L’Italia è il secondo Paese produttore europeo, dopo la Germania, di tecnologie per le rinnovabili, con la sola eccezione dell’eolico, dove metà della produzione è danese, con una filiera che conta 37.655 imprese ed è in prima fila per la raccolta e il riciclo dei moduli fotovoltaici giunti a fine vita. Sono alcuni dati del rapporto 100 Italian Renewable Energy Stories promosso da Symbola - Fondazione per le qualità italiane ed Enel, in collaborazione con Key - The Energy Transition Expo, dedicato alle tecnologie sviluppate nel mondo delle rinnovabili.«L'Italia è il Paese con la maggiore attitudine alla generazione distribuita: la singola persona o imprenditore è disposto ad autoprodurre energia elettrica. Ogni giorno in Italia si installano oltre mille nuovi impianti di generazione. Oggi l’autoproduzione è energia fotovoltaica tradizionale, ma le aziende stanno studiando anche altre tecnologie», ha dichiarato Nicola Lanzetta, direttore di Enel Italia, per il quale «stiamo andando verso un mondo in cui tutto questo sarà realizzabile grazie ad una rete di distribuzione la più efficiente possibile. La rete per noi è importantissima: oltre ad essere molto attivi nella realizzazione di impianti per generare energia rinnovabile, Enel nei prossimi anni si focalizzerà sulla rete. Nel 2024, 2025 e 2026 investiremo circa 17 miliardi di euro, di cui 12 miliardi andranno sulla rete».
I numeri del settore
Delle imprese il 39,2% si occupa di attività di installazione e manutenzione, il 13,8% di produzione di energia, il 12,3% di commercio, l’9,6% di manifattura, il 6,4% di affitto e gestione immobiliare e il 6,1% di attività di consulenza, collaudo e monitoraggio. Guardando ai territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Campania.
All’interno di questa filiera, si distinguono quasi 800 imprese focalizzate nello sviluppo di tecnologie di punta: parliamo di un asset strategico per l’Italia, considerato che generano un fatturato di 12 miliardi di euro e occupano 37mila addetti. Di queste, le aziende che operano prevalentemente o esclusivamente nella filiera (circa la metà del totale) sono in crescita sia in termini di valore della produzione che di sviluppo di nuove tecnologie: a fronte di un valore della produzione cresciuto del 14,3% tra il 2015 e il 2019 (contro il +7,8% registrato dai fornitori di energia e gas), i brevetti iscritti a bilancio sono saliti del 176,6%. Dato particolarmente significativo, in un contesto che vede l’Italia sempre meno tra i leader nei brevetti su tecnologie del settore energetico.
Parte delle tecnologie e componentistica prodotta nei confini nazionali è destinata all’export: con il 3% dell’export mondiale, il nostro Paese è il sesto Paese esportatore di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile (dopo Cina, Germania, Usa, Giappone e Hong Kong). (riproduzione riservata)