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Da Stellantis in giù, passando per Gucci senza dimenticare Ikea. Nessuno lavora più con i grandi brand se non dopo aver compilato un «assessment» di sostenibilità con un punteggio sufficiente. Nemmeno i piccoli fornitori. Lo storytelling o l’ambientalismo di facciata non bastano. Ma nessuno sa quante siano le aziende davvero sostenibili.A oggi mancano i dati. Tanto che Confindustria Piemonte, insieme a Unioncamere e le Università, stanno progettando una mappatura.

«Per capire a che livello siamo bisogna avere una mappa strutturale, per settore e dimensione, delle aziende sostenibili», sostiene Marco Piccolo, ceo di Reynaldi cosmetici e delegato di Confindustria Piemonte alla sostenibilità. «Investire in macchinari più efficienti dal punto di vista energetico non è sufficiente. Con le agevolazioni attuali, lo può fare chiunque. Un conto è fare un’azione sostenibile, un altro è essere sostenibili, quindi agire in contemporanea in ambito ambientale, sociale e di governance».

La Reynaldi di Pianezza vanta zero emissioni C02, zero consumo dell’acqua, riciclo del 97% dei rifiuti. Ma è anche la prima azienda benefit nel suo settore, è entrata nella rete Global Compact delle Nazioni Unite, è stata premiata da Oxfam per essere un’azienda sostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche sociale. Su 7 milioni di fatturato nel 2022, ha generato 2,5 milioni di euro di impatti sociali. Un cambiamento di paradigma. «Non solo una necessità, ma un’opportunità per competere», sostiene il rapporto «GreenItaly 2023», promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere sullo stato di avanzamento della green economy in Italia e i suoi effetti sulla competitività dei sistemi produttivi. Secondo il report, il Piemonte è sesto tra le regioni e Torino è quarta tra le province per numerosità delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel quinquennio 2018-2022.

In Piemonte ammontano a 36.630, di cui 19.610 a Torino e provincia. La nostra regione si distingue per incidenza degli occupati green sul totale, anche qui superiore alla media nazionale, con il 15,5% pari a 276 mila unità. «Le imprese “green-oriented”, che compiono investimenti in processi e prodotti a maggior risparmio energetico, idrico e/o a minor impatto ambientale risultano più competitive rispetto alle imprese non eco-investitrici», è scritto nel report.

«Lo studio ci conferma che chi investe nel green esporta di più, innova di più e crea più posti di lavoro — commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte —. Stiamo vivendo una rivoluzione epocale e un processo trasformativo ancora in atto che richiede il coinvolgimento di tutti gli attori economici e sociali: come Camere di commercio regionali siamo in prima fila su questi temi, con attività di formazione, informazione e accompagnamento per le aziende». E in Piemonte gli esempi non mancano.

C’è chi con i tannini naturali ha costruito un impero. Con 170 anni di storia la Silvateam di San Michele Mondovì (ha appena acquisito la società tedesca wet-Green di Reutlingen) è leader mondiale nella produzione di estratti vegetali in grado, tra l’altro, di sostituire gli antibiotici preventivi nell’alimentazione animale e abbattere del 15%-20% le emissioni di gas metano degli allevamenti.

«Noi facevamo già economia circolare quando la parola ancora non esisteva, è nel nostro Dna — dice Alessandro Battaglia, presidente di Silvateam —. Oggi essere sostenibile è un imperativo assoluto per un qualsiasi imprenditore, nessuno si immagina di investire in un qualche progetto che non lo sia». I motivi principali sono due. «Il mondo della finanza è attentissimo a questi aspetti, per ottenere l’attenzione degli investitori è indispensabile rispettare certi parametri altrimenti si è fuori mercato — spiega Battaglia —. Ma la sostenibilità è ormai un must anche perché ha un valore economico in sé, se un progetto è sostenibile sarà più remunerativo. Noi siamo cresciuti moltissimo, non solo perché nel quinquennio 2018-23 abbiamo investito 100 milioni di euro in nuovi macchinari, ma anche perché nel mondo c’è una fame di progetti e prodotti naturali: i nostri tannini si usano anche in agricoltura per sostituire prodotti chimici».

Nel report di GreenItaly sono citati diversi «case history» piemontesi. La fondazione Re Soil Foundation per la tutela del suolo, l’azienda Dierre che progetta soluzioni di chiusura tecnologiche, la BeonD di Grugliasco specializzata nello sviluppo di sistemi batteria di nuova generazione, lo stesso hub per l’economia circolare di Stellantis a Mirafiori.

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Torino, in Piemonte crescono le imprese che investono in ecosostenibilità | Corriere della Sera

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