«Quando neppure sapevamo che esisteva Davos qui ad Assisi già si tutelava l'ambiente». Così il premier Giuseppe Conte ha spiegato la sua assenza al World Economic Forum e la presenza al Sacro convento per la presentazione del "Manifesto di Assisi". Conte ha concluso i lavori, ha firmato il Manifesto per un economia a misura d'uomo contro la crisi climatica, promosso da Symbola e dal Sacro convento, e ha indossato il "Tau verde", simbolo della nuova alleanza per l'ambiente e per l'uomo. Ad ascoltarlo anche il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, che nel suo intervento ha definito il Manifesto «uno dei grandi segni di speranza. Parla a tutti gli uomini e donne, scuote le coscienze della classe dirigente. Le questioni economiche e ambientali rappresentano il cuore di una nuova questione sociale che va affrontata con sapienza, carità e lungimiranza. Il Manifesto è un punto di partenza, una bussola per costruire un economia a misura d'uomo. Ci incamminiamo lungo questa strada, non semplice ma piena di speranza». Ed erano molti, e autorevoli, i compagni di viaggio raccolti ieri al Sacro convento. Ci sono i promotori del Manifesto, Ermete Realacci, presidente di Symbola, Vincenzo Boccia e Ettore Prandini, presidenti di Confindustria e Coldiretti, Francesco Starace, Ad di Enel, padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento, padre Enzo Fortunato, Direttore Rivista San Francesco, Catia Bastioli, Ad di Novamont.
Antonio Maria Mira | Avvenire.it