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Realacci e Boeri: Dalla città e dal verde la sfida alla crisi climatica

“Gli spazi verdi sono fondamentali per uno sviluppo urbano sostenibile che può costituire la soluzione alle sfide ambientali delle città di oggi” afferma Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, nel suo intervento in occasione dell’evento “Architettura urbana e spazi verdi” organizzato da Fondazione Symbola e IILA, la cui segretario generale è Antonella Cavallari. L’architetto Stefano Boeri nel suo intervento ha affermato che nelle nostre città “produciamo, realizziamo e studiamo progetti urbani e architettonici che mettono al centro un rinnovato e migliorato rapporto tra uomo e natura: edifici pensati per ospitare gli alberi e le piante dove trovano rifugio anche esseri umani e volatili, installazioni pubbliche, progetti di rimboschimento urbano e città-foresta in grado di ospitare milioni di alberi”. Realacci conclude ricordando che “la transizione verde avviata dalla UE contrasta la crisi climatica e rilancia la nostra economia rendendola più a misura d’uomo e per questo più in grado di affrontare il futuro. In Italia l’economia circolare e la green economy tengono insieme competitività, ambiente e coesione sociale, innovazione e tradizioni antiche, empatia e nuove tecnologie, bellezza, capitale umano e legame con i territori”.

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Grande partecipazione al bando “10 tesi per la sostenibilità”. Sono ad oggi oltre 1300 tesi da tutta Italia. Fino al 31 gennaio è online il bando di concorso. È un’iniziativa promossa da Fondazione Symbola, Unioncamere e Luiss con il sostegno di Deloitte Climate & Sustainability, il patrocinio della Conferenza dei Rettori (Crui) e la collaborazione del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e del Consorzio Interuniversitario nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali (Instm) volta a premiare 10 tesi provenienti da tutte le discipline, sia umanistiche che scientifiche, che abbiano forti e originali riferimenti al principio della sostenibilità.

La COP28 di Dubai è andata meglio di come molti temevano. L’intesa raggiunta è nel solco degli accordi di Parigi e per la prima volta pone esplicitamente il problema dei combustibili fossili. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Dopo Dubai tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’Italia può dare un forte contributo se fa l’Italia e incrocia la green economy con la qualità, l’innovazione, la bellezza.

La COP28 di Dubai è andata meglio di quanto si potesse pensare. Ora tocca oltre che ai governi, alla società e all’economia. L’intesa raggiunta tiene conto di tutti gli aspetti più rilevanti dell’accordo di Parigi. Questi appuntamenti sono importanti per indicare la direzione, ma la partita vera si gioca nel campo dell'economia e della società. È giusta la scelta dell’Europa di puntare su coesione, transizione verde e digitale per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo più forte. Anche per questo sono inaccettabili i ritardi sullo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese.

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