al principio della sostenibilità.

La COP28 di Dubai è andata meglio di come molti temevano. L’intesa raggiunta è nel solco degli accordi di Parigi e per la prima volta pone esplicitamente il problema dei combustibili fossili. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Dopo Dubai tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’Italia può dare un forte contributo se fa l’Italia e incrocia la green economy con la qualità, l’innovazione, la bellezza.

La COP28 di Dubai è andata meglio di quanto si potesse pensare. Ora tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’intesa raggiunta tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell’accordo di Parigi. Questi appuntamenti sono importanti per indicare la direzione, ma la partita vera si gioca nel campo dell'economia e della società. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Anche per questo sono inaccettabili i ritardi sullo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese.

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