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Si è chiuso ieri al Teatro Scientifico Bibiena il Seminario Estivo di Symbola 2025 con l'incontro "Se l'Italia fa l'Italia". Ad aprire la giornata è stato il vescovo di Mantova Marco Busca, che ha ribaltato la narrazione dominante: «Non un'Italia "senza", ma un'Italia "con": con le sue comunità, le sue fragilità, le sue energie». Busca ha parlato di popolo come "esperienza condivisa che si chiama storia" e ha richiamato Edith Stein, il presidente Mattarella e la dottrina sociale. «Voler bene all'Italia - ha detto significa custodirla: nessun amore per il Paese può prescindere dalla cura dei suoi territori, dei suoi legami, della sua anima». E ancora: «Serve un nuovo sguardo, capace di riconoscere anche nelle piccole cose il seme del bene comune. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nell'importante». Gian Domenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio di Cremona-Mantova-Pavia, ha sottolineato la forza produttiva della "fascia padana": «Le nostre imprese sono pronte alla doppia transizione, ma servono istituzioni che le accompagnino». Ha ricordato l'impegno storico del Touring Club per la cultura diffusa e il turismo di prossimità. Mattia Palazzi, sindaco di Mantova, ha rivendicato il ruolo dei Comuni. Giornata Mondiale dei Bambini. Il suo è stato un appello accorato al ritorno all'essenziale: «Non si tratta di pensare in grande, ma di partire in piccolo. I bambini ci insegnano la fiducia, la capacità di sognare, la cura». E ha aggiunto: «Quando i bambini giocano alla guerra e qualcuno si fa male, si fermano. Noi adulti no. La vera leadership sa trasmettere sogno e custodire l' altro». Un finale che ha toccato nel profondo: «Alla fine della giornata, l'unico vero merito è poter dire: io ho amato». Maria Porro (Salone del Mobile) ha ricordato che «il design italiano esporta qualità e coesione. Investiamo nei giovani da 25 anni, perché la competitività nasce anche dal talento». Letizia Magaldi (Magaldi Green Energy) ha rilanciato: «Abbiamo accumulato energia nella sabbia: oggi la transizione è un'opportunità industriale da 650 miliardi». Per il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, «la coesione sociale è la vera leva economica: senza ridurre le disuguaglianze, cresce solo la rabbia». A chiudere, Ermete Realacci, presidente di Symbola: «L'Italia vince quando fa l'Italia. Non bastano le norme: serve un'identità che unisca, come quella dei nostri saperi artigiani e della nostra economia circolare». Antonia Bersellini Baroni come cuore dello Stato: «L' autonomia vera non è tra Stato e Regioni, ma tra Stato e Comuni». Nel suo videomessaggio, il presidente di Acri Giovanni Azzone ha ricordato come coesione e competitività siano legate: «La sostenibilità è un interesse comune, pubblico e privato. Solo nella fiducia reciproca tra soggetti si può costruire futuro». Dopo l'intervento di Aldo Bonomi (Aaster), Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, ha ricordato che il settore delle costruzioni vale il 21% del PIL e attiva un indotto territoriale fondamentale. Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano, ha parlato di università come agente di trasformazione: «Abbiamo investito 10 milioni per garantire il diritto allo studio. La sostenibilità sociale è il primo passo per costruire una società inclusiva. Formiamo giovani che siano competenti ma anche consapevoli». A seguire, padre Enzo Fortunato.

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Se l'Italia fa l'Italia, riparte da i suoi legami più veri | Voce di Mantova

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